VIALLI, “HO AVUTO UN CANCRO, ADESSO STO BENE MA NON SO COME FINIRÀ LA PARTITA”


Le rivelazione dell`ex bomber della Nazionale.
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Milano, 26/11/2018 -


“L’importante non è vincere; è pensare in modo vincente. Sì, perché la vita è fatta per il 10 per cento di ciò che ci succede e per il 90 per cento di come lo affrontiamo. Spero che la mia storia possa aiutare gli altri ad affrontare nel modo giusto quel che accade”. Sono parole di Gianluca Vialli che danno il senso della sua attuale condizione umana così ricca di riflessioni, dopo avere lottato contro il cancro. L’ex campione della Sampdoria, della Juventus e della Nazionale si è raccontato al Corriere della Sera spiegando per la prima volta di aver dovuto affrontare un tumore. Coraggio di un bomber che è sempre stato modello di forza fisica ed interiore. La solidarietà del mondo dei social è trasversale e non importa se fai il tifo per la Sampdoria, per la Juventus o per qualsiasi altra squadra, perché quanto ha rivelato Vialli ha commosso tutti facendo riflettere sul valore della vita e della sua primaria importanza che, di fatto e non a parole, riconosciamo soltanto quando si è toccato il fondo. Dopo l’operazione sono seguiti mesi di chemio e radioterapia e adesso che ha pareggiato i conti, Vialli ha avuto bisogno di sfogarsi, di raccontare la sua battaglia contro il cancro. E’ come mettere la palla al centro, ripartire, fare un gol e continuare a combattere con la caparbietà e la stessa forza di quando entrava nell’area di rigore per superare l’ostacolo rappresentato dagli avversari. Sì, perché come lui oggi dice, la partita non è ancora conclusa e bisogna mettere al sicuro il risultato finale. E’ la partita della vita, la più importante che il bomber abbia giocato in carriera. E non è un caso che Gianluca Vialli abbia scritto un libro dal titolo: “Goals. 98 storie + 1 per affrontare le sfide più difficili”. La novantanovesima storia è la sua, quella che finora nessuno conosceva, quella che si riferisce alla sua malattia e alla battaglia contro il cancro. “Ne avrei fatto volentieri a meno, ma non è stato possibile.” dice Vialli “E allora l’ho considerata semplicemente una fase della mia vita che andava vissuta con coraggio e dalla quale imparare qualcosa. Sapevo che era duro e difficile doverlo dire agli altri, alla mia famiglia. Non vorresti mai far soffrire le persone che ti vogliono bene: i miei genitori, i miei fratelli e mia sorella, mia moglie Cathryn, le nostre bambine Olivia e Sofia. E ti prende come un senso di vergogna, come se quel che ti è successo fosse colpa tua. Giravo con un maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla, per essere ancora il Vialli che conoscevano. Poi ho deciso di raccontare la mia storia e metterla nel libro”. Una storia di vita che ci fa riflettere come l’ineluttabile non precluda che tutto sia impossibile. Sembra un controsenso, ma Gianluca Vialli ci invita a pensare in modo vincente. Sì, perché l’importante non è vincere……!

Salvino Cavallaro

                  

Salvino Cavallaro