FINISCE UN CICLO


Spagna, fuori dal mondiale
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Stadio Maracanà, 19/06/2014 -


C’era una volta la Spagna di Casillas, Ramos, Xabi Alonso, Xavi, Iniesta, Villa…..Come fece l’Italia nel 2010, anche la Spagna Campione del Mondo uscente e due volte campione d’Europa esce inesorabilmente dal Mondiale brasiliano. Dopo l’1 a 5 incassato dall’Olanda, le furie rosse subiscono un secco 0 – 2 da parte del Cile. Non poteva essere un semplice incidente di percorso, un fatto occasionale, il “cappotto” subìto dagli olandesi e, difatti, contro i cileni è arrivata la sentenza di una Spagna che ha abdicato con il suo Tiki Taka di filosofica appartenenza calcistica e, soprattutto, ha evidenziato il fatto fisiologico di campioni che invecchiano e che non hanno più la “fame” di un tempo. Anche il C.T. Del Bosque non è più quello di prima, e la sua sparata in conferenza stampa, in base alla quale sarebbe solo lui a dare la formazione e non il suo capo ufficio stampa, ha dato segni di chiaro nervosismo che ora, con il senno di poi, ha una sua logica spiegazione. Una caduta degli dei che non lascia spazio ad equivoci di sorta, ad interpretazioni che non possono essere differenti da quanto è emerso nella realtà. Finisce amaramente un ciclo storico per la nazionale spagnola, un lungo periodo che gli ha dato bellezza di gioco, ottimi risultati, prestigio e grandi emulazioni tattiche da parte di tanti avversari. Un sistema tattico cominciato con il Barcellona e portato in nazionale con poche sostituzioni di calciatori. Oggi finisce il Regno di Juan Carlos e probabilmente anche quello di Del Bosque. Un 18 giugno che sarà ricordato a lungo per concomitanza di situazioni che si traducono nella parola “fine”. La partita contro il Cile ha evidenziato tutto ciò che alla vigilia si temeva. Un disastro è stato Xabi Alonso, irriconoscibile Casillas, inconcludenti e confusionari, Ramos, Javi Martinez, Jordi Alba, Busquets, Pedro, Silva, Diego Costa, con Iniesta che sembrava predicare nel deserto e Piquè, Xavi e Villa stranamente relegati in panchina per dubbia scelta tecnica. Insomma, al Maracanà si è consumata la fine di un ciclo al cospetto di un ottimo Cile, ma non certo irresistibile. Adesso, per le furie rosse comincia la difficile risalita all’innovazione, ai cambiamenti che probabilmente non saranno radicali, ma dovranno certamente essere orientati all’impostazione di  un calcio diverso e, soprattutto, con giocatori diversi. In questi casi, il processo di cambiamento e di ristrutturazione nell’ambito della squadra potrà avere tempi molto lunghi, tuttavia, la lunga storia del calcio spagnolo ci ricorda che non possono davvero passare troppi anni, prima di ritornare ai vertici del calcio mondiale. E, se è vero che la fretta è cattiva consigliera, è altresì vero che tra la Nazionale spagnola e i club della Liga (Real Madrd, Atletico Madrid e Barcellona) non ci può essere questo gap, che allo stato attuale delle cose sembra addirittura incolmabile.

Salvino Cavallaro    

Salvino Cavallaro