VOLA IL TITOLO RCS E CAIRO CONFEZIONA 71 MILIONI DI UTILI


Non c’è che dire. Il presidente del Torino
Calcio, proprietario di RCS, di LA7 e di Cairo Communication, sembra il medico
adatto per curare i vogliosi di denaro. Dategli fiducia e lui saprà come portarvi
all’apice della conduzione economica e finanziaria di una società. Ha sempre la
terapia adatta a duplicare o triplicare il fatturato, senza mai rischiare minimamente
un eventuale debito che è solito fare abbassare con grande maestria. Chapeau,
dunque, mister Cairo, nulla da dire sulle sue capacità manageriali che fino ad
oggi non conoscono tracolli finanziari per le società da lei gestite. Da
ammirare davvero! RCS, l’azienda editoriale che pubblica la Gazzetta dello
Sport e il Corriere della Sera, nel 2017 ha registrato un utile di 71,1 milioni
di euro contro i 3,5 del 2016, con ricavi consolidati di 895 milioni rispetto
ai 968 precedenti. Proventi derivanti da cessioni finanziarie, plusvalenze e
alte quotazioni in borsa dei titoli finanziari riguardanti le sue aziende, sono
il suo chiodo fisso, la sua realizzazione personale, capace di fargli gonfiare
giustamente il torace per la grande soddisfazione. L’editoria è il campo
commerciale sul quale Cairo sa
districarsi con capacità non comuni. Ma il calcio, il suo Torino che esiste di
fatto nella città piemontese ma che ha il suo cuore contabile e amministrativo
a Milano, resta sempre inesistente di gloria sportiva e perfetto nei numeri.
Non ricordiamo a memoria un Torino così straordinariamente curato nei
particolari economici, ma il pallone che è la materia prima di un’azienda
calcio è perniciosamente contrastato dai numeri, dai conti. Non si fa nulla se si
riscontra qualcosa che non faccia quadrare il bilancio. Ed è tutto così maledettamente
freddo, cinico e senza cuore, questo pallone granata che non si riconosce
neppure più nella sua più naturale e antica tradizione sanguigna. ” Così è se vi pare”, scrisse nella sua
bellissima opera teatrale Luigi
Pirandello, dove l’impossibilità di conoscere la verità assoluta si genera
con il relativismo delle forme, delle convenzioni e delle esteriorità. Qual è
dunque la verità di questo Torino targato Urbano
Cairo, se è ben gestito dal punto di vista amministrativo e troppo frenato
nel tentativo di concedersi con orgoglio obiettivi e primati da raggiungere in
un pallone che ridimensiona la storia granata? Tutto è relativo e tutto è come
scrisse Pirandello: “Così è se vi pare”.
Salvino
Cavallaro