«SETTANTA ANGELI IN UN UNICO CIELO». UNA COSA BELLA!


Dal 16 febbraio al 20 aprile,
presso il Museo del Grande Torino e
della Leggenda Granata, si è svolta una mostra davvero speciale, forse
unica nel suo genere. “Settanta Angeli
in un unico Cielo” è il titolo
di un evento che va oltre ogni provocazione e oltraggio che spesso assistiamo
all’interno degli stadi, per ricordare a tutti che le tragedie non hanno
bandiere e che ogni angelo è una leggenda. La tragedia di Superga del 4 maggio 1949 si stringe all’altra tragedia dello Stadio Heysel di Bruxelles avvenuta il 29
maggio 1985. Cambia il giorno, cambia l’anno, cambia la fede calcistica, ma
non cambia il mese delle avvenute tragedie e neanche il dolore per la morte di
70 persone che è muto, uguale nel lasciarti inerme, che è disarmante di fronte
a un destino crudele che ha colpito i tifosi del Torino e della Juventus. Un
po’ come dire che davanti alle tragedie e alla morte c’è poca voglia di pensare al distinguo di
una appartenenza calcistica che storicamente si contrappone, talora, anche in
maniera eccessiva. Storia di curve, storia di frange estremiste che ci portano
indietro negli anni per rivalità che sconfina in una mancanza di sana cultura e
di civiltà. Giusto il tifo, giusta la passione, giusti i sani sfottò, giusta la
rivalità agonistica in campo e fuori, giusto tifare per la propria squadra nel
rispetto della passione degli altri. Sbagliato è prevaricare nell’offesa ed è
aberrante quando si trascende nella provocazione e nell’oltraggio verso i morti
che non hanno, non possono avere né colore, né bandiera alcuna. E’ un fatto di
sensibilità, di umanità, di civiltà e maturazione sportiva che tarda ad
arrivare, a rientrare nella logica naturale del rispetto per la sacralità della
morte. Ed è proprio nell’occasione delle avvenute tragedie che è giusto
rispettarsi, camminare fianco a fianco in sintonia, non tenendo conto delle
diverse passioni, delle antiche ruggini, delle cattiverie che spesso avvelenano
e sfociano in maniera esasperata e incontrollata in guerriglie tra opposte
fazioni. Sì, perché la tragedia, il dolore e la morte deve unire, mai
disgregare. Ed è per questo nobile motivo di riflessione che ringraziamo di
cuore il Museo del Grande Torino, il
suo presidente Domenico Beccaria, il
direttore Giampaolo Muliari, i
componenti dell’AMSG (ASSOCIAZIONE
MEMORIA STORICA GRANATA) e tutti i volontari di fede granata che
si sono prodigati in maniera lodevole nell’organizzare questa bellissima mostra
dedicata ai “Settanta Angeli che sono
sotto un unico cielo; il cielo di Torino”. E’ davvero “UNA COSA BELLA”, questa idea museale granata, una riflessione a
guardare dentro la nostra anima, un esempio che vorremmo fosse seguito anche
dallo Juventus Museum, proprio per
continuare quel processo di sensibilizzazione che dovrebbe aiutare ad
accorciare i tempi nel raggiungimento di quella maturazione sociale nell’ambito
dello sport che si chiama “RISPETTO”, ma anche “SENSO CIVILE’”.
Salvino
Cavallaro