Di seguito la conferenza stampa del nuovo tecnico del Catania, Giuseppe Sannino, seguita da IlCalcio24.com:
"Da poco sono andato via dall'Inghilterra e ve lo dico col cuore: avrei voluto che il Catania non si trovasse in questa situazione. Perché sono andato via dall'Inghilterra? Voglio fare l'allenatore! In Inghilterra ci sono tante belle realtà che non ti fanno vivere questo lavoro con passione. Adesso andiamo a lavorare e cerchiamo di far sentire questi ragazzi protagonisti: hanno in mano le sorti di questa città e di questa società e hanno una guida. Bisogna capire il momento: so che è importantissimo farli sentire parte della squadra. L'aspetto tattico? I numeri lasciano i tempi che trovano: sarebbe da stupidi snaturare il progetto del 4-3-3. Ciò che chiedo è avere tutti la stessa idea, ovvero quella di sopraffare l'avversario con la qualità e la voglia di vincere ogni duello. Bisogna essere concreti: niente particolarismi. Io non voglio essere amico di nessino: ognuno deve fare questo mestiere al massimo e quando questo coincide col pensiero dell'allenatore, la strada è sempre dritta. C'è tanto da lavorare e confido molto in ciò che possono dare i giocatori dal punto di vista mentale: bisogna togliere qualche "Io" e mettere dei "Noi". Io non sono un inventore: mi piace mettere in campo la voglia di scendere in campo a guadagnare punti pensando che gli altri siano più bravi di noi.Ho voluto un anno di contratto perché credo poco ai progetti: non mi piace essere un peso alla società, facciamo un passo alla volta."
A IlCalcio24.com, Mister lo slogan del Catania quest'anno è stato "RipartiAmo" ciò mette subito in chiaro quale sia l'obiettivo della società, come pensa di raggiungerlo e da quali giocatori si aspetta il salto di categoria?: "So che il nostro obittevo deve essere quello, ma il campionato di Serie B non è facile, è lungo e pieno di insidie, certamente mi aspetto molto da tutti in particolare che i vecchi che sono rimasti a Catania donino lo spirito giusto ai nuovi".
Continua Sannino: "Ogni squadra andrà ad affrontare il Catania con molta fame, con la voglia di emergere e di salire in Serie A, come dobbiamo fare noi. Il portiere? Siamo stati sfortunati ad avere questi infortuni. Io la penso così: chi è disponibile e va in campo, è il migliore giocatore del mondo. Credo che i giocatori debbano contare sul proprio allenatore: io voglio capirli: il compito principale è quello di dargli sicurezza. L'esperienza di Varese in B? E' un'altra situazione rispetto a quei tempi! Ho trovato dei ragazzi che ho già avuto e loro sanno che c'è tanta strada da fare. Io sono qui non per curare, ma per lavorare e raggiungere un obiettivo: non so come e non so in quanto tempo. Il calcio è anche gioia: dobbiamo essere consapevoli che ci sono 20.000 persone che si battono per noi al Massimino. Conta essere un blocco unico, poi deve essere un allenatore a mettere il giocatore in condizione di rendere al meglio: difendiamo in 11, attacchiamo in 11. Cosa è accaduto nel Catania? E' la vita! Lo scorso campionato era già segnato per il Catania: adesso, però, molti vogliono ridare ai tifosi ciò che gli hanno tolto".
La parola poi passa all'a.d. del Catania, Pablo Cosentino: "La scelta del mister è stata fatta perché pensiamo si tratti della persona adatta in questo momento. La squadra è completa sono tutti i punti di vista. Cosa è successo dall'anno scorso? Il calcio non è una scienza esatta: se nella prima partita non entrava il pallone, stavamo parlando di altro! Pellegrino non deve avere nulla da rimproverarsi e sono molto contento del lavoro che ha fatto. Se c'è delusione? La delusione è grandissima, ma la voglia di riparare agli errori è altrettanto grande! Che tipo di pubblico devo aspettarmi sabato? Un pubblico che apprezza lo sforzio dei giocatori e che li sostiene. Gli infortunati? Hanno avuto dei piccoli problemi, ma stanno recuperando. La reazione di Leto? Non verrà multato: è un gesto di rabbia che può capitare a chiunque, anche a me! Io multo un giocatore che non si impegna, non un giocatore che reagisce così."
A IlCalcio24.com, la decisione di cambiare il mister è stata prettamente sua o condiviso con il Presidente: "Qui prendiamo tutte le decisioni in due, sia che il sottoscritto che il Presidente abbiamo deciso che cambiare era la decisione giusta".
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