Spesso, camminando per strada, ci fermano i tifosi del Toro chiedendoci notizie di Aldo Agroppi. In effetti, dopo l`infarto che l`ha colpito il 16 novembre 2011, abbiamo avuto poche notizie di lui. Sappiamo di sicuro che oggi si è ripreso molto bene dal male che l`ha attaccato improvvisamente, tuttavia, nonostante tutto, il suo stato d`animo non è dei migliori. Colpa della sua depressione che lo affligge ormai da diversi anni, capace di contrapporre in lui momenti di euforia ad altri di buio scoraggiamento. Così, nonostante la sua voglia di non rilasciare interviste e di non incontrare nessuno, abbiamo insistito per incontrarlo.
Come stai Aldo?
Adesso meglio, grazie. Ho passato un brutto momento, ma ora sto bene, grazie anche alle cure che il cardiologo mi ha imposto di fare. Sono molto attento a non sgarrare, anche se in certi momenti della giornata mi intristisco, probabilmente perché mi attacca quella depressione che, ormai da tanti anni, non vuole più lasciarmi in pace. Convivo con questa maledetta malattia che, in momenti come questo, mi lascia un po` più tranquillo e in altri mi attacca ferocemente. Adesso comincio a patire anche il caldo improvviso; tuttavia in confronto a quanto ho sofferto a causa dell`infarto, non posso certo lamentarmi.
Parliamo di calcio, dai!
Sì, molto volentieri.
Cosa pensi del ritorno in serie A del Toro?
Qualche settimana fa ho espresso il mio pensiero tra le pagine di Tuttosport. Ribadisco che sono molto felice. Era ora, dopo tre lunghi anni vissuti nel purgatorio della serie B, finalmente si ritorna in quel posto che, una società storica come il Toro merita di diritto. Adesso bisogna sapere gestire e programmare la serie A in maniera lungimirante, evitando quelle improvvisazioni approssimative e quella mancanza di un serio progetto che sono state le cause dei ripetuti insuccessi del Toro di questi anni. Sappiamo che il presidente Cairo non può fare grandi investimenti, tuttavia è importante che faccia tesoro degli errori precedenti, affidando la programmazione tecnica a Ventura e Petrachi e cercando di ricostruire un patrimonio di giocatori di proprietà che oggi purtroppo non ha. Si deve programmare un Toro capace di mantenere la categoria a tutti i costi.
Si parla dell`avvento degli sceicchi nel campionato italiano. Pensi che sia un bene per il nostro calcio?
Loro sono portatori di quattrini, ma anche di tanti problemi. Le squadre più piccole sarebbero indubbiamente penalizzate e soffrirebbero tremendamente dal punto di vista della competitività. Ritengo che possano destabilizzare il mercato di un calcio che ha già iperboliche ricchezze. Certo, per loro spendere 100 milioni di euro è niente, tuttavia è necessario riflettere che a tutto c`è un limite.
Che cosa pensi della piaga mai rimarginata del calcio scommesse?
La notorietà e la ricchezza fanno diventare stupidi anche i saggi. Quando i calciatori non avevano ancora assunto la notorietà e la ricchezza, si comportavano in maniera più saggia e dignitosa. Poi, una volta raggiunta la fama, non si sono più accontentati delle grandi ricchezze, delle macchine veloci, e del lusso che il calcio stesso gli garantisce. Stupidamente e per immaturità, hanno tentato di andare ancora oltre l`iperbolica ricchezza, sfidando ingenuamente il rischio di fallimento della carriera, della propria immagine, dei propri affetti più cari, bruciando letteralmente la propria vita. Se manifesti la tua avidità e non riesci a fare un distinguo sostanziale della differenza tra il bene e il male, quella è la prova provata di una fragilità e di un equilibrio interiore mai raggiunto.
E veniamo al calcio d`attualità. Qual è il tuo giudizio sul Campionato Europeo sin qui svolto?
Ogni campionato, sia esso mondiale o europeo, parte sempre in sordina. Poi, strada facendo, vanno delineandosi più marcatamente i valori tecnici delle nazionali più accreditate alla vittoria finale. Fino ad oggi non abbiamo ancora visto brillare le stelle del campionato. I vari Robben, Cristiano Ronaldo e altri nomi illustri non hanno ancora espresso tutta la loro potenzialità. Sono convinto che non tarderanno a fare la differenza per le proprie squadre.
Che cosa pensi della Nazionale Italiana e del 3-5-2 adottato da Prandelli?
E` un`ottima nazionale che è ben assemblata da Cesare Prandelli. Il modulo scelto non è essenziale ai fini del migliore risultato della squadra. Sono le caratteristiche dei giocatori messi in campo che determinano il modulo migliore. E poi quando si parla di difesa a tre, spesso non si tiene conto che nella fase di interdizione, con l`arretramento degli esterni di centrocampo, la difesa diventa a 5 e non più a 3. Ottimo l`adattamento forzato di De Rossi in sostituzione dell`infortunato Barzagli. Penso che questa squadra, se lasciata tranquilla e lontana da polemiche, possa davvero dare molte soddisfazioni.
A proposito di polemiche. Qual è il tuo pensiero sulle dichiarazioni di Cassano in sede di conferenza stampa, a proposito dei gay in Nazionale?
Una caduta di stile che preferisco non commentare. Comunque, penso che l`errore sia nato in primis dall`ufficio stampa il quale, scegliendo Cassano per parlare davanti a giornalisti di tutto il mondo, sapeva già in partenza delle possibili figuracce cui sarebbe andata incontro.
Salvino Cavallaro
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