IBRAHIMOVIC VUOL TORNARE ALLA JUVE? MAH!


Storie di calciatori e di
tradimenti, di legittime ambizioni e di imperdonabili mancate promesse di amore
eterno. La notizia che Zlatan
Ibrahimovic sarebbe disposto a ritornare nel campionato 2015 alla Juve, ha
fatto scalpore tra i tifosi che lo chiamavano “traditore” per aver lasciato la
Juve quando è stata retrocessa in Serie B, per andare proprio all’Inter. Ora i
tifosi bianconeri pur non avendo dimenticato, sarebbero disposti all’unisono ad
accoglierlo a braccia aperte e con grande rinnovato entusiasmo. Com’è strano
questo mondo del pallone che ti proclama mito dal tallone d’Achille, che suscita
emozioni senza fine e al contempo è capace di conoscere odio e antipatia.
Sentimenti contrastanti che si attorcigliano, che s’intersecano tra di loro e
che ti fanno pensare che nel calcio, tutto è il contrario di tutto. Intendiamoci,
al momento la notizia data dall’allenatore Stefan
Hansson (ex tecnico di Ibrahimovic) di questo segreto sogno dell’attaccante
svedese è assolutamente remota, tuttavia, ci fa pensare come basti poco ad
accendere l’entusiasmo dei tifosi. Un rapporto di odio – amore, che si
manifesta sottile come un filo talmente esile da spezzarsi al primo soffio di
vento, per poi ricomporsi con la stessa facilità di una magia. A quanto pare
Ibrahimovic non ne fa una questione di soldi, ma vuole scegliere in base ai
suoi gusti. Una cosa davvero strana per un soggetto che lungo l’arco della sua
carriera ha dimostrato di essere mercenario e di andare là dove c’era maggiore
convenienza economica. Altro che sentimenti e attaccamento alla maglia, alla
società e ai tifosi; questi sono discorsi anacronistici che il pallone non dà
più modo di scrivere neanche più attraverso i fumetti. Ibra è l’emblema del
calcio moderno che conosce in maniera spietata soltanto il dio denaro e che si
nasconde ancora tra “sentimenti” che oggi si chiamano minus e plus valenze,
attribuibili soltanto ai bilanci delle aziende calcio. Il resto è frutto
dell’immaginazione che appartiene di diritto ai tifosi, al loro cuore, ai loro
sogni, al loro creare il mito che lotta in campo per far vincere la propria
squadra del cuore, alla loro irrazionalità che ha la prevalenza sulla logica di
un pallone che ha la faccia di Euro, di Sterline o di Dollari. Adesso si
accenna a un ritorno al cuore, ai sentimenti, non da parte dei tifosi ma di un campione
che preferirebbe la Juventus come squadra ideale in cui a suo tempo si è
trovato bene. Una sorta di rievocazione di un ottimo ricordo personale che, se
fosse vero, farebbe davvero pensare a un qualcosa d’incredibile. Per carità,
non lasciamoci assalire dall’incredulità attraverso pensieri diffidenti e
maligni, tuttavia, sapendo ciò che oggi è il mondo del calcio, ci sembrerebbe
davvero incredibile riscrivere una storia che sa più da libro cuore, piuttosto
che di affari economici appartenenti alla ricchezza del pallone.
Salvino
Cavallaro