DISFATTA ARGENTINA


Argentina – Croazia 0 – 3. Un risultato che
ai mondiali di Russia ha destato un inevitabile stupore. Ma chi ha assistito
alle due partite iniziali dell’Albiceleste contro Islanda e Croazia, ha notato il
serpeggiare di un certo nervosismo che è premonitore del malessere cui è
afflitto Lionel Messi e i suoi
compagni di squadra. Il motivo? L’insanabile spaccatura in seno allo
spogliatoio che non ha legato fin dall’inizio con il C.T. Jorge Sanpaoli. Sono cose che esistono nel mondo del calcio e
che spesso sono capaci di mettere in evidenza certe fragilità che sembrerebbero
non esistere tra giocatori forti tecnicamente come appunto sono gli argentini.
L’unione resta da sempre la vera forza del calcio, il vero focus che ti fa volare
e ottenere prestigiosi risultati. E anche in un’equipe che vanta uno dei due
giocatori più forti al mondo, se non c’è armonia di gruppo non vai da nessuna
parte. D’altra parte, non si è mai vista nel calcio una compagine che viva
esclusivamente del suo giocatore migliore. Certo, parlando di Messi ci
riferiamo a un extraterrestre che, se in forma, è capace di fare la differenza della sua squadra
anche se da solo non potrà mai vincere da nessuna parte. Sostenendo questo,
vogliamo dire che nonostante i grandi valori tecnici dell’Argentina, i
giocatori in campo hanno sempre bisogno di una guida che li disciplini
tatticamente, cogliendo le posizioni migliori per sfruttare le proprie
caratteristiche a beneficio della coralità. Ebbene, Jorge Sampaoli in tutto questo non ha dimostrato di avere le idee
chiare. Troppi giocatori buttati nella mischia, altri lasciati inspiegabilmente
in panchina e poi chiamati in campo per tentare l’impossibile. Troppo
nervosismo e idee confuse, l’Argentina non può essere questa. E adesso, dopo
questa disfatta contro la Croazia che sa di umiliazione, l’Albiceleste rischia di
tornare a casa anzitempo. Proprio lei che alla vigilia dei Mondiali era
considerata tra le papabili nazioni capaci di alzare la coppa sul cielo di
Russia. Questo è il calcio, questa è la realtà di un gioco incapace di dare
certezze perché troppe cose sono legate a un filo talora anche invisibile. In
fondo è la sua bellezza, il fascino che sa fare intersecare emozioni di gioia e
amarezze che non t’aspettavi. E così, per una Argentina che ci ha fatto
sgranare gli occhi della delusione, c’è una Croazia che entusiasma attraverso
un centrocampo molto ben assortito e geometrie di gioco essenziale quanto
proficuo. Capitan Modric sugli
scudi, un giocatore intelligente, ordinato tatticamente e votato al gioco di
squadra sia in zona di interdizione che in fase offensiva. Prova ne è il suo gran
gol che a dieci minuti dalla fine ha sentenziato il match. Ma la Croazia è
squadra compatta in tutte le zone del campo, dove ben interagiscono tra loro
sia Rakitic che Brozovic, Perisic, Mandzukic, Vrsaljco, Vida, Strinic, i quali enfatizzano
le loro caratteristiche tecniche attraverso il 4-2-3-1 voluto dal C.T. Dalic. Un po’ come dire che nel calcio non si vive di sola
pomposità, ma di idee chiare e di armonia tra i reparti. Questa è stata la
differenza sostanziale che è emersa dal match Argentina Croazia. E non è un
caso la probabile eliminazione della nazionale argentina, a discapito di una
Croazia che proseguirà il suo cammino mondiale. E noi siamo sicuri che farà
bene.
Salvino
Cavallaro