LA SCURRILITÀ DI SARRI, CHE DIMENTICA LO STILE JUVENTUS.


Non è falso puritanesimo il nostro. E non è
neppure voglia di fare polemica spicciola contro Maurizio Sarri, il quale è un esteta del bel calcio ma pecca in
maniera macroscopica sotto il profilo dello stile, della classe e del bon ton.
Eppure, sembrerà strano, ma è l’allenatore della Juventus, la società che negli
anni è stata rappresentativa di originalità, eleganza e stile. Già, quello
storico stile Juventus che non mancava mai occasione per sbandierarne i
principi e rimarcarne i contenuti. Il fatto che siano cambiati i tempi sotto l’aspetto
del rapporto della società e dei suoi collaboratori con i media, non giustifica
la ripetizione di vocaboli coloriti e poco adatti alle varie conferenze stampa
che l’attuale allenatore della Juve fa, nel significare talora la sua
disapprovazione su certi punti messi in atto dai colleghi giornalisti. “Mi girano i coglioni quando dicono che non ho vinto niente. Ho fatto otto promozioni
e tutte sul campo, non ho saltato una categoria tranne il passaggio da C1 alla
B, dove ho comunque raggiunto i play – off. E sul campo ho conquistato l’accesso
alla Champions…..”. Ecco, queste sono alcune frasi uscite dalla bocca di
Sarri rispondendo a chi sostiene che lui non ha ancora vinto nulla. Possiamo
capire il suo essere indispettito e adirato contro quella parte di colleghi che
affermano tale pensiero come dato di fatto, tuttavia, riscontriamo la
ripetitività dell’allenatore bianconero a dare risposte pepate e cariche di
linguaggio da bar dello sport. Peccato, diciamo noi, perché se il suo dire
avesse connaturato in sé la convinzione dell’importanza di essere l’allenatore
della Juventus, di una società e di un calcio che in Italia e in Europa ha una sua
collocazione storica di conquiste e di stile, probabilmente non scivolerebbe,
come spesso fa, su una buccia di banana. Ma il personaggio è questo, prendere o
lasciare. In fondo la società bianconera con a capo Andrea Agnelli, prima di assumere Sarri avrà ben valutato i pro e i contro di questo matrimonio che
si prefigge di armonizzare il calcio giocato di una Juve che per tanti anni ha
vinto attraverso lo sviluppo di un calcio non proprio divertente sotto l’aspetto
estetico del gioco. A dire il vero, a oggi, tutto questo miglioramento tattico
non l’abbiamo ancora visto, poiché a noi pare che la Juventus di Sarri sia in
un continuo cantiere. Una sorta di lungo periodo in cui il prova e riprova di
determinate situazioni tattiche, sono eloquenti di una situazione non ancora
chiara e ben definita. “Ho fatto una
cazzata” ha detto Sarri davanti
alle telecamere della Rai, quando gli è stato chiesto perché nel corso della
partita contro il Milan, nella semifinale di Coppa Italia, ha sostituito tre
uomini del centrocampo in una sola volta. Evidente il fatto che ancora sta
provando situazioni che per caratteristiche di giocatori in rosa non sono
confacenti al suo schema tattico di gioco, fa pensare in un tardivo (lasciando
a parte i tre mesi di stop) arrivo di un assetto tattico che dovrebbe essere
già stato rodato e consolidato. Intanto, questa sera ci sarà la finale di Coppa
Italia contro il Napoli di Gattuso. E’ la seconda occasione per mister Sarri di
conquistare un trofeo da quando è alla Juve (la prima occasione è stata fallita
contro la Lazio in Supercoppa), vedremo come andrà a finire. Forse tutto questo
suo nervosismo nasce proprio dal fatto che poco per volta sta prendendo
coscienza che alla Juve non basta l’etichetta di coach dalle mille idee moderne
da calcio spettacolo, perché in questa società l’essenziale è vincere. Lo
dicono i milioni di euro spesi per tentare il triplete e avere a disposizione
due squadre titolari carichi di campioni e una mentalità che basta sfogliare
gli annali bianconeri per capirne il senso, anche di uno stile Juventus e di un’eleganza
verbale che Sarri non ha ancora compreso. E chissà cosa direbbero oggi, in tale
situazione, lo zio e il padre di Andrea!
Salvino
Cavallaro