“Grandi,
ma non abbastanza”. E’ l’amaro commento di Massimiliano Allegri dopo la partita di
Champions contro il Bayern. La Juve
esce dalla competizione europea a testa alta, anzi altissima, per aver dominato
per 70 minuti i temibili avversari. Peccato davvero per un risultato di 4 a 2
maturato nei tempi supplementari, dopo che la Juve al 90° si era fatta
raggiungere sul risultato di 2 a 2. Possiamo dire che la Juventus di Allegri si
è presentata molto preparata davanti alla commissione d’esame di maturità, ed è
stata pure capace di meravigliarla alla grande, meritando pieni voti. Poi, improvvisamente, si è inceppata dopo
poche domande e per puro caso non ha superato la prova. Ci piace usare questa
metafora di vita scolastica, per assorbire meglio la delusione cocente, nel
tentativo di capire le cause di una Juve che prima ti sbalordisce e poi viene
sconfitta immeritatamente. Come tutti sanno, i bianconeri si sono presentati
all’Allianz Stadium con le pesanti assenze di Marchisio, Dybala, Chiellini, cui si è pure aggiunta
all’ultimo momento anche quella di Manzukic
che è poi entrato nel secondo tempo al posto di Morata. Già, Morata. Una
partita da 8 la sua, capace di rispolverare il Morata capace di ripartenze
improvvise e strappi vigorosi. Aiutato da un improvvisato modulo voluto da
Allegri che con il 4-5-1 prevedeva le grandi ripartenze degli esterni Cuadrado e Alex Sandro, Morata ha trovato una serata di antica magia. Fresco
nell’interdizione e caparbio nel ripartire all’attacco. Ma è stata tutta la
Juve ad interpretare un calcio ad alti livelli, mettendo alla sbarra per ben 70
minuti un Bayern Monaco che a nostro avviso è solo secondo al Barcellona. E
così dopo aver segnato con Pogba e Cuadrado, nel primo tempo la Juve ha avuto
pure la possibilità di portare a 4 le sue reti, se solo si fosse convalidato il
gol di Morata che non era in fuorigioco e fosse entrato quel tiro di Cuadrado
che, solo davanti a Neuer, ha calciato
banalmente sul portiere. Incredibile! Per tutto il primo tempo abbiamo visto
solo una squadra: la Juventus. Poi, nel secondo tempo, la Juve ha abbassato il
suo baricentro soffrendo in modo esagerato e, dopo i primi dieci minuti, i
tedeschi hanno cominciato a spingere in modo convinto. Nel frattempo Allegri sostituisce
Khedira con Sturaro e Morata con Mandzukic, mentre Pep Guardiola, tra gli altri, fa entrare Coman. Il francese è stato la chiave di volta della gara, poiché
Alex Sandro, ormai stanco, non è stato in grado di contrastare la freschezza
del nuovo entrato. Così il Bayern segna, prima con Lewandoski e poi con Muller
al 90’. Poi, nel corso dei supplementari, i tedeschi di Pep Guardiola vanno a
segno con Alcantara e pochi minuti
dopo con Coman. La bolgia infernale
dell’Allianz Arena, fa da cornice ai festeggiamenti per un’entrata ai quarti di
finale che, così come si erano messe le cose, sembrava quasi svanita. La Juve
può recriminare sugli errori dell’arbitro, sui cambi sbagliati di Max Allegri
(Morata non doveva essere sostituito), sul non essersi ravveduta in tempo nel
cambiare la marcatura su Coman e sull’incapacità di chiudere la partita quando
si è presentata l’occasione. Tuttavia, pur con tutta l’amarezza del caso,
dobbiamo dire che questa Juventus è cresciuta molto a livello internazionale, assottigliando
quel gap ancora esistente tra lei e le altre grandi squadre europee. Questo ci
ha detto un ottavo di finale, che la Juve di Allegri avrebbe meritato di
superare alla grande. E adesso, tutti insieme, dalla società, all’allenatore,
alla squadra, devono avere la consapevolezza che questo incidente di percorso
ha aperto grandi prospettive future.
Salvino
Cavallaro
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