ITALIA, DISORDINE TATTICO E POCHEZZA DI CREATIVITÀ E FANTASIA.


“Al Santiago
Bernabeu non ho visto serpenti e neanche coccodrilli, quindi che paura dobbiamo avere?”. Queste sono state le ultime
parole del C.T. Gianpiero Ventura in
conferenza stampa prima della partita contro la Spagna, valevole per la
qualificazione ai mondiali di calcio 2018. E invece la paura c’è stata, anzi
diremmo proprio che l’assenza di reattività e di fisionomia di gioco sono state
l’emblema di una partita scialba e priva di significato. In campo una sola
squadra: la Spagna, che ha sovrastato l’Italia in lungo e in largo. 3 a 0 è
stato il risultato finale con doppietta di Isco
(l’hombre del partido) e gol di Morata.
Dell’Italia ricordiamo soltanto un colpo di testa da parte di Belotti nel primo tempo, e poi nulla
più. Poco, troppo poco in un 4-2-4 voluto dal C.T. azzurro che avrebbe dovuto
spingere all’attacco una squadra che aveva assoluto bisogno di vincere per
confermare il primato in classifica e garantire la qualificazione al mondiale
2018. Ma tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare, perché i soli Verratti e De Rossi sono stati letteralmente sovrastati dal centrocampo
spagnolo che, già dall’inizio della gara, ha dimostrato superiorità tecnica e
tattica. D’altra parte, già a priori si sapeva del divario tecnico e fisico dei
nostri avversari, tuttavia, nessuno avrebbe potuto prevedere una debacle così
sconfortante. La sterilità di idee e di gioco ha agevolato il compito dei
nostri avversari, che a un certo punto della gara hanno quasi confuso la nostra
Nazionale per una qualsiasi sparring partner ideale per potersi allenare. E’
stato davvero deprimente assistere a una gara in cui persino Buffon ha dimostrato incertezze,
soprattutto sul primo gol di Isco su
calcio piazzato; il che è tutto dire! Adesso, dopo la partita con Israele e le
restanti partite da disputare, è assai probabile che i play off di qualificazione
mondiale si giocheranno contro la seconda di un altro girone. Diamo dunque a Gianpiero Ventura la responsabilità di
una scelta tattica che ha agevolato il gioco dei nostri avversari. Strane le
sue scelte, proprio lui che ha sempre prediletto il calcio difensivo a quello
propositivo. Ragliatela a centrocampo e buon assetto di difesa, è stato il suo
credo fin da quando ha allenato il Torino. E invece, chissà come, chissà perché,
questa volta ha voluto in avanti Candreva
e Insigne a supportare Immobile e Belotti. Una pazzia davvero! Non si può sfoltire il centrocampo
lasciando la difesa in preda ai furibondi attacchi degli spagnoli. Eppure, poco
più di un anno fa, erano stati gli azzurri a cacciare fuori dall’Europeo la
Spagna con Chiellini e Pellè. Segno evidente che nel calcio le
cose cambiano in maniera repentina e che per restare sempre sul pezzo occorre
continuità di buona gestione tattica e ottima preparazione dal punto di vista
atletico. Tutto questo al Santiago Bernabeu non c’è stato. Adesso ci aspetta l’Israele
e dobbiamo rispolverare orgoglio e dignità, per guadagnarci gli spareggi che
portano al Mondiale 2018. Riuscirà il nostro C.T. a mettere ordine a un gruppo
che ha subìto una dura lezione di calcio vero?
Salvino
Cavallaro