SÌ, REAL MADRID PIÙ FORTE. MA CHE JUVE PASTICCIONA E DISARMATA!


“Vincere non
è importante, è l’unica cosa che conta”. Chissà cosa avrà pensato il buon Giampiero Boniperti dopo avere assistito
alla partita di Champions che vedeva la sua Juventus a confronto con il Real
Madrid. Uno 0 - 3 a favore dei madridisti che sa di qualcosa di disarmante e
che contrasta completamente il significato emblematico di una Juve che pensa
sempre in grande per arrivare a quella vittoria che in fondo è l’unica cosa che
conta. Possiamo definirla chiaramente una serataccia, quella dei bianconeri di
Champions contro CR7 and company. Che il Real Madrid sia più forte della
squadra di Allegri non ci sono dubbi, tuttavia, l’analisi attenta della gara ci
ha dato alcuni spunti di riflessione che vanno oltre il banale pensiero di
avere incontrato degli extraterrestri. E’ vero, il gap tra le due squadre è
apparso notevole soprattutto per la presenza di Cristiano Ronaldo che è assieme a Messi il miglior giocatore al mondo in attività. Detto questo,
possiamo affermare con tutta franchezza che lo sbracamento totale e i marchiani
errori della Vecchia Signora, hanno reso ancor più forte la squadra di Zinedine Zidane. Troppi errori sono
stati commessi dalla squadra di Max
Allegri che resta in parte colpevole di avere scelto una retroguardia con
esperienza, ma troppo disattenta. In buona sostanza, dopo avere ammirato il
bellissimo gol da cineteca di Ronaldo, ci viene il dubbio che anche il rotondo
risultato che ha azzittito il pubblico dell’Allianz
Stadium il quale è stato poi capace di una sportivissima standing ovation a
beneficio di CR7, sia il frutto di confusione difensiva e di imperdonabile
leggerezza. Sul primo gol di Ronaldo, infatti, Barzagli ha lasciato troppo spazio all’attaccante, il quale in
maniera furbesca ha anticipato tutta la difesa juventina e ha insaccato nei
primi minuti della partita. Sul secondo gol, poi, abbiamo ancora negli occhi il
marchiano errore difensivo di Chiellini,
il quale ha messo in difficoltà Buffon
che ci ha messo prima una pezza, e poi nulla ha potuto davanti alla stupenda
rovesciata di Ronaldo. Risultato? Abbiamo visto De Sciglio e Barzagli colpevoli
di avere guardato il fuoriclasse dei blancos, senza neppure tentare di marcarlo
stretto. Poi, sul terzo gol di Marcelo,
abbiamo rivisto la confusione da sbracamento difensivo, in cui la Juve dopo
essere rimasta in dieci per l’espulsione da doppia ammonizione di Dybala, ha praticamente mollato ogni
tentativo di orgoglio pallonaro. Resta dunque troppo banale affermare la
schiacciante evidenza della superiorità del Real Madrid al cospetto della Juventus,
decantando le oggettive meraviglie tecniche e tattiche della squadra di Zidane. Sembra quasi un rifugio
psicologico, un alibi imperdibile che ti mette a posto con la coscienza per
avere affrontato una squadra più forte di te, contro la quale nulla è stato
possibile. Noi non siamo convinti di questo, perché la Juve non ha saputo
combattere e si è inchinata troppo presto alla superiorità dell’avversario. D’altra
parte, se hai la presunzione di tentare di misurarti ad alti livelli per vincere
una Champions che è diventata ormai una chimera, devi in qualche modo salvare l’immagine
di squadra consapevole dei propri mezzi, ma che ha anche carica di amor proprio
nel sapere affrontare squadre che ti sono oggettivamente superiori. Ebbene, la
Juventus non l’ha fatto; disarmata com’è stata dai suoi stessi errori di
squadra incapace di reagire. Non vogliamo parlare dei singoli, anche se abbiamo
già espresso il nostro parere sulla difesa. Sì, perché a perdere la faccia è
stata tutta la squadra, allenatore compreso. Adesso,chiusa questa pagina
infausta della storia della Juventus, c’è la partita di ritorno al Santiago Bernabeu. Saprà la Vecchia
Signora d’Italia salvaguardare la propria dignità davanti al mondo delle
stelle del pallone mondiale? E pur nella consapevolezza che per la Juventus la
strada della Champions 2018 sia finita malamente all’Allianz Stadium, crediamo che da parte di Higuain e compagni sia doveroso uscire a testa alta dal catino del Santiago Bernabeu. La Juve non può dimenticare chi è. Inchinarsi
arrendevolmente come ha fatto allo Stadium, non le si addice. Anche se l’Europa
e la Champions rappresentano per lei un’eterna e amara storia.
Salvino
Cavallaro