ALDO AGROPPI, “NON SO PARLARE SOTTOVOCE”


Una vita in contropiede (tra parole e pallone)
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Torino, 12/10/2017 -


Adesso è ufficiale, il libro di Aldo Agroppi uscirà il prossimo dicembre in tutte le librerie d’Italia e sarà pubblicato da Cairo Editore. Mai titolo di un libro fu adatto al suo contenuto. Aldo è così, prendere o lasciare. E’ il destino di tutte le persone schiette come lui, toscano fino alla punta dei capelli nel non conoscere dove sta di casa l’ipocrisia. Ricordo di aver letto con molto piacere il file che mi era stato inviato via mail. Bozze corrette e ricorrette dall’autore, che sapevano di impegno letterario da parte di chi si accingeva per la prima volta a scrivere un libro da solo, chiarendo pubblicamente come egli è nella sua anima e nel suo più profondo essere, con i pro e i contro di un carattere che è simile a un “legno storto”, così come (dice lui), era il “su babbo”. Devo dire che lo scorrere di questo lungo e intenso lavoro letterario, mi aveva affascinato sotto l’aspetto della conoscenza di un percorso di vita fatto in rettilineo, ma che spesso ha subito curve improvvise e inaspettate. L’amore eterno per Nadia, sua moglie, donna perfetta, con la quale condivide lunghi anni di matrimonio felice. E poi momenti di ricordi e figure incancellabili della sua famiglia che tracciano un passato fatto di umiltà e tanto orgoglio. Tutto questo s’interseca agli aneddoti che si sono sviluppati tra antipatie e polemiche vissute con personaggi del mondo pallonaro, vedi Mancini, Lippi, Sacchi. Pagine e  capitoli in cui Aldo mette a nudo le proprie ansie, le fragilità, l’oscurità e il pessimismo verso il mondo d’oggi che ha perso il senso dell’equilibrio e dei valori umani. Ma al contempo ho letto pagine che fanno sorridere, che sono esilaranti, capaci di contrapporsi a certi racconti commoventi. Il Toro, Gigi Meroni e la giornata di una maledetta domenica d’ottobre che inizia con la vittoria sulla Sampdoria e si conclude tragicamente con la morte della “farfalla” granata. Chi conosce Aldo Agroppi lo ritiene un caro amico, e chi come me ha avuto l’occasione di intervistarlo più volte, coglie sempre in lui il tratto malinconico di un’anima spesso inquieta, sensibile, reattiva alle storture e alle ingiustizie della vita, ma al contempo capace di sciogliersi come un bimbo. Sono i forti sentimenti contrapposti che lo coinvolgono personalmente, e forse, chissà, sono stati gli artefici del suo male oscuro che a un certo punto gli ha cambiato la vita. E’ l’Aldo Agroppi degli estremi opposti tra loro, che si sviluppano tra picchi di positività ad altri di negatività. E’ il marchio della sua vita di ex calciatore professionista e di uomo che con la sua schiettezza si è inimicato anche i “papaveri” del Potere. Per questo ha pagato a lungo sulla sua persona, ma la cosa più bella è che egli fa di questo suo modo d’essere il suo orgoglio. Senza rimpianti, senza incertezze, ma con la consapevolezza che se la sua vita dovesse ricominciare rifarebbe esattamente ciò che ha fatto. E’ Aldo Agroppi, mediano arcigno e marcatore senza mezzi termini in campo e nella vita. Incendiario e mai pompiere, per questo non sa parlare sottovoce.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro