IL TORINO SI RIAFFACCIA IN CAMPO INTERNAZIONALE


Era il 15 marzo del 1994 quando
il Torino fece la sua ultima apparizione in campo internazionale. Allora si
chiamava Coppa delle Coppe e i granata persero ai quarti di finale contro
l’Arsenal per 1 a 0. Troppo tempo è passato da quel giorno e troppi anni sono
stati spesi alla ricerca concreta del ritrovarsi. Di ritrovare la propria
identità e di ricalcare i fasti storici del Grande Torino e della nobile
società di calcio quale essa è. Il Torino, che da sempre appartiene di diritto
alle migliori società di calcio italiane, ha avuto un lungo periodo di
declassamento nazionale dovuto a molte vicissitudini societarie, fatto di
persone sbagliate e di incapacità gestionali, che l’hanno estromesso dal giro
del grande calcio internazionale. Oggi si riprende finalmente quanto da almeno
vent’anni sogna di accaparrarsi in maniera legittima. Si sa da sempre che nel
calcio come nella vita, nulla accade per caso e ogni cosa è frutto di un
progetto serio, di programmazione, di obiettivi da raggiungere con efficacia e
senza falsi abbindolamenti che fanno male ai tifosi e a tutto l’ambiente. Dopo
l’ormai noto fallimento, il Torino affidato a Urbano Cairo, editore di lungo
corso e manager d’indiscussa abilità imprenditoriale, ha avuto bisogno di
alcuni anni di inserimento in un mondo, quello del calcio, che l’ha visto
entrare come tifoso, ma neofita dal punto di vista della gestione effettiva di
una società di calcio. E così dopo un primo (e forse anche lungo) periodo di
assestamento, il Torino sembra rinascere con l’apporto innegabile di Giampiero
Ventura, un allenatore di grande esperienza che ha saputo calarsi in maniera
intelligente nell’ambiente granata. Un fatto non certamente trascurabile, se
pensiamo le bocciature di chi, prima di lui, si era presentato con grandi
proclami e mediocri risultati che, in alcuni casi, sono stati anche
fallimentari. Questa sera in Svezia, a Stoccolma, contro il Brommapojkarna non
ci saranno Cerci, Quagliarella, Darmian, Maksimovic e neanche Farnerud e Basha.
Il Torino si presenterà con la coppia d’attacco formata da Larrondo e Barreto,
non certo irresistibili, almeno sulla carta. Ma la squadra svedese non è certo
il Real Madrid e neanche l’Atletico Madrid, è una squadra modesta che comunque
non bisogna sottovalutare a priori perché potrebbe riservare delle sorprese.
Troppo navigato è mister Ventura per non catechizzare i suoi ragazzi. Il Torino
questa sera inizia un percorso o, se volete, ha un obiettivo da raggiungere, un
sogno chiuso nel cassetto che non si apre più da troppi anni. Adesso i tempi
sembrano maturi per provarci, per riprovare ad accostarsi là dove prima di
loro, soltanto il Grande Torino ha saputo fare. I nostri auguri sinceri vanno a
questo Toro di Cairo e Ventura. Un Toro che, siamo sicuri, questa volta non ci
deluderà nell’interrompere prematuramente un cammino internazionale conquistato
con la fatica di chi è abituato a ottenere le cose, grazie soltanto al proprio
lavoro. Ad maiora, Toro!
Salvino
Cavallaro