TAVECCHIO NON SI È DIMESSO


E
intanto si fanno i conti sulle perdite economiche.
A mente fredda (ricordo ancora la
sera della bruciante esclusione dai mondiali di calcio che mi ha fatto scrivere
fino a notte inoltrata), cerco di analizzare con più lucidità i vari aspetti
della bocciatura del pallone Nazionale e della sua governance. E’ certo che
abbiamo toccato il fondo, di questo non ci sono dubbi di sorta, ma sulle cause
più lampanti continuano a esserci gravi responsabilità che non sono imputabili
a una persona da punire sulla pubblica piazza ma (cosa ancor più grave) a un
sistema che è il vero responsabile delle lacrime di delusione versate da Buffon
e compagni. Oggi qualcuno parla di esagerazioni, di estremizzazioni di problemi
che al cospetto di altri dovrebbero passare in secondo piano. Tuttavia, resta
innegabile la grave negatività provocata dalla bocciatura del pallone mondiale,
che ci crea inevitabili scossoni d’immagine con ripercussioni in ambito
economico, politico e anche sociale. A chi è solito vedere le cose con
superficialità e comunque non con la necessaria profondità di pensiero, gli
sarà sfuggito che quel pallone mai entrato nella porta degli svedesi è costato
all’Italia circa 100 milioni di euro, tra sponsorizzazioni, diritti TV e premi
Fifa. E’ il giro vorticoso degli introiti della partecipazione alla World Cup,
che dà la dimensione di come il football delle Nazionali di calcio, è oggi un business
non meno di quello dei club. In Russia ciascuna delle 32 finaliste riceverà una
preparazione gratuita di 1,5 milioni di dollari, mentre le 16 squadre eliminate
nella fase a gironi intascheranno comunque 8 milioni di dollari ciascuna. Per le due finaliste,
poi, si parla di 38 milioni di dollari per la squadra vincitrice dei mondiali e
28 per la seconda classificata. La mancata partecipazione dell’Italia alla
World Cup in Russia, provoca quindi una svalutazione del brand Italia che ha
effetti pesanti sul piano degli incassi da sponsor e TV. Dunque, come dicevamo
pocanzi, abbiamo toccato il fondo su tutto, sia dal punto di vista sportivo che
economico. Adesso ci tocca ripartire e, anche se non sarà facile, ci chiediamo
come. Intanto le ultime notizie sulla riunione della F.I.G.C., ci informano che
il presidente Tavecchio non ha dato le dimissioni e che c’è stata bagarre nell’ambito
della discussione dei vertici federali. Damiano Tommasi, presidente dell’Aic,
ha lasciato anzitempo la riunione ancora in corso. Ciò pregiudica un ambiente
caldo fatto di accuse reciproche e di inquietanti dilemmi sul futuro del nostro
calcio.
Salvino
Cavallaro