RAIOLA: «IN ITALIA TOCCATO IL FONDO. SE PROPONGO AD UN GIOCATORE NAPOLI CAMBIA PROCURATORE»


Raiola
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19/07/2012 -

Mino Riola, procuratore tra gli altri di Ibrahimovic, parla ai microfoni del programma sportivo di Raffaele Auriemma Si Gonfia la Rete su Radio Crc.

«Condivido quanto dichiarato ieri da Ibrahimovic nel corso della sua presentazione al PSG, sebbene sia antipatico dirlo, il calcio italiano ha perso il suo appeal. In Italia dobbiamo affrontare assolutamente la realtà calcistica ed economica. Siamo un paese che non può più permettersi top player. Un calciatore del valore di Ibrahimovic, che considero tra i primi tre al mondo, anzi per me è il primo al mondo, non arriverà in Italia né questa stagione né la prossima. Nel calcio tutto è possibile, ma vi assicuro che non ci saranno questi arrivi».

«Sono finiti i tempi in cui vedevamo arrivare in Italia Maradona e Platini. Possiamo provare a costruirli, dobbiamo spingere la Federazione Italiana ad aiutare i club a costruire stadi e centri sportivi. Questo sarebbe un bene per i giocatori, per i procuratori, i presidenti, i club ed i tifosi. Siamo arrivati veramente al dunque: in Italia bisogna svegliarsi, più in basso di così non sui può andare. Ribadisco, in Italia non arriveranno top player, ancora più difficilmente a Napoli. Il sud d'Italia in Europa fa paura, fa paura non la conoscono bene, ci sono preconcetti. Facciamo un esempio clamoroso: oggi, un Messi o un Ronaldo non verrebbero mai a Napoli».

«Il mondo è cambiato, in Italia non ce ne siamo accorti. Il Brasile non è più paese di terzo mondo, gli Arabi non vivono più nelle tende, in India non ci sono solo i poveri ed i Cina non ci sono solo i comunisti. La Ligue 1 sta investendo, la Premier League è un marchio assoluto con club di certo valore e grandi giocatori. Poi, oggi, non si guarda più al campionato dove giochi, ma al singolo club. Ed il PSG ed il Manchester City oggi sono quelli più interessanti. Poi ci sono Real Madrid e Barcellona che si dovranno mettere in riga, non avranno più il predominio fiscale e finanziario e dovranno affrontare la concorrenza di questi grandi gruppi abari che vogliono vincere tutto».

«Negli anni d'oro in Italia non abbiamo costruito niente: né stadi, né centri sportivi, non abbiamo approntato le misure prese in Germania ed Inghilterra. La FIGC non è neppure riuscita a prendere un Campionato Europeo per intenderci. Da italiani dobbiamo avere il coraggio di criticarla per migliorarla. Lo dico da emigrato. Se oggi propongo ad un top player di venire a Napoli, lui cambia procuratore. A Napoli, ma non solo a Napoli: in Italia in generale non viene. Il PSG ha un progetto, un sogno ed un grande progetto per combattere contro le grandi realtà, con una grande città alle spalle».

«Hamsik? Non sono stato attivo nell'affare Hamsik, altrimenti disturbiamo la colazione al presidente De Laurentiis, si scalda troppo e da simpatico diventa antipatico. Marek è un grande giocatore ed è la fortuna del Napoli, se poi ti senti un grande giocatore ti devi misurare con un'altra realtà per dimostrare il tuo valore. Il presidente De Laurentiis non la pensa così e per me è un'idea sbagliata».

«Stesso discorso anche per Messi: è lui che fa grande il Barcellona o è il Barcellona che fa di lui un grande? Come Schumacher alla Ferrari. Questo è il mio pensiero su un grande atleta: devi cercare nuovi stimoli, che tu sia Messi, Ibrahimovic o Hamsik. Altrimenti sei un giocatore flacco, piatto. I presidenti devono capire che non si possono spremere i calciatori fino all'ultima goccia».

«Cavani? Sicuramente De Laurentiis ed i tifosi del Napoli non sono d'accordo con me. Se Cavani vale 100, 150 o 200 questo è un altro paio di maniche. Se un giocatore vuol rimanere è un suo diritto e nessuno lo contesta».

IlCalcio24 Redazione