E SE IL TORINO FOSSE DA PRIMI POSTI IN CLASSIFICA?


In questa pazza estate di calciomercato in
cui si sono spesi e incassati milioni di euro che sembrano noccioline, ci si
chiede chi davvero abbia fatto l’affare che sia inteso come economico e tecnico. Infatti, l’aver ceduto un
campione dal nome altisonante, non sempre è indicativo di indebolimento di
squadra. E’ inutile dire che quest’anno la Juventus l’’ha fatta da padrona con
i suoi numerosi acquisti di qualità e la cessione di un Pogba, che se pur
giovane e indiscusso campione, ha garantito una plusvalenza di 119 milioni di
euro. Pazzesco sarebbe stato non cederlo. Per il resto, abbiamo assistito a un
mercato che ancora si protrarrà fino al 31 Agosto e che ci sembra più ragionato
che spericolato. Dopo la cessione di Higuain, il Napoli sta operando in maniera
oculata sul mercato e le prime uscite stanno confermando quanto la squadra di
Sarri sia convinta a migliorare il già eccellente campionato dell’anno scorso.
Per il resto, la Roma di Spalletti ha cominciato anzitempo il suo ritrovo
annuale, in virtù di una preparazione che deve far fronte ai preliminari di
Champions League, così come il Sassuolo che deve affrontare i preliminari di
Europa League. E tenuto conto dei problemi di Milan e Inter e dell’anonimato
messo in mostra da Lazio e Fiorentina, ci sembra che il Torino del nuovo corso
targato Sinisa Mihajlovic sia il più accreditato a viaggiare tra le sfere alte
della classifica. Tutto questo ha un suo perché. Infatti, crediamo che il
presidente Cairo e Petrachi stiano per ultimare un mercato che da più parti è
considerato come quello più qualitativamente interessante degli ultimi anni.
Sempre con l’occhio vigile alla spesa, i due alti rappresentanti di casa
granata hanno acquistato Liajic e Iago Falque che si completano nello
scacchiere tattico dell’allenatore serbo, che avrà l’opportunità di valorizzare
le potenzialità tecniche e tattiche dei giovani Baselli, Belotti, Zappacosta,
che avevano bisogno di essere integrati da giocatori dello stesso spessore
tecnico ma con maggiore esperienza. Peccato che non sia arrivato Giaccherini
che è poi passato al Napoli, perché altrimenti sarebbe stata davvero la
ciliegina su una torta davvero succulenta. Con la probabile partenza di Bruno Peres
che non da oggi è fortemente voluto dalla Roma, resta la grana Maksimovic. Il
giocatore serbo, infatti, sembra orientato a cambiare aria perché vorrebbe
andare a Napoli per giocare la Champions League e perché gli sarà assicurato dal
presidente De Laurentiis un contratto che difficilmente potrà proporgli Cairo.
Così fa le bizze, non presentandosi agli allenamenti e facendo arrabbiare proprio
il suo allenatore, che fin dal primo momento in cui si è insediato in casa
granata l’ha ritenuto uno dei punti di forza del Toro. Ma si sa che di mezzo ci
sono i procuratori che propongono strade diverse e lauti guadagni. Vedremo come
si evolverà la situazione. Tenuto conto di quanto detto, c’è ancora da dire che
a parer nostro il Torino deve risolvere il problema del portiere. Padelli e
Gomis non garantirebbero tra i pali quella tranquillità che una squadra che
aspira giustamente a proporre una continuità di risultati, deve dare. Padelli
sembra interessare all’Atalanta e, se così fosse, Cairo e Petrachi dovrebbero
agevolarne la cessione pensando ad un acquisto importante in un ruolo che deve
essere di prima fascia. Tuttavia, analizzati questi aspetti, riteniamo che già
così il Torino ci sembra ben attrezzato per proporre un campionato di ottima
fattura. C’è un vento nuovo che soffia verso lo Stadio Grande Torino, una nuova
aria che spira dallo Stadio Filadelfia di nuova costruzione, che rinnova una
passione mai sopita di antica storia granata e che da quest’anno vuole
sprigionare tutto l’entusiasmo represso in tanti anni di attesa. Una
ricostruzione che sembrava incepparsi nei meandri dell’eterna burocrazia di questo
nostro Paese che spesso si perde tra problematiche politiche che nulla hanno a
che fare con lo sport. Pensiamo davvero che, se non interverranno cause
impreviste, il campionato 2016’17 rappresenterà per il Torino un anno da ricordare
anche per la crescita esponenziale di una mentalità vincente che da troppi anni
è apparsa opaca in tutti i suoi lati più importanti. Per questo siamo convinti
che quest’anno vedremo un Torino che sarà a ridosso delle grandi squadre del
campionato italiano, con il cipiglio e la grinta che deriva da una storia mai
dimenticata.
Salvino
Cavallaro