L’EUSEBIO CUP DI LISBONA, IN RICORDO DI QUEL 3 MAGGIO 1949.


Ci sono storie nel calcio che
vanno oltre il fatto tecnico e raccontano emozioni sempre vivide nel tempo.
Emozioni intense che si rinnovano puntualmente al ricordo incancellabile di
quel 3 Maggio 1949, in cui il Grande Torino di Valentino Mazzola andò a giocare
una partita amichevole a Lisbona e poi, nel viaggio di ritorno, si consumò la
tragedia di Superga in un maledetto pomeriggio del 4 Maggio. Chi era già nato e
chi non era ancora venuto alla luce del mondo, fa sua questa storia indelebile
del calcio di tutti i tempi. Un romanzo che si accompagna alle note melodiche
di una letteratura granata che appartiene a tutti, al di là di ogni fede
calcistica. E così, per la terza volta nella storia, Benfica e Torino si sono
affrontati in una partita dal significato romantico più che dal valore tecnico.
Soltanto due volte le due squadre si erano affrontate prima: il 3 Maggio 1949 a
Lisbona e il 6 Maggio 1964 a Torino, in occasione del quindicesimo anno dalla
morte del Grande Torino. Con l’Eusebio Cup organizzato l’altra sera a Lisbona,
si è voluto dare un doppio ricordo commemorativo che rinnova l’amicizia tra due
club così fortemente legati nei sentimenti e nei valori di un pallone che pur
nella sua logica di sport agonistico, fa sempre emergere i trascorsi che li accomunano
oltre ogni disputa. Un appuntamento con il passato, che il Luz di Lisbona ha
saputo organizzare in maniera esemplare. La storia ci racconta che quella
partita del 3 Maggio ’49 che il Grande Torino disputò a Lisbona, fu vinta dai
portoghesi per 4 a 3. Poi, come dicevamo, nell’amichevole disputata allo Stadio
Comunale di Torino nel ricordo degli Invincibili, il Benfica si impose
addirittura per 4 a 1 contro il Torino. Ma nella terza partita dell’altra sera
è stato il Torino a vincere la Coppa Eusebio, in un match terminato prima in
parità e poi vinto ai calci di rigore. Potremmo raccontare gli sviluppi dei
fatti tecnici, che hanno visto per alcuni tratti il Torino nell’apprendimento
del gioco di squadra voluto da Sinisa Mihajlovic. E potremmo anche soffermarci
sulla bellissima punizione calciata da Liajic che ha portato in parità il
Torino, ma sarebbe come banalizzare un match che in ogni tocco di palla, in
ogni gesto tecnico e in ogni gol fatto o subito, rimarca sempre il ricordo del
Grande Torino che si interseca come qualcosa che si manifesta con la presenza
costante che parte da Bacigalupo e non finisce mai. E’ lo spirito interpretato
dai ragazzi di Mihajlovic, che stanno studiando la storia granata come fosse un
DNA che si integra al fatto tecnico.
Salvino
Cavallaro