VIALLI, “HO AVUTO UN CANCRO, ADESSO STO BENE MA NON SO COME FINIRÀ LA PARTITA”


“L’importante
non è vincere; è pensare in modo vincente. Sì, perché la vita è fatta per il 10
per cento di ciò che ci succede e per il 90 per cento di come lo affrontiamo.
Spero che la mia storia possa aiutare gli altri ad affrontare nel modo giusto
quel che accade”. Sono parole di Gianluca
Vialli che danno il senso della sua attuale condizione umana così ricca di
riflessioni, dopo avere lottato contro il cancro. L’ex campione della
Sampdoria, della Juventus e della Nazionale si è raccontato al Corriere della
Sera spiegando per la prima volta di aver dovuto affrontare un tumore. Coraggio
di un bomber che è sempre stato modello di forza fisica ed interiore. La
solidarietà del mondo dei social è trasversale e non importa se fai il tifo per
la Sampdoria, per la Juventus o per qualsiasi altra squadra, perché quanto ha
rivelato Vialli ha commosso tutti facendo riflettere sul valore della vita e
della sua primaria importanza che, di fatto e non a parole, riconosciamo soltanto
quando si è toccato il fondo. Dopo l’operazione sono seguiti mesi di chemio e
radioterapia e adesso che ha pareggiato i conti, Vialli ha avuto bisogno di
sfogarsi, di raccontare la sua battaglia contro il cancro. E’ come mettere la
palla al centro, ripartire, fare un gol e continuare a combattere con la
caparbietà e la stessa forza di quando entrava nell’area di rigore per superare
l’ostacolo rappresentato dagli avversari. Sì, perché come lui oggi dice, la
partita non è ancora conclusa e bisogna mettere al sicuro il risultato finale.
E’ la partita della vita, la più importante che il bomber abbia giocato in
carriera. E non è un caso che Gianluca Vialli abbia scritto un libro dal titolo:
“Goals. 98 storie + 1 per affrontare le
sfide più difficili”. La novantanovesima storia è la sua, quella che finora
nessuno conosceva, quella che si riferisce alla sua malattia e alla battaglia
contro il cancro. “Ne avrei fatto
volentieri a meno, ma non è stato possibile.” dice Vialli “E allora l’ho
considerata semplicemente una fase della mia vita che andava vissuta con
coraggio e dalla quale imparare qualcosa. Sapevo che era duro e difficile
doverlo dire agli altri, alla mia famiglia. Non vorresti mai far soffrire le
persone che ti vogliono bene: i miei genitori, i miei fratelli e mia sorella,
mia moglie Cathryn, le nostre bambine Olivia e Sofia. E ti prende come un senso
di vergogna, come se quel che ti è successo fosse colpa tua. Giravo con un
maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla, per
essere ancora il Vialli che conoscevano. Poi ho deciso di raccontare la mia
storia e metterla nel libro”. Una storia di vita che ci fa riflettere come l’ineluttabile
non precluda che tutto sia impossibile. Sembra un controsenso, ma Gianluca
Vialli ci invita a pensare in modo vincente. Sì, perché l’importante non è
vincere……!
Salvino
Cavallaro