E adesso la paura del mondo juventino è che
nel presente e nell’immediato futuro, nella Juventus restino tracce indelebili di Atalanta. Troppo
brutta la Vecchia Signora e troppo bella l’Atalanta di Gasperini che per foga
agonistica, qualità messa in campo e lucidità nell’aggredire l’avversario,
sembra appartenere alla Premier League piuttosto che ad un campionato italiano
povero di calcio atleticamente valido e continuativo fino al 95mo. La Dea è
stata tutto questo, capace com’è apparsa a passare il turno di Coppa Italia
convincendo nel gioco e nel risultato. Ma crediamo che neanche i bergamaschi si
aspettassero una Juve così disarmante, distratta, imbarazzante e umiliata dall’avversario.
Questa volta il Max toscano non ha potuto cominciare la sua intervista ai
microfoni di Sky,dicendo la solita frase: “C’è
da fare i complimenti ai ragazzi perché
non era facile affrontare……”, frasi ripetute anche quando stonavano perché la
Juve aveva giocato male e aveva vinto per il fattore C. Ma si sa, soprattutto
nel calcio l’ipocrisia di dire il contrario di ciò che si pensa è all’ordine
del giorno, ed è pari agli esorbitanti interessi economici che ruotano attorno
al pallone. Detto questo, dobbiamo anche dire che da sempre siamo fautori dell’idea
che nel calcio nulla si inventa, nulla si improvvisa e nulla è scontato. Sì, perché
le partite bisogna giocarle tutte con il giusto cipiglio, proprio perché ti
chiami Juve e contro di te si fa sempre la partita della vita. Era ormai da
qualche tempo che vedevamo la Juventus soffrire e dare l’impressione di una
corazzata che volesse impostare la gara adottando la filosofia del raggiungere
il miglior risultato con il minimo sforzo. Solo apparenze, perché in realtà negli
ultimi tempi la Juve ha sempre sofferto l’avversario di turno, offrendo
prestazioni insufficienti e talora anche noiose di un calcio in cui la
striminzita vittoria era sufficiente per allungare il proprio vantaggio in un
campionato che, a onor del vero, non offre nessuna vera alternativa nell’intralciare
il percorso di una squadra bianconera che ha sì, iniziato in maniera
scoppiettante, ma che poi ha opacizzato quel suo furore agonistico, tecnico, tattico
e fisico.
A questo punto la domanda sorge spontanea: “PERCHE’ QUESTA INVOLUZIONE NELLA SQUADRA Di MAX ALLEGRI?”. E allora
vediamo di capirne qualcosa. Innanzi tutto la Società bianconera che liquida a
settembre (o giù di lì) Beppe Marotta. A parer nostro una mossa errata, anche perché
l’allievo Paratici avrebbe avuto ancora un po’ di tempo per maturare sull’esempio
del maestro sornione e capace di coprire il delicato ruolo di Amministratore Delegato
di una società importante come la Juventus. C’è poi la parte tecnica da
considerare in un’ampia rosa di campioni messa a disposizione di Allegri il
quale, forte delle sue tante vittorie ottenute negli anni in cui siede sulla
panchina della Juventus, ha praticamente messo il suo modus operandi prima di
ogni cosa. Dopo avere stravolto le caratteristiche di Mario Mandzukic ha fatto diventare “tuttocampista” Paulo Dybala,
il quale, pur di giocare, ha dovuto accettare un ruolo che ha dovuto accogliere
con visibile sforzo. Noi pensiamo che questo campione argentino esprima il
meglio quando si trova a dovere giocare accanto alla prima punta. Le sue caratteristiche
tecniche e il suo fisico minuto, a parer nostro non possono supportare un
lavoro così dispendioso, in cui si richiede di interdire anche all’altezza
della difesa e poi costruire palle gol ripartendo tra le linee e creare
superiorità numerica. A nostro modo di vedere, così facendo si inibiscono le
qualità del ragazzo che non si discute dal punto di vista tecnico, ma che non può
intestardirsi a portare palla, dribblare e poi perdere sistematicamente di
vista la dinamica dell’azione d’attacco, perché l’avversario furbescamente lo
pressa anche con falli non fischiati dall’arbitro. Ma avete visto quante volte Dybala
è preda dell’avversario? Avete notato quante volte viene sbattuto a terra di brutto?
Ma c’è ancora un altro motivo per cui, secondo noi, questa Juventus sembra aver
perso improvvisamente la forza nelle gambe. E’ la preparazione che sarebbe atta ad allungare la resistenza dei
giocatori e permettere di arrivare meno stanchi, a quello che in primavera è considerato
il vero appuntamento cruciale della stagione della Juve: la Champions League. Ebbene, questo sistema imposto da Allegri e
dal suo staff, lo riteniamo assai pesante in una rosa di giocatori fatta per
avere addirittura due squadre ad alto livello. E non è un caso assistere a
tanti infortuni degli ultimi tempi, i quali hanno falcidiato soprattutto la difesa
e il centrocampo creando tanti problemi in quei settori vitali, soprattutto in una
squadra che deve affrontare una lunga e impegnativa stagione agonistica.
Ebbene, oggi si pensa a una non positiva gestione della lungimiranza, cosa che
la Juventus non ha saputo fare soprattutto con Benatia, un centrale di difesa che se fosse stato considerato
meglio, adesso con il senno di poi degli infortuni di Bonucci e Chiellini,
avrebbe sicuramente fatto meglio “dell’adattato” De Sciglio o del ritorno di un Caceres
che è al crepuscolo di una carriera mediocre. Dunque, alla luce di quanto è emerso
nel dopo Atalanta – Juventus di Coppa Italia, pensiamo che questi siano i punti
cruciali di una situazione che ha creato un chiaro nervosismo nell’ambito della
Vecchia Signora. Tuttavia, per tutti i tifosi juventini che ci leggono, ci
auguriamo di essere presto smentiti in questa nostra analisi che è semplice pensiero
in un mondo in cui l’opinabilità del calcio impone il rispetto della diversa idea,
anche se non condivisa.
Salvino
Cavallaro
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