QUELL’IMPRESA SFIORATA PER POCO


L`analisi sulla partita dei quarti di Champions, Real Madrid - Juventus
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Madrid Stadio Bernabeu, 13/04/2018 -


A chi si chiede perché! A chi non ha dormito tutta la notte per quell’ingiustizia subita! A chi si mangia ancora le mani per avere visto i bianconeri arrivare a un passo dalla storia! A chi pensa che sarebbe stato meglio che la Juventus fosse uscita dalla Champions in un altro modo, oggi, con la mente meno sottoposta ad alta adrenalina, diciamo che questa bruciante eliminazione si può tradurre in un altro modo. In fondo quell’arbitro Oliver che ha concesso un rigore assai dubbio al 93mo scatenando le ire di Buffon, dei suoi compagni di squadra e di tutto il mondo innamorato della Vecchia Signora d’Italia, può avere un altro significato. Dopo avere assistito attentamente alle partite di andata e ritorno, pensiamo che la Juve si sia giocata banalmente l’accesso alle semifinali, grazie a quella sua abulica partita d’andata (non) giocata a Torino contro il Real Madrid. Sì, perché se la squadra di Allegri avesse interpretato quell’incontro con soltanto la metà della concentrazione mentale espressa in campo al Bernabeu, ebbene, siamo convinti che l’episodio del rigore e tutte le inevitabili polemiche che ci sono state a fine partita, non sarebbero successe. E’ vero che nella partita d’andata la Juve può recriminare un rigore non dato a Cuadrado all’ultimo minuto, tuttavia, abbiamo ancora negli occhi quell’atteggiamento disarmato e disarmante che la squadra di Allegri ha messo in campo in quella occasione. Come se tutto fosse ancora retaggio reverenziale di quella maledetta sconfitta di Cardiff in cui la Juventus fermò tutto il suo grandioso essere, in un secondo tempo di inspiegabile metamorfosi. Una sorta di blocco mentale che l’ha condizionata ancora a Torino, proprio nel suo Stadium che splende sempre per nutrita presenza di tifosi che arrivano in massa da tutta Italia e anche dall’estero. E neanche il popolo bianconero inteso come dodicesimo giocatore in campo, è valso a destare, a spronare, a sollecitare l’orgoglio di una nobile Signora apparsa troppo timida, paurosa e che ha sbagliato di tutto e di più. Ed è stato quindi inevitabile che il cinismo di Cristiano Ronaldo e compagni che hanno approfittato della situazione psicologica a loro vantaggio, si tramutasse in un regalo davvero inaspettato. A quel punto la squadra di Zidane ha affondato i colpi, passeggiando letteralmente sul corpo di una Juve che ha fatto harakiri.

E’ successo a Cardiff ed è successo a Torino. Stesso film, stessa mancanza di riparare gli errori commessi. Ma quante volte Barzagli, Chiellini e De Sciglio devono rimproverarsi i danni fatti in tutta la partita contro un Real Madrid, che si è subito sentito superiore e agevolato nell’autostima rafforzatagli dagli avversari? Aveva proprio bisogno questo Real di avere dei vantaggi, visto che è già forte di suo? E così è venuto il primo gol di CR7 e poi la seconda rete da cineteca, mentre l’incredulo Barzagli alzava le braccia al cielo invece di marcare l’avversario e entrare come un motocarro spinto da grinta e senza freni inibitori. Bastava più attenzione, più concentrazione mentale che non c’è mai stata. Poi, la terza rete di Marcelo è stata la saga della delusione, dello scoramento, anzi dello sbracamento di chi disarma con il pensiero di chi ha davanti una squadra di marziani. Già, gli stessi “marziani” che quella stessa Juventus ha poi incontrato una settimana dopo al Bernabeu con un altro spirito, con un altro cipiglio capace di far sbarrare gli occhi increduli di tutti quei juventini che speravano ma che non osavano credere per scaramanzia. E allora qual è la vera Juve che ha sfiorato l’epica impresa contro questo Real Madrid che giocherà la sua semifinale con il Bayern Monaco? E’ la Juventus che ha capito come si giocano certe partite in Europa! E’ la Juventus che ha compreso che in Champions si gioca in modo diverso che nel campionato italiano! E’ la Juventus che oggi recrimina quell’ingiustizia subita, ma che ha capito che in fondo è tutta colpa sua, prima che quella dell’arbitro Oliver, dell’assistente di linea e di una serata che ha scatenato anche gli animi più nobili di un Buffon e di una società che vanta da sempre il suo impeccabile stile. Poi si può parlare di designatori e di ingiustizie italiche nel mondo del calcio europeo. Ma se prima non fai autoanalisi, se prima non cerchi di fare la partita perfetta come hai saputo fare al Bernabeu, non puoi sempre pensare che la colpa sia solo degli altri. Gli errori e le ingiustizie fanno parte del calcio, ma se tu li previeni al momento giusto con la grinta, l’orgoglio, il gioco e la determinazione, forse, come abbiamo detto, un po’ di colpa è anche tua: Juventus!

Salvino Cavallaro              

Salvino Cavallaro