SI ALZA LA FEBBRE PER LA FINALE DI CHAMPIONS LEAGUE


Si parte alla volta di Cardiff
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Torino, 01/06/2017 -


Ormai il popolo bianconero è pronto per la grande avventura chiamata Cardiff. Venerdì 2 giugno si parte. Chi in aereo, chi in autobus, chi in macchina e c’è pure chi vivrà la partita più importante della Juventus a casa o in piazza. Sono giorni ormai che il tifo bianconero d’Italia e dall’estero fermenta ansie da Champions e soprattutto da triplete, capaci di non farti prendere sonno, di farti girare e rigirare sul letto senza mai perdere di vista quel sogno a lungo cullato. La Coppa dalle Grandi Orecchie che ti inorgoglisce anche solo a pensarla come qualcosa che è lì, a portata di mano e non ti può sfuggire. E così si parte, si va finalmente in quella città di Cardiff che t’aspetta, che ti ospiterà per due lunghi giorni di festa, di aggregazione, di sogno che deve avverarsi con tinte bianche e nere. E’ la storia degli aficionado del pallone juventino abituato a stare sempre ad alti livelli, la pazzia dei tifosi che non si ferma davanti a nulla pur di seguire la propria squadra del cuore chiamata Juventus. “Juve, storia di un grande amore – il bianco che abbraccia il nero…” è l’inno ufficiale che il popolo bianconero ripete sempre come fosse un mantra, qualcosa che si sprigiona da dentro quasi come un deterrente contro eventuali situazioni avverse. 1.400 Km. o poco più, che i sostenitori della Vecchia Signora d’Italia affronteranno per starle vicino, per assisterla durante una finale contro i detentori del Real Madrid che si annuncia storica. Non ci sono favoriti, si parte da 0 a 0. Ma la Juve sembra avere più fame agonistica, più desiderio di alzare quella Coppa, per lei, per la sua grande storia, per i suoi tifosi al seguito che non hanno badato a spese, che non si sono fatti intimorire dalla lontananza per starle accanto, per essere il 12mo giocatore in campo capace di darle quella spinta necessaria per correre di più dell’avversario e per segnare un gol in più. Dalla Sicilia a oltre Manica, dalla Svizzera, Germania, Polonia e dall’Europa, tutti insieme i cuori juventini per una carica senza precedenti. Ci credono loro, ma ci crede tutto l’ambiente compresa società e la squadra. E’ un crederci consapevole, fatto di oggettivo pensiero di forza di una Juve che è maturata rispetto al passato, migliorata davanti alla sua storia non sempre vincente del grande football europeo. Ma adesso no, questa Juve ha grandi capacità tecniche, atletiche, chiarezza di idee, un modulo vincente e campioni che fanno la differenza. Tutti sono consapevoli, per questo che i pazzi d’amore juventino non si risparmiano, perché ci credono. Sì, perché sei finali perse su otto disputate nella sua storia europea, fanno ancora male e fanno rabbrividire solo al pensiero. Ci si augura dunque una festa che possa coronare l’alzata al cielo di quella Coppa tanto ambita, desiderata,voluta. Ripercorrere la strada del ritorno con il sorriso tra le labbra, è quello che si augura il popolo juventino. Al contrario, nessuno è disposto a pensarci.

Salvino Cavallaro                

Salvino Cavallaro