JUVE – BARCA DAY.


A Torino si respira aria da Champions
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Torino, 11/04/2017 -


Questa mattina la città di Torino si è svegliata prima del solito. C’è qualcosa di diverso nell’aria che non è la dolce primavera a farla sentire irrequieta e ansiosa più del solito. Oggi per la nobile città sabauda che al sorgere del sole non ha alzato le braccia per sbadigliare lentamente come in genere fa, si profila un appuntamento importante. E’ il calcio che conta, è il pallone che mette a confronto due culture diverse: quella sabauda e quella catalana. E’ il giorno dell’Euro sfida tra la Juventus e il Barcellona. Potremmo elencare lunghi anni di sfide tra queste due compagini europee, fare statistiche e pronostici, ma ogni partita fa storia a se per situazioni diverse e campioni che cambiano a testimonianza del tempo che fugge via e lascia i suoi ricordi indelebili. Ma oggi è l’11 aprile 2017. E’ un altro giorno che prepara l’ennesima storia da scrivere, da raccontare per emozioni che si susseguono attraverso il film di un match che sta per illuminare lo Stadium stracolmo di tifosi, di speranze, di aspettative, di sogni che illuminano il prato verde e si riflettono nell’anima di chi sogna quella Champions League capace di farti esplodere di felicità. Questo, la Torino bianconera lo sa, ed è per tale motivo che dà l’impressione di vivere e vestirsi di tutto punto per ospitare il grande evento. E’ un po’ come prepararsi in terra sabauda per ospitare quel Barcellona che oltre a essere una grande squadra, incarna perfettamente gli usi e i costumi della cultura catalana. L’antica nobiltà torinese che incontra la città spagnola che è capoluogo della catalogna. E persino la Gran Madre, la Mole Antonelliana, via Po, Piazza Castello, i Giardini Reali, la piazzetta Carignano, via Roma, Piazza San Carlo, sembrano diverse dal solito in una giornata dal clima e dal chiarore quasi estivo. I tifosi del Barca sembrano ordinati, rispettosi di non deturpare i giardini fioriti e ben curati e tutti gli angoli di una Torino che intende fare bella figura con i suoi bistrot, i suoi antichi bar dove puoi gustare il Bicerin al gusto di gianduia e le strade che oggi sembrano più ordinate del solito. E’ il giorno di Juventus Barcellona, il primo round  dei quarti di finale di Champions League. Una sfida antica che si porta dietro innumerevoli ricordi e la voglia di rivalsa per una Juve che ancora oggi sente l’amaro gusto della delusione provata due anni fa nel corso di quella finale di Champions persa proprio contro Messi e compagni. Ma oggi, mister Allegri, questa sfida l’ha preparata in ogni piccolo particolare, mentre la società bianconera si è impegnata a coinvolgere i suoi tifosi attraverso i social, dicendo : “Ormai ci siamo, la vera sfida sta per cominciare”. E’ un po’ come caricare di aspettativa il popolo bianconero che, tuttavia, deve rimanere nei limiti della sportività. Una sorta di carica adrenalinica che vorremmo fosse misurata di felicità. E’ l’insegnamento di una Torino mai caciara, che non ama i frastuoni, ma è nobile nella sua immagine di città di classe poco avvezza ad esagerare. Ed è il pallone bianconero che con la sua antica storia, oggi coinvolge tutti i torinesi. Nei supermercati, i mercati rionali, nei ritrovi, non si parla altro che di Juventus – Barcellona, di Messi e Dybala, di Neymar e Higuain, di Suarez e Cuadrado, piuttosto che dell’ex Dani Alves. Insomma, la febbre è alta, l’attesa ha consumato ogni angolo di ansia personale. E mentre nella Continassa e fuori dallo Juventus Stadium già pullulano le bancarelle, i gadget, le bandiere, le sciarpe e ogni altro tipo di merchandising, il fluire del Po nella sponda bianconera procede il suo corso lento, quasi ad aspettare un risultato che sogna ma non osa dire per scaramanzia.

Salvino Cavallaro                       

Salvino Cavallaro