E’ la sintesi del giorno dopo,
in cui si è vissuto lo “Choc” provocato dalla notizia
ufficiale che Leo Messi ha detto addio al Barcellona, il “Nulla Cambia” di marca
interista che conferma Conte e tutti i quadri dirigenziali, e poi il “Radicale
Cambiamento”
della Juve di Andrea Pirlo, che resta il grande mistero del popolo bianconero.
Ma andiamo per ordine e
analizziamo i tre punti:
Lo “Choc” provocato da Leo
Messi: Dall’Argentina la Pulce ha già preso la sua
decisione e l’ha comunicata ai blaugrana con il chiaro intento di volere
andarsene gratis. A lanciare l’indiscrezione è il portale TyC Sports che tra le
righe battute informa che Messi, tramite fax, avrebbe comunicato al Barca la sua
intenzione di cambiare squadra e di volersi avvalere della clausola che gli
permette di rescindere unilateralmente il contratto al termine della stagione. Un
colpo a ciel sereno, capace di alimentare le speranze delle tante pretendenti
che aspirano ad assicurarsi il campione argentino: l’Inter, il Manchester City, il
Manchester United e il Paris Saint – Germain, mentre
qualcuno ci aggiunge pure il nome della Juventus in un’eventuale operazione commerciale
promossa dallo sponsor Adidas. Ma a parte quest’ultima
possibilità bianconera che noi riteniamo molto remota e suggestionabile, tutti sperano
in questo sogno che fino a ieri sembrava tale e che oggi assume i contorni di
una possibile realtà. Intanto arrivano conferme dalla Spagna sulla decisione definitiva
di Messi
che in questo fine settimana non prenderà parte ai test e agli allenamenti
previsti agli ordini del nuovo tecnico del Barca Ronald Koeman. Insomma, un vero
e proprio uragano si è abbattuto sulla società blaugrana la quale, dopo avere
dato il benservito a Luis Suarez, Vidal, Rakitic, dopo
aver venduto Artur alla Juve e avere incassato i malumori di Piquè
e compagni, adesso si trova a dovere sbrogliare la matassa assai
ingarbugliata da Messi, proprio lui, il simbolo blaugrana per antonomasia, il
capitano dei capitani che non ha sopportato l’8 a 2 subito in Champions dal
Bayern Monaco. Uno sfacelo maturato secondo i malumori nati da molto tempo all’interno
dello spogliatoio blaugrana, per l’inadeguatezza della presidenza di Josep
Maria Bartomeu, reo di non avere capito in tempo il repentino
cambiamento di una società che aveva bisogno di essere ammodernata a partire
dalle figure tecniche e dirigenziali. Un po’ come dire che era finito il grande
ciclo del Barca e si doveva cominciare a cambiare in maniera graduale. Questo non
è accaduto e Messi che da sempre è il personaggio più rappresentativo del
Barcellona, già da molto tempo aveva avvertito il generale malumore della
squadra nei confronti della società. Morale della favola, adesso il presidente Bartomeu
si trova praticamente solo contro la squadra e i tifosi che hanno manifestato
in piazza sotto il grido “Vattene”. Dunque, mala tempora
currunt in quel del Barca Calcio. E adesso il Messi tanto sognato dal mondo del
calcio, diventa realtà per le squadre che economicamente se lo possono
permettere. Sempre che il capitano del Barca faccia un passo indietro a fronte
delle dimissioni del presidente Bartomeu. Ipotesi, questa, che
riteniamo molto improbabile, viste le dichiarazioni agguerrite del massimo
dirigente del Barca. Staremo a vedere i prossimi sviluppi!
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Il “Nulla Cambia” dell’Inter: Antonio Conte resta
allenatore dei nerazzurri e anche i quadri dirigenti restano intatti. Il
teatrino è finito, andate in pace! Zhang ha fatto da paciere facendo
condividere la strategia tecnica con quella dirigenziale, evitando l’addio dell’allenatore
che ha ancora due anni di contratto firmato. Tre ore di incontro a Villa
Bellini di Somma Lombardo in provincia di Varese, hanno decretato una
riappacificazione per il bene della società nerazzurra. Al momento non sono
emersi i punti d’incontro per il lieto vivere, ma si presume che alla base ci
siano motivi economici da mettere in primo piano, uno su tutti il lauto contratto
di Conte
firmato l’anno scorso a 12 milioni netti a stagione. Poche note trapelano da un
incontro che ha visto uscire alla spicciolata sia il presidente Zhang
che l’allenatore e tutti i dirigenti nerazzurri. Ciò che si è saputo è che
questo accordo non prevede la forzatura della società di vincere lo scudetto il
prossimo anno e di lavorare il più possibile tranquilli, portando avanti il
lavoro triennale previsto già lo scorso anno con Antonio Conte. Non ci
sarà un mercato con colpi da Top Player come quello fatto l’anno scorso con Lukaku
e dove è facile pensare all’addio di Asamoah, Vecino (per lui si parla
dell’interessamento del Cagliari) e poi Skriniar, cui è possibile farlo
rientrare nell’operazione Ndombèlè con il Tottenham. Vedremo cosa
accadrà. Una cosa pensiamo di questa Inter sempre alle prese con la sua vera
identità mai trovata a parte gli anni del pre e post Mourinho, ed è sempre
quella latente immagine di società fragile dal punto di vista organizzativo, in
cui tutti parlano, tutti dicono la propria idea pubblicamente anche contro la
società stessa. Tutto ciò crea disordine, anarchia, non rispetto delle gerarchie
in un ambiente in cui si vorrebbe arrivare a quel “Vincere non è importante, ma è l’unica
cosa che conta” che è l’emblema dell’odiata Juve. Per far questo, però,
c’è bisogno di fatti concreti, di un’organizzazione societaria perfettamente
organizzata nei suoi quadri dirigenziali e tecnici, ma non di parole spifferate
pubblicamente che sono devastanti per la coesione del gruppo e l’interruzione
continua di progetti iniziati e mai conclusi. Anche in questo caso, il tempo
sarà giudice di quanto la società cinese Suning e il giovane presidente Zhang ha optato per lasciare le cose
come stanno, ovviando alla gravità dei pensieri espressi pubblicamente da Conte
nei confronti del società.
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IL “RADICALE CAMBIAMENTO” DELLA
JUVE DI ANDREA PIRLO: Anche per la Vecchia Signora ieri è stata
una giornata importante. Andrea Pirlo si è presentato in
conferenza stampa con: “Voglio riportare un po’ di entusiasmo che è
mancato nell’ultimo periodo. Voglio un calcio propositivo con grande padronanza
del gioco. Ai ragazzi ho detto solo due cose: dobbiamo avere sempre il pallone
e quando lo perdiamo dobbiamo recuperarlo velocemente. Sono due concetti
importanti a livello mentale, da fare entrare nella testa dei giocatori. Dybala?
Mai stato sul mercato! Higuain? Ciclo finito! Con Ronaldo ho già parlato. Per
il mercato ho già in testa un certo tipo di giocatori che ho richiesto al club”.
La sua voce è bassa, lenta, così come sempre è stato Andrea Pirlo, l’artefice
della “maledetta” che s’infilava liscia nel sette della porta avversaria. Il regista
di centrocampo dotato di intelligenza. Ma essere allenatore della Prima
Squadra della Juventus è tutta un’altra cosa, soprattutto per lui che è
neofita della panchina. Il mondo bianconero ascolta in silenzio ed è più
confuso che persuaso su quelle che sono le aspirazioni di una Juventus, la
quale si è affidata con coraggio a un allenatore fatto in casa ma senza nessuna
esperienza da coach. Pirlo è un vero e proprio outsider per
una Juventus che si è scoperta con poche possibilità economiche e l’idea di
fare un reale cambiamento per cominciare un nuovo ciclo. E’ un rischio forse
anche calcolato, ma resta pur sempre un azzardo, soprattutto perché stiamo
parlando di una Juventus delusa dall’anno quasi fallimentare di Maurizio
Sarri
che ha vinto il nono scudetto consecutivo, ma ha deluso sotto le
aspettative europee di squadra che non è andata oltre gli ottavi di Champions.
Riuscirà Pirlo a riportare l’interesse dei tifosi bianconeri, nei quali regna
lo scetticismo più forte di sempre? Il tempo darà le risposte a domande che
in questo momento appaiono lecite, ma neanche
tanto convinte per avere una certezza che non c’è.
Salvino
Cavallaro
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