TORO, NUOVA IDEA TECNICA MA C’È BISOGNO DI TANTO ALTRO.


Dopo essere uscita dal campionato
2019/’20 con le ossa rotte e uno sfinimento di attenzioni opacizzate dal largo
disinteresse dei tifosi granata, la società del presidente Cairo si accinge a
programmare l’immediato futuro, dopo avere dichiarato a lettere cubitali che il
club non è in vendita - almeno per il momento - Come? L’idea è quella di
portare avanti in primis il discorso dell’allenatore che vede in pole position Marco
Giampaolo. Sì, proprio lui, l’ex tecnico di Milan e Sampdoria che
ripropone l’idea di calcio offensivo della scuola Galeone, il caro – vecchio amico
conosciuto ai tempi di Pescara. Un credo calcistico che ha avuto i suoi buoni
risultati nella Sampdoria ma che non ha sortito le stesse positività sulla
panchina del Milan, dove peraltro Giampaolo è stato sostituito ben
presto con Stefano Pioli per non avere raggiunto i risultati sperati. E’ l’eterna
storia di allenatori che cocciutamente insistono sul portare avanti il loro
credo calcistico nonostante le caratteristiche dei giocatori a disposizione non
abbiano le necessarie caratteristiche tecniche per poterlo sviluppare con
successo. Ecco, questo problema si riproporrà necessariamente al Toro, in
quanto la squadra così com’è non può essere consegnata nelle mani di un
allenatore dalle idee progressiste, ma al contempo pericolose se non supportate
da un organico all’altezza di un’idea di gioco che il Toro, tradizionalmente
conservatore, oggi non ha. Quindi, è bene che il presidente Cairo e Davide Vagnati
partano da un progetto ordinato e ben preciso nel capire cosa si vuole da
questo Toro. Sì, perché la piazza granata che è in fermento già da diverso
tempo per le continue delusioni di un Toro che affonda sempre più in un
anonimato di epocale, ennesimo avvilimento da stress salvezza sul traguardo
finale, ha bisogno di una sferzata di entusiasmo effettivo non paragonabile all’illusione
di fargli credere ciò che non è. Intanto, prima di ripartire con l’idea Giampaolo
è necessario aspettare che l’ex allenatore del Milan rescinda il suo contratto
che lo lega ancora alla società rossonera fino al 30 giugno 2021. E poi? Dopo
avere limato i dettagli per il nuovo contratto di Giampaolo al Toro, urge
come il pane quotidiano un concreto sguardo al mercato calciatori da
pianificare assieme al nuovo allenatore granata. Insomma, in seno al Toro c’è
molto da fare come sempre, tuttavia, il fervore del popolo granata chiede di
operare nella massima concretezza e capacità nel dare una fisionomia di squadra
vera, andando a riempire quei vuoti di difesa e centrocampo che hanno bisogno
di essere rivitalizzati senza lo spirito sparagnino di volere a tutti i costi
risparmiare credendo nel miracolo. Ma i miracoli, si sa, non sono contemplabili
nelle aziende calcio moderne, in cui si devono associare competenze e
oculatezza nel sapere scegliere i calciatori adatti al tecnico prescelto. Il
Toro di Cairo adesso ha il dovere di cambiare rotta nel senso di spendere il
giusto, nell’individuare calciatori che possano aprire un ciclo importante. Una
storia nuova che ben si abbini al glorioso passato di un Toro, la cui tifoseria
merita per far rifiorire un orgoglio disarmato dei suoi antichi e forti
principi. La società granata è all’ennesima prova di maturità. Adesso cominci a
preparare come si deve la prova scritta e il colloquio metaforico con la
commissione d’esami composta dal popolo granata. A cose fatte, se ne riparlerà!
Salvino
Cavallaro