Per l’Inter si prospetta l’ennesima
rivoluzione tecnica. Fallita probabilmente l’idea di vincere lo scudetto, alla
squadra di Antonio Conte resta l’Europa
League come ultimo titolo da vincere in quest’anno funesto da Covid 19, che per
tanti versi ha nuociuto le aspettative dei tifosi nerazzurri, i quali avevano
assaporato l’aspirazione di considerarsi di fatto l’anti Juventus già da questo
Campionato 2019’20. Ma non è stato così per tanti motivi, non ultimo il fatto
che nella vera e propria strategia del club nerazzurro ci fosse soltanto l’idea
fondata dalla leadership di Conte
come garanzia di un’Inter da riorganizzare dopo troppi anni di delusioni e di
mancate conquiste di trofei. Dopo i fasti del triplete di Mourinho, la piazza di tifosi interisti ha fretta di
vincere qualcosa d’importante e, soprattutto, di contrastare lo strapotere
juventino come unica forza da sradicare nel Campionato Italiano. Ma, evidentemente,
qualcosa non ha funzionato nel club di Steven
Zhang, il quale assieme a Marotta e
Ausilio sembra essere molto attivo sul mercato per costruire una squadra
più competitiva, andando a coprire quei buchi tecnici inaspettatamente emersi
da parte di certi giocatori. E poi c’è da ragionare anche a livello di bilanci,
in cui è necessario essere attenti nel ricavare delle plusvalenze in grado di non
stravolgere i conti che non vadano a compromettere la suscettibilità di quel
fair play economico, cui è necessario attenersi nell’attenta supervisione della
UEFA. Ma, a parte questo aspetto,
quello che interessa maggiormente ai tifosi interisti delusi soprattutto dopo
aver visto la partita contro il Sassuolo, è la nuova idea di Inter che deve ripartire
da un progetto capace di far proprio il concetto di vittoria, intesa come
cattiveria agonistica predicata da sempre dal suo allenatore. In realtà, in
base a quanto abbiamo visto sin qui in casa Inter, c’è un problema legato al
centrocampo e in attacco, dove Romelu
Lukaku (forte fisicamente ma incostante) e Lautaro Martinez (ultimamente distratto dalla probabile cessione al
Barcellona) sembra non avere più quello smalto tale da mettere in gol palloni importanti
ai fini di un risultato capace di mascherare certe falle tecnico tattiche che
si stanno manifestando all’interno della squadra di Conte. E intanto Marotta sta lavorando per accontentare
il suo allenatore e definire una squadra che sia competitiva al massimo nel suo
regolare incedere di gioco e risultati. C’è dunque molto da sfoltire in casa
Inter, ma c’è anche tanto da acquistare. A oggi sembra fatta per il 21enne
esterno destro (adattabile anche a sinistra) del marocchino Achraf Hakimi, da due stagioni al Borussia Dortmund ma di proprietà del Real Madrid. Il valore di mercato di questo giovane calciatore si
aggira sui 45 milioni + bonus, che l’Inter
ha intenzione di pagare garantendogli un lungo contratto sulla base di 5 milioni di euro a stagione che, se
così fosse, sarebbe il terzo contratto importante per l’Inter che sborsa anche per
Lukaku ed Eriksen contratti di questo livello e forse più. C’è poi Sandro Tonali in pole position con un’offerta
da parte dell’Inter che si aggira intorno ai 35 milioni di euro + 5 di bonus per rinforzare un centrocampo che
ha numeri ridotti in caso di squalifiche e infortuni. Dunque, l’ennesima
rivoluzione da parte dell’Inter sta per cominciare con un programma più
dettagliato tra sfoltimento della rosa e acquisti di grande valore. Ma se per
quest’anno ad Antonio Conte si può
perdonare il suo essere neofita in un ambiente che non conosceva, a partire dal
prossimo anno si deve fare conto necessariamente con la responsabilità dei
risultati, visto che la società lo sta accontentando negli acquisti da lui
suggeriti. Tuttavia, il mister leccese ex Juve è uno che non nasconde mai le
sue responsabilità, anche se spesso lo vediamo impegnato in analisi discolpanti:
“Non è facile vincere subito in una
squadra e una società che da anni non vince più nulla”, Conte dixit. Vedremo dunque quello che accadrà
nel prossimo futuro in casa Inter. E intanto i tifosi attendono pazientemente,
mentre vivono i ricordi del triplete di Mourinhiana memoria.
Salvino
Cavallaro
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