SPROFONDO GRANATA


Dopo tanta attesa, adesso è ufficiale. Davide Nicola è il nuovo allenatore del
Toro. Sostituisce Marco Giampaolo,
un filosofo, teorico del calcio offensivo che avrebbe potuto rappresentare una
svolta di mentalità agonistica in un ambiente conservatore, ma che forse è
arrivato in un momento storico ancora troppo lontano nell’intendere la
quadratura tecnica di una squadra moderna per una società professionistica
gestita e invasa da sparagnine misure economiche e mentali. Arriva, dunque,
Davide Nicola, un allenatore da Toro con spiccate caratteristiche che la storia
granata gli ha fatto assorbire nel tempo, fin dall’inizio in cui ha giocato con
questa maglia. Un “guerriero” dalla rabbia agonistica, un allenatore concreto e
senza tanti fronzoli che intende il calcio come chi deve buttare dentro il
pallone per fare gol e punti in classifica. Questo non significa pochezza
pallonara, vuol dire invece essere concreti verso l’unica cosa che conta: non
perdere! E così Davide Nicola si è guadagnato l’immagine di allenatore salva
squadre dal precipizio della Serie B. Ci riuscirà anche al Toro? Vedremo! La squadra
è quella che è, l’ambiente è da risollevare e la tifoseria è da calmare
attraverso i risultati che dovrebbero arrivare con il lavoro, testa bassa e
pedalare, ricreando armonia in uno spogliatoio che ha perso autostima ed è
stato assalito da paure, ansie e confusioni varie. Insomma, la classica
situazione da ultima spiaggia, anche se il tempo per lavorare bene c’è tutto.
Mancano gli arrivi, i rinforzi che la società dovrebbe fare soprattutto a
centrocampo e che, come al solito, non se ne vede alcun spiraglio d’acquisto.
Partito Meitè verso la sponda rossonera di Milano, al momento tutto tace per quanto
riguarda gli eventuali arrivi. Radio info parla dell’interesse a Sanabria, un
attaccante da affiancare a Belotti e poi di Kurtic per il centrocampo. Ma di
sicuro al momento c’è solo il rientro della mezzala Daniele Baselli dopo il
grave infortunio subito oltre sei mesi fa al ginocchio destro con lesione del
legamento crociato anteriore. Un incubo per questo calciatore sfortunato che,
comunque, se non si fosse infortunato avrebbe potuto dare il suo apporto
proprio in un settore del campo in cui il Toro è perennemente deficitario. In
sostanza, possiamo dire che al momento c’è un nuovo allenatore con squadra
vecchia, la quale patisce la penultima posizione di classifica e parla chiaro di
tanti, ripetuti sbagli fatti nell’era Cairo. Ma questo è: prendere o lasciare! Non
c’è alternativa a tutto questo, se non sperare in un guizzo di forza apportato
dall’allenatore dei “miracoli”. Vedremo, anche se in casa Toro si continua a
sperare nelle improvvisazioni, piuttosto che programmare un serio progetto di
rifondazione anche per quanto riguarda la parte dirigenziale. Perché è lì che
nasce il calcio, è lì che si valutano le capacità. Cairo non deve solo mettere
le mani in tasca per spendere, ma deve guardarsi anche intorno nell’entourage
dei suoi dirigenti. Il calcio è calcio, non editoria. Ci si convinca di questo,
altrimenti la Serie B sarà sempre lo spettro con il quale convivere. Il Toro,
la sua storia, il suo passato sportivo e culturale non merita questo.
Salvino
Cavallaro