96 SFUMATURE DI GRANATA


L`illusorio primo tempo del Torino contro la Roma, delude i suoi tifosi con l`amaro retrogusto della disfatta.
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Roma Stadio Olimpico, 10/03/2018 -


96  sono i minuti complessivi della durata del match Roma – Torino (1’ di recupero nel primo tempo e 5’ nella ripresa). Le sfumature sono quelle apparse di intenso granata nel primo tempo, ma che poi sono diventate sbiadite ed evanescenti fino a decolorarsi definitivamente. E’ la sintesi metaforica e cromatica di una gara in cui il Torino non ha saputo essere cinico al momento opportuno, svuotandosi poi di energie psico - fisiche con l’inizio del secondo tempo. Eppure, questa sarebbe stata un’ottima occasione per risollevarsi in qualche modo dalle brutte sconfitte subite nel derby e poi a Verona. Ma non è stato così. Nel primo tempo, infatti, la Roma di Di Francesco priva degli squalificati Dzeko, Fazio e di Perotti tenuto volontariamente in panchina in vista della partita di ritorno di Champions contro lo Shakhtar Donetsk, è apparsa confusa nel gioco e insicura nelle iniziative d’attacco, soprattutto con i deludenti Schick e El Shaarawy. Il Torino, invece, si è dimostrato sufficientemente volenteroso nell’approfittare di una situazione propizia e forse pure inaspettata. Ma un po’ la mancanza di mentalità cinica e un po’ per le straordinarie parate di Allison, il quale si è reso protagonista sui tiri di Iago Falque e Acquah, hanno fatto sì che i granata spegnessero la luce proprio all’inizio della ripresa. La Roma, dopo essere stata strigliata negli spogliatoi dal suo tecnico Di Francesco, ha iniziato il secondo tempo con vero cipiglio e veementi azioni d’attacco. Così, sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Florenzi, all’11’ Manolas con un colpo di testa supera Sirigu. Questo gol accende di furore i capitolini, i quali prima raddoppiano con De Rossi al 28’ e poi triplicano il loro vantaggio con Pellegrini.

Ma il Toro dov’è andato a finire? E’ scomparso letteralmente da tutto e da tutti. E come se non bastasse, al 23’ Mazzarri ha fatto pure danno nel sostituire proprio Iago Falque che è stato il miglior giocatore del Toro, con un Niang apparso assolutamente evanescente. Poi anche De Silvestri è stato sostituito per infortunio da Barreca, mentre Acquah ha lasciato il posto a Edera. Ma sono stati i cambi di chi non sa più che fare, talmente la squadra granata si è sciolta come neve al sole. E adesso per il Toro si conta pure la terza sconfitta consecutiva in una situazione di assoluta confusione, in cui ci si comincia a chiedere che senso abbia tutto questo. L’arrivo di Mazzarri ha illuso in un cambiamento positivo, ma a parte un inizio fortunato, oggi non si ha più modo di credere nel suo progetto tattico. Belotti è purtroppo l’ombra di quello che è stato, Niang sembra sempre avulso dal gioco di squadra, mentre il centrocampo granata resta sempre incompiuto e alla ricerca di ciò che forse non c’è. Volenteroso Iago Falque e persino ammirevole per sforzo profuso è stato Rincon, duro e talora anche cattivo per interventi fatti non con la necessaria scelta di tempo. Ma il centrocampo della Roma è stato superiore ai granata, i quali con Baselli, Acquah e Berenguer, non hanno saputo costruire la diga necessaria per intralciare la propulsione d’attacco degli avversari. La pochezza di possesso palla dimostrata nel secondo tempo, è stata parimente insufficiente anche nel non possesso.   Ma il mali del Toro risalgono sempre da lontano, e il presidente Cairo adesso è al centro di questa disfatta granata. Dimostri una volta per tutte di spendere del denaro e costruire una squadra degna di tale nome. Ma che senso ha avuto la cessione di Zappacosta (30 milioni di euro) e Benassi (10 milioni di euro), quando si sa da sempre che una squadra di calcio senza lo zoccolo duro non può andare da nessuna parte. D’accordo, è importante far quadrare il bilancio, ma il Torino non può vivacchiare sempre in una zona di classifica anonima. E per favore si faccia in modo di non parlare più di Europa, perché sarebbe come illudere ancora una volta i sostenitori granata che non meritano di incassare queste reiterate e cocenti delusioni. Adesso il Toro ha il dovere di dimostrare la resilienza di gruppo. La Fiorentina incombe al prossimo turno in casa granata. C’è bisogno di una reazione immediata. Si scuota questo Toro, una volta per tutte.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro