AGNELLI, E LA PASSIONE PER CALCIO


Agnelli
tempo: 44ms
RSS
24/01/2013 -

Sarebbe sin troppo semplice e forse retorico raccontare l’Avvocato Agnelli, a dieci anni dalla sua scomparsa. Perché tutti quelli che lo hanno conosciuto personalmente e pure quelli che non lo hanno fatto, possono tratteggiarne un profilo di uomo di potere, mosso da stile, buon senso ed educazione. Caratteristiche che negli uomini di grande influenza odierni, in ogni contesto, è difficile ritrovare in una stessa persona. Eppure l’Avvocato ha saputo conquistare il cuore dei tifosi della sua Juve, i taccuini dei giornalisti pronti a catturarne i preziosi aforismi, ha saputo far tacere gli avversari con garbo e mai alzando i toni. E’ stato certamente, con Boniperti, la vera icona di stile dell’era post bellica in seno alla società più titolata e forse più amata in Italia. “La Juve è per me l'amo¬re di una vita intera, motivo di gioia e orgoglio, ma anche di delusione e frustrazione, comunque emozioni forti, come può dare una vera e infinita storia d'amore.” Non era una semplice squadra da gestire, una azienda da amministrare o da cui trarre profitto. Era un motivo di vita. Una vita di cui hanno fatto parte uomini, ma anche e soprattutto giocatori di talento. Quelli che più hanno saputo conquistare il cuore di un vecchio leone innamorato del bello. Per questo Pelè, Platini, Maradona, Baggio o Del Piero sono stati di volta in volta protagonisti delle dichiarazioni d’amore per il calcio dell’Avvocato. Perché hanno rappresentato la sensazione estetica più pura di uno sport che muove dal talento. Ma che dell’Avvocato, qualsiasi fede calcistica si professi, oggi può sentire la mancanza. Perché non sapeva solo vincere. Aveva una qualità, tra le altre, rara. Rarissima. Sapeva perdere. Come quando il giorno dopo la finale di Coppa dei Campioni, stagione 1982-1983, tra Amburgo e Juventus terminata 1 a 0 per gli avversari teutonici dei bianconeri, l’Avvocato candidamente disse: “Non è successo niente, questi tedeschi ci hanno insegnato a leggere e a scrivere.”

Gabriele Cavallaro

IlCalcio24 Redazione