“Vorrei vivere da persona importante che ha successo nella vita”,(questo è il sogno che persiste da sempre nell’immaginario collettivo). “Vorrei vivere come una persona normale” (I HAVE A DREAM - questo è invece il sogno di Mario Balotelli). Chi niente e chi troppo! E’ l’eterno conflitto mai risolto che coinvolge il genere umano, spesso insoddisfatto della propria posizione sociale ed economica e, qualche volta, più fortunato nell’averla raggiunta. Eppure non si è mai contenti. Se hai raggiunto la notorietà e la ricchezza ti manca la privacy e, se vivi in anonimato, ti manca il successo e il denaro. Ma cos’è meglio? Credo che il meglio sia da ricercarsi in noi stessi, nella nostra capacità di essere equilibrati nel capire che nella vita non c’è nulla di perfetto. Se hai una cosa ti manca l’altra e mai si ha la gioia di possedere entrambi le cose: non esiste, non è di questo mondo. Questa mia riflessione nasce dalle dichiarazioni ufficiali che Mario Balotelli ha scritto in una lettera inviata a Mediaset per il programma “Verissimo” condotto da Silvia Toffannin su Canale 5. “Soprattutto per quel che mi riguarda” dice l’attaccante del Milan “molte volte ogni mio gesto, anche un semplice tweet dedicato a un amico vero, un lottatore, uno sportivo sano come me, viene utilizzato per seconde letture, doppi fini che non mi interessano. All’estero non è così. Ci sarà un motivo se il Time mi ha inserito tra le cento persone più influenti al mondo. So di essere un ragazzo fortunato, ma a volte anche a me piacerebbe vivere come una persona normale”. Le parole di Super Mario sono molto chiare e inconfutabili. Frasi dalle quali si evince il carattere di un ragazzo fondamentalmente fragile che si nasconde dietro la faccia del duro che vuole farsi da solo tutte le proprie ragioni contro il mondo intero. Genio e sregolatezza, campione indiscutibile con il pallone trai piedi e capro espiatorio di problemi che coinvolgono la nostra società, sempre così cruda e aberrante nel fare ancora oggi la differenza del colore della pelle dell’uomo. E’ uno dei tanti problemi culturali che coinvolgono il calcio a livello mondiale e, l’Italia, purtroppo, resta uno dei Paesi ad elevato numero di problematiche legate al razzismo. Cori, scritte razziali irriguardose sugli striscioni esposti allo stadio, avviliscono e mortificano l’essere umano. Ed è “normale” che chi voglia colpire stupidamente l’uomo dalla pelle nera, lo faccia con chi è mediaticamente più famoso ed esposto alla pubblicità immediata. Già, la pubblicità negativa di una cultura assolutamente sbagliata che non può far altro che male al mondo e all’essere umano. Certo, Balotelli non si può ritenere un santo, tuttavia, ritengo che la sua difficoltà di entrare in sintonia con il mondo e i suoi simili, sia dato dal fatto di non sentirsi accettato appieno. Le sue ripetute e istintive reazioni spropositate non lo giustificano, anche se non sappiamo come egli sarebbe se non fosse provocato. C’è una profonda malinconia in lui, ma c’è anche una profonda tristezza in coloro i quali non hanno il suo talento, non sono ricchi e popolari come lui, non possono vivere agiatamente tra automobili di lusso, belle donne e serate in discoteca, come fa lui. Riscontro nei suoi occhi la stessa tristezza di chi vive la vita normale che Balotelli sogna, ma che si trova a non avere un automobile di lusso, delle belle donne, delle serate in discoteca, dei titoli a carattere cubitali sui giornali, che non ha neanche un lavoro, una speranza per il futuro, un significato di vivere e magari dovere pure mantenere una famiglia e dei figli, senza sapere come fare. Com’è strana la vita e com’è strano l’uomo sempre così irrequieto, mai completamente soddisfatto di ciò che ha, del proprio status sociale, ma sempre alla ricerca di qualcosa che in fondo è racchiuso in lui stesso e che non riesce a vedere: la fortuna di vivere serenamente, senza arrovellarsi tra i rimpianti.
Salvino Cavallaro
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