E’ morto Stefano Borgonovo! La notizia non ci coglie impreparati,ma arriva nell’immediata vigilia della semifinale di Confederation Cup fra la nostra nazionale e quella iberica,campione del mondo in carica nonché vera “bestia nera “ degli azzurri,che da quasi dieci anni non riescono a sconfiggerla.La morte di Stefano ha significato un momento di riflessione di tutto il mondo calcistico,che in coincidenza con l’evento era presente in Brasile e davanti agli schermi delle televisioni satellitari. Sicuramente Stefano non pensava che la sua morte sarebbe stata comunicata in diretta mondiale al pianeta calcio,ma,sono certo, non gli sarà dispiaciuto che, anche nel momento estremo del passaggio all’aldilà, la sua storia sia diventata motivo di attenzione e di commozione per milioni di sportivi. In molti quella sera, osservando il lutto al braccio degli azzurri,si saranno chiesti chi era Stefano Borgonovo e perché la sua morte faceva notizia. Per quei pochi che non lo conoscevano,Stefano Borgonovo è stato un grande centravanti degli anni ’80,autore di storici gol (tutti ricordano quello ai supplementari nella sfida Bayern Monaco-Milan ,che permise ai rossoneri di disputare la finale di Coppa dei Campioni),ma anche di semplici prodezze accanto a Roberto Baggio nella Fiorentina o a Marco Van Basten nel Milan di Arrigo Sacchi. Quando appese le scarpe al chiodo,tentò la carriera di allenatore cominciando dalle giovanili del Como,ma dopo pochi anni abbandonò definitivamente quel mondo,che tanto amava e che tanto gli aveva dato.
Stefano non sapeva però che quello stesso calcio,come una “mantide gelosa”,gli avrebbe richiesto indietro e con gli interessi la gioia e il benessere,che lui aveva conquistato in tutti quegli anni passati ad inseguire un pallone negli stadi di mezza Italia:Como,Pescara,Fiorentina,Milan,Udinese.
La SLA (Sclerosi laterale amiotrofica) si era impossessata del suo corpo e l’avrebbe lasciato soltanto dopo averlo devastato.”La stronza” gli piacque chiamarla ed anche a noi non dispiacque chiamarla così,perché subdolamente ti mina nel fisico, distruggendo i tuoi neuroni e immobilizzando lentamente ma inesorabilmente tutti i muscoli. Inguaribile finora anche perché non se ne conoscono le cause (anche se le staminali hanno aperto nuovi orizzonti nella cura di questa malattia),la sua incidenza fra la popolazione è in netto aumento,ma la particolarità del caso di Stefano Borgonovo è che si tratta dell’ennesimo calciatore colpito da essa. Perché? Se lo stanno chiedendo in molti ed anche in Federazione,che non ha potuto fare a meno di nominare una commissione di esperti per studiare eventuali cause ed effetti nella comparsa della Sla legati al gioco del calcio. Ciò che ci preme scrivere però è che Stefano,coadiuvato dalla moglie Chantal,non si è arreso facilmente alla “stronza”,ha combattuto con tutte le sue forze,che non erano più quelle che mostrava ai difensori nelle mischie in area di rigore,ma quelle che trovava dal di dentro del suo corpo,dal suo spirito di guerriero:l’unico che la “stronza” non avrebbe mai distrutto.Con questa forza d’animo creò la Fondazione Borgonovo,i cui fondi serviranno per far avanzare le ricerche scientifiche sulla Sla e, alla ricerca di donazioni,non ebbe timore a mostrarsi alla gente,così com’era, in quegli stessi stadi,in cui ancora ricordavano le sue splendide azioni da rete.
Un EROE dei nostri tempi o forse di altri tempi, perché i nostri,a pensarci bene,non sono tempi di eroi ma di comici e soubrette, non da teatro, ma da aule di giustizia! Stefano,nonostante ci abbia lasciati, sarà l’unico che continuerà a vivere in un mondo popolato da “zombi” e da “fantasmi”, figure umane insignificanti ,che adesso,dopo la lezione di Stefano, non ci fanno più paura.
Attilio Andriolo
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