C’è una frase storica che in passato aveva avuto molto successo dal punto di vista mediatico. Ricordate il buon Maurizio Mosca quando disperatamente, passandosi le mani tra i capelli, diceva: “Ah, come gioca Del Piero!”. Ebbene, noi quella frase vogliamo interpretarla in maniera diversa e dedicarla al Catania di oggi: “Ah, Se il Catania vincesse anche in trasferta….!”. La squadra di Rolando Maran non finisce davvero di stupire tutti. Le vittorie interne del Catania hanno il sapore della conquista ottenuta con carattere dal collettivo. Tuttavia, non sempre le prestazioni degli etnei sono da ritenersi spettacolari sotto il profilo della linearità del gioco ma nulla può essere disconosciuto se l’analisi di questo Catania si riassume su basi inerenti la sostanza, la determinazione, il cinismo e la voglia di non mollare mai. Grande merito è da accreditare a Maran, un allenatore umile ma concreto nel suo agire di schemi tattici e atletici. I suoi ragazzi, poi, lo seguono con fiducia, sicuri come sono che i suoi insegnamenti sono in grado di dare le giuste soddisfazioni. E così, ogni domenica, assistiamo a un Catania diverso e, comunque, mai eguale a quello visto tra le proprie mura. Una metamorfosi incredibile che è di difficile analisi, ma che, alla luce dei fatti è giusto sviscerarne i motivi. Secondo un nostro parere, il Catania ha grandi possibilità di crescita perché, dopo avere superato la filosofia di squadra con la mentalità di chi deve lottare per salvarsi, ha assunto una connotazione più consona alle proprie aspirazioni di compagine matura per il grande salto verso l’Europa. Ma, come dicevamo, per far questo è indispensabile la continuità di risultati, in casa e fuori. La squadra di Antonino Pulvirenti, Sergio Gasparin e Rolando Maran, se, come ci auspichiamo, non sarà indebolita quest’estate con la vendita dei suoi giocatori più rappresentativi, deve fin da subito avere un atteggiamento offensivo e carico di autostima anche fuori dal Massimino. La condizione psicologica capace di imprimere il proprio gioco in casa non può rivoluzionarsi fuori dalle proprie mura con un atteggiamento attendista e poco proficuo. La vera natura della squadra di Maran è sì quella di sapere aspettare l’avversario per poi colpirlo in contropiede, ma è anche quella di sapere imprimere il proprio gioco con chiarezza di idee, aggressività e pressing alto. E allora, perché non utilizzarlo anche fuori casa? Certo, in campo ci sono anche le avversarie che non ti concedono di esprimere il tuo gioco, ma in casa non è lo stesso? E’ vero che il Catania può vantare di una tifoseria calda, capace di essere il dodicesimo giocatore in campo, ma non può essere solo questo il segreto del Catania cinico e bello che vediamo in casa. Nel calcio si nasce, si cresce e si vola. Oggi il Catania è davvero cresciuto in tutti i suoi reparti occupati da validi argentini fino a ieri sconosciuti, ma anche di sorprese come l’evergreen Le Grottaglie e come Lodi, splendida espressione dello scacchiere del centrocampo etneo. Quindi, a prescindere dalle motivazione che presto o tardi porteranno il Catania a maturare l’dea di far parte dell’ambito del calcio europeo, rivolgiamo al presidente Pulvirenti l’invito a stringere i denti dal punto di vista economico e di non smembrare un Catania che è stato costruito a fatica negli anni, con duttilità, giusta programmazione e chiarezza di idee. Proprio adesso che è nel “bel mezzo del cammin di nostra vita……” il Catania non vuol ritrovarsi in “una selva oscura…”.
Salvino Cavallaro
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