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Champions League Chelsea Juventus
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Torino, 21/09/2012 -

In una serata di calcio europeo da incorniciare, Chelsea e Juventus hanno dato spettacolo e soddisfatto ampiamente i cultori del pallone dal palato fine. E dire che per i bianconeri si era messa male, visto che Oscar (il gioiellino dei Blues classe '91 pagato intorno ai 30 milioni di euro) al 31' e al 33' ha rifilato ben due reti in fondo al sacco a Buffon. Ma, nonostante l'indemoniata frenesia iniziale della squadra di Di Matteo che pressava l'avversario in ogni angolo del campo, si è subito vista la reazione della Juventus che non ci stava proprio a subire un passivo così pesante. Al 38' del primo tempo, infatti, Vidal ha accorciato le distanze con un tiro di sinistro, nonostante che, in precedenza, avesse subito un fallo alla caviglia destra che gli ha procurato un dolore acuto. Stoica la sua prestazione che dà il senso del carattere arcigno e impermeabile a ogni tipo di avversità fisica. Intanto cresce di tono la Juve, nonostante la serata opaca di Giovinco apparso in difficoltà nei contrasti fisici ma anche nelle idee di gioco. Non era la sua partita questa, non poteva esserlo soprattutto per la mancanza di spazi e di gioco sugli esterni.

Ottimo come sempre Marchisio, instancabile cursore di centrocampo che, purtroppo, non ha saputo concretizzare due splendide occasioni che gli sono capitate sotto porta. Ma la nota lieta è costituita dall'inserimento di Quagliarella al posto dell'evanescente Giovinco. Il centravanti, infatti, al 35' del secondo tempo ha segnato il gol del 2 a 2 con un tiro fatto filtrare tra le gambe del portiere Chech. Uno splendido gol che ha dimostrato la sua freddezza sotto porta e, soprattutto, l'intelligenza con la quale ha saputo fare il giusto movimento sfruttando uno straordinario assist di Marchisio. E, come se non bastasse, ancora Quagliarella all'87' avrebbe potuto portare in vantaggio i suoi compagni se la sua splendida conclusione a giro fosse entrata in porta anziché scheggiare la traversa. Il Chelsea, vincitrice della Champions League della passata edizione, si è dimostrata squadra arcigna, instancabile nel pressare l'avversario, sicura negli schemi e nella manovra che, a dire il vero è apparsa più di stampo italiano che inglese. Non attacca scriteriatamente la squadra di Di Matteo, come sono solite giocare le compagini di scuola inglese, ma tende a controllare l'avversario per poi ripartire velocemente e colpirlo in contropiede. Una grande partita dunque, che ha evidenziato una Juventus affamata di calcio europeo che ha saputo, fin da subito, affrontare con umiltà provinciale e sicurezza nei propri mezzi. Tutte doti inculcate da Antonio Conte che, fin dall'anno scorso in campionato, ha retto e superato con un gruppo coeso e volitivo, la migliore tecnica di un Milan che poteva contare su Ibrahimovic, Thiago Silva e Cassano. Oggi, in Champions League, si prefigge di adottare lo stesso sistema, la stessa filosofia vincente di chi ha fame di successi ma anche di chi sa bene che almeno due o tre squadre sovrastano tecnicamente una Juventus che non ha Messi e neanche Ronaldo. Si fa dunque affidamento sul gruppo e sulla tenacia espressa sul campo in modo provinciale, poi si vedrà. E, se il buongiorno si vede dal mattino&.! 

Salvino Cavallaro


 

Salvino Cavallaro