DA FIRENZE CON FURORE: IL RITORNO DI PIZARRO


Fiorentina Pizarro
tempo: 31ms
RSS
Firenze, 12/10/2012 -

Lui, l’Italia l’ha girata in lungo e in largo. Lui, l’Italia ce l’ha nel cuore. Lui è un amante del bello: solo grandi squadre, con una storia importante, in una città importante.  Dalla carne friulana accompagnata con polenta tipica, alla classica e soddisfacente cotoletta alla milanese.

Da un primo a base di pasta cacio e pepe, a un secondo abbondante, una bella fiorentina.
Lui non è alto, non è un gigante.  Lui è il Pek, pequeño ma furbo, di un’intelligenza tattica disarmante e dotato di piedi raffinati, esclusivi.  Con grande, grandissimo piacere il calcio italiano dà il benvenuto, o meglio, il bentornato, a David Marcelo Pizarro Coates.
Il calo degli ultimi anni sembrava causa dell’età che avanza, della scarsa motivazione o dell’assenza di grinta. E invece no. Resuscitato, rinvigorito.  L’areoplanino Montella, allenatore della Fiorentina, ha sfregato la lampada magica, chiamata Della Valle-Pradè, ed è spuntato fuori dal nulla il regista cileno, all’apparenza con qualche anno in meno e con molta più cattiveria agonistica.  È lui il colpo dell’estate, il pezzo da novanta. Ogni allenatore che l’ha allenato, ha elogiato Pizarro per comportamento e professionalità e chi l’ha fatto maggiormente è stato soprattutto Mancini. Prima nell’Inter dove non ha mai convinto totalmente, poi, addirittura, nel Manchester City: la parentesi del prestito a gennaio scorso è stata breve ma intensa. Per il cileno anche un gol, con un destro dei suoi, e una Premier League sollevata al cielo.

In mezzo i grandi anni di Udine, piazza perfetta per i cileni: chiedere a Sanchez e Isla per ulteriori informazioni.  Arrivato come trequartista, prima da Roy Hodgson, poi da Luciano Spalletti, il Pek viene plasmato come regista basso, anello di congiunzione perfetto fra centrocampo e attacco. Diventa leader e Udine è pazza di lui che, a quel punto, decide di fare il grande salto. Prima all’Inter, senza fortuna, poi alla Roma, dove ritrova l’allenatore che l’ha più cullato.  Tra periodi di forma straordinari all’inizio del periodo romano, meno brillanti alla fine, Pizarro tiene in pugno per diversi anni il centrocampo giallorosso.  Oltre a qualche Coppa Italia e anche una Supercoppa italiana, la partita che mai nessun tifoso della squadra di capitan Totti potrà dimenticare è il passaggio del turno in Champions League contro il Real Madrid. Ce la fece la Roma, anche e soprattutto grazie al cileno, che all’andata siglò un gol che alla fine dei conti si rivelò decisivo.  Ora è tornato, in ogni senso, a Firenze. Il centrocampo della squadra rivelazione del campionato è nelle sue mani. Pizarro forma un’ottima coppia con Borja Valero e Montella lo ha già capito.  Vuole fare grande la Viola anche se, a causa della tanta timidezza, non ammette quali potrebbero essere gli obiettivi di questa giovane e bella squadra.

Viviano in porta, Roncaglia in difesa, Pizarro alla regia e Jovetic finalizzatore. Ecco la linea della squadra di Firenze. Mica male. Mica niente. Iniziate a tremare, perché oltre al regista nato a Valparasio nel 1979, è rinata anche la Fiorentina.


Giovanni Morotti