BRUNO BERNARDI: «LA JUVENTUS HA UNA FORZA INCREDIBILE. IL TORINO PUÒ FARE BENE»


Juventus Torino Bruno Bernardi
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Torino, 22/09/2012 -

Un incontro piacevole allo Sporting Club di Corso Agnelli a Torino, là dove da sempre si sono fissati gli appuntamenti di grandi nomi dello sport e del giornalismo italiano. Ci incontriamo con Bruno Bernardi, il "Bibì" di arpiniana memoria per gli amici e il "maestro" per tutti noi giornalisti. Di poco accanto, sembra soffiarti sul collo lo Stadio Olimpico e noi lo guardiamo, come se non l'avessimo mai visto, attraverso la luminosa vetrata del bar che si affaccia sull'immenso parco dello Sporting che è adibito a campi di calcio, da tennis e piscine. Un polmone verde che ti rasserena, anche per il cinguettio piacevole degli uccellini capaci di enfatizzare il riaffiorare di lontani ricordi di una Juventus che si allenava al vecchio e glorioso Campo Combi che si trovava qui accanto.

Oggi quel campo non c'è più, le moderne tecnologie e le esigenze pallonare hanno spostato il cuore nevralgico bianconero nella splendida struttura di Vinovo e qui restano incancellabili i ricordi. Ma, lo Sporting Club, resta pur sempre un lussuoso salottino posto nel cuore della città piemontese che oggi, finita l'estate, si prepara ad affrontare il mite autunno con i suoi impareggiabili colori. Sivori, Stacchini, Nicolè, Charles, Boniperti, fino ad arrivare a Zoff, Anastasi, Bettega, Platini, Scirea, Gentile, Cabrini, Morini, Rossi, Tardelli, Baggio, Del Piero e tanti altri. Qui tutto trasuda di gloria calcistica e ogni angolo ti parla in maniera bianconera, una lingua, un comportamento e un modus vivendi che, ai tempi dell'Avvocato Giovanni Agnelli si chiamava stile Juventus. Con il maestro ci soffermiamo al bar dello Sporting, scegliamo un tavolino e ci sediamo per sorseggiare piacevolmente il caffè dell'amicizia. Tra noi c'è sintonia, armonia scorrevole e il nostro disquisire di vicende calcistiche non ha il sapore di un appuntamento ufficiale ma, più semplicemente, di un incontro tra amici che hanno piacere periodicamente di incontrarsi, guardarsi negli occhi e parlare di vicende legate all'italico pallone. Più volte il tema è volutamente monotematico, tuttavia, la qualità, la competenza calcistica del maestro e il suo narrare di atleti e uomini veri, ti trasporta come se fosse sempre la prima volta. Naturalmente, non ci dilunghiamo più sul suo glorioso passato di giornalista e cronista sportivo inviato speciale per mezzo secolo da "la Stampa" di Torino in tutti i campi di calcio del mondo, perché sarebbe un ripetere cose che ormai sanno tutti. Di lui e con lui, oggi vogliamo parlare del presente. Sì perché l'orgoglio di chi sa di calcio a tutto tondo come il maestro, è di apparire attuale, sempre sulla cresta dell'onda, sull'informazione di oggi e non solo a quella relativa a ieri. Ed è per questo che lo troviamo in ogni dove, allo stadio, in tribuna stampa, nelle conferenze, tra le mura della redazione de "La Stampa", nei circoli sportivi privati, negli studi televisivi, tra le telecamere di Juventus Channel e di 7 Gold, insomma il "maestro" deve, anzi vuole vivere il presente pallonaro per essere sempre attendibile e attuale, informato per informare. E così decidiamo di chiacchierare insieme di calcio nazionale ed europeo, con l'interesse giornalistico capace di carpire idee e curiosità per poterli divulgare. Con il maestro c'eravamo lasciati il 13 luglio a Milazzo, la ridente cittadina in provincia di Messina, dove abbiamo vissuto insieme un'indimenticabile esperienza culturale grazie a un incontro voluto dai colleghi giornalisti siciliani e da Attilio Andriolo, medico chirurgo appassionato di calcio e di giornalismo sportivo. Oggi ci rivediamo per la prima volta dopo due mesi.

Ciao maestro, piacere di rivederti.
"Grazie a te e a tutti gli amici di Milazzo che mi hanno accolto con affetto. Di quell'esperienza, mi resta un bel ricordo che difficilmente dimenticherò".

Bene, vogliamo fare il punto sul campionato sin qui svolto?
"Con piacere. Prima, però, consentimi di salutare tutti i colleghi della redazione de "Il calcio24" che ci ospita e del quale ho apprezzato da qualche tempo il difficile e competente lavoro nel fornire informazioni calcistiche attendibili anche in tempo reale. Per rispondere alla tua domanda, posso dirti che tra tutte le squadre pretendenti al titolo di Campione d'Italia 2012-13 il Napoli mi sembra la più qualificata a contrastare la Juventus che si profila quale squadra da battere. I bianconeri si sono rinforzati con il ritorno di Giovinco, gli acquisti di Isla e, soprattutto, di Asamoah, un calciatore capace di fare la differenza. Tutti si lamentano per il mancato arrivo di un Top Player, ma io penso che per il modulo voluto da Conte e per il suo credo calcistico fatto di motivazioni di gruppo, la Juventus possa ovviare a questa figura almeno fino a Gennaio. Poi si vedrà. Per quanto riguarda il resto, vedo il Milan come squadra che ha ultimato un ciclo ed è alle prese con quella fase di ricostruzione che nel calcio non è mai immediata. L'Inter ha dato segni di ripresa rispetto all'anno scorso, la Roma non è continua come tutte le squadre di Zeman e la Lazio, pur avendo cominciato con il piglio giusto, credo che alla lunga non possa tenere il passo di Napoli e Juve".

Maestro, diamo uno sguardo anche alla Champions?
"Volentieri. L'altra sera ho visto la Juventus contro il Chelsea. Mi ha impressionato la sua reattività e il suo carattere che, nonostante il passivo momentaneo di 2 a 0 ha saputo ribaltare il risultato in maniera convincente. Certo, la Juve non è tra le favorite, tuttavia, come l'anno scorso in campionato, può essere l'outsider del torneo, grazie a quel calcio provinciale ma di forte impatto caratteriale che la Juve ha manifestato attraverso l'unione di gruppo. Per il resto vedo favorite le solite squadre. Barcellona, Real Madrid, Manchester City, Bayern Monaco e poi il Psg che potrebbe inserirsi tra le pretendenti al titolo finale."

E la Juve?
"Aspettiamo gli eventi e tra qualche tempo ne riparliamo".

Un'ultima domanda sul Torino. Come vedi il suo ritorno in Serie A?
"La squadra granata è quadrata, ben messa in campo, ed esprime un calcio ordinato, grazie anche al 4-4-2 voluto da mister Ventura. Ci sono i presupposti per ben figurare, anche se, a dire il vero, c'è bisogno di tempo affinché i nuovi acquisti possano integrarsi nell'intelaiatura granata. Non scoraggi la sconfitta subita in casa domenica scorsa dall'Inter, perché ho visto un Toro vivo e orgoglioso, soprattutto in quel Rolando Bianchi a cui la cura Ventura sembra davvero aver fatto bene. Ottimo l'inserimento di Brighi nello scacchiere granata di metà campo. Sono certo che vedremo un gran derby. Lo aspettiamo tutti con gran curiosità."

Finisce qui il nostro incontro con Bruno Bernardi, anche perché la sera imminente ci consiglia di congedarci. E' stato bello rivedersi e parlare di pallone tra piacevoli ricordi che si sono intrecciati con il presente. Il calcio è materia che ci unisce e, soprattutto, ci ha fatto scoprire il valore infinito dell'amicizia. Arrivederci maestro, al prossimo incontro.

Salvino Cavallaro
 
                


Salvino Cavallaro