GABBIADINI SULLA CENERE, MA NON È IL SOLO RESPONSABILE DELLA SCONFITTA DEL NAPOLI


Dopo l’interruzione a favore delle squadre
Nazionali, il Campionato di calcio ha presentato un sabato pallonaro ricco di
spunti da analizzare attentamente. Si è iniziato alle ore 15,00 con Napoli –
Roma, il derby del sud che ha assegnato il diritto di squadra anti Juve.
Ebbene, questa squadra è la Roma, non solo perché ha vinto 3 a 1 con doppietta
di Dzeko e gol di Salah, ma soprattutto perché ha
convinto in un gioco con una difesa a tre molto elastica. La squadra di
Spalletti si è presentata sul terreno di Fuorigrotta con un 3-4-1-2 e poi dal
10’ minuto ha ancora cambiato schierando la difesa a 4 con un giocatore davanti
alla difesa, 4 centrocampisti e una punta. Naturalmente si tratta di numeri che
trovano il tempo che trovano, ma ciò che è apprezzabile nella squadra di
Spalletti, è questa ritrovata mentalità capace di modificare in corsa la
sistemazione in campo senza subire traumi. In poche parole è la capacità e la duttilità
dei giocatori giallorossi, capaci di assemblarsi in un unico corpo e fare gruppo. Ecco, crediamo proprio che
questa sia stata la carta vincente di una Roma che adesso ha bisogno di
mantenere una certa continuità, soprattutto con il rientro importante di Strootman e Bruno Peres. Per quanto riguarda il Napoli, invece, abbiamo notato
una certa involuzione di concentrazione, quasi che la squadra di Sarri si fosse smarrita dopo l’infortunio
di Milik. Così, tutte le speranze sono
state riposte su Gabbiadini, il quale a parer nostro è stato caricato di
troppa responsabilità, soprattutto alla luce del fatto che mentalmente non era
preparato a fare la prima punta. Lui, che è seconda punta e da quando è a
Napoli ha vissuto alle spalle di Higuain
e poi di Milik, non può per incanto
essere buttato nella mischia e risolvere tutti i problemi dell’attacco del
Napoli. Detto questo, ci sentiamo invece di fare un appunto alla squadra di
Sarri che, come dicevamo, ha peccato di concentrazione. Troppe folate
scriteriate abbiamo riscontrato in Hysaj,
Ghoulam, Callejon, Insigne e poi anche Mertens entrato al posto di Gabbiadini, del quale si evidenziava la
sua amara e ingiusta (secondo noi) bocciatura. E poi anche Hamsik, uomo d’ordine del gioco del Napoli, appariva opaco in tutte
le sue iniziative di suggerimento e inserimento in zona d’attacco. E che dire
di Koulibaly, perno inamovibile della difesa del Napoli, che è incappato in
una giornata negativa nonostante un gol di testa che aveva fatto sperare al
pubblico napoletano in una riapertura della partita. La sua disattenzione in
occasione del primo gol della Roma, non si giustifica in un giocatore di così alto
livello, se non in una giornata negativa per lui e i suoi compagni di squadra. Dunque,
a conti fatti e in base a ciò che si è visto in campo, il Napoli deve ancora
lavorare molto sotto il profilo mentale, evitando ansie nocive da risultato
positivo da raggiungere subito e a tutti i costi. Mentre, per quanto riguarda
la Roma di Spalletti che si propone
di diritto a essere la squadra anti Juve, ci riserviamo di fare una valutazione
più approfondita in base alla continuità di gioco e la facilità dei meccanismi
tattici, che sono stati molto bene interpretati a Napoli.
Salvino Cavallaro