IL CALCIO È DI CHI LO AMA


A quanto detto aggiungiamo
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03/12/2013 -

Questo è lo slogan  che la FIFA  ha coniato  per  l’anno  2013/14 allo scopo di avvicinare  soprattutto  i bambini e le famiglie a questo sport  bellissimo,che però perde spettatori  ogni anno  per motivi  diversi ,che vanno dalla violenza al razzismo negli stadi,dalla pressione delle   pay-tv  a rimanere a casa a godersi lo spettacolo comodamente seduti  alle difficoltà per accedere ad un posto allo stadio sia  di tipo burocratico quanto  di ordine pubblico e così via.
A quanto detto aggiungiamo  i sospetti  di combine a causa del calcio scommesse ,che tolgono genuinità al risultato ,e così il gioco è fatto. A nulla valgono le prodezze dei campioni   se  la merce non interessa più e non attrae. Quindi non ci resterebbe che chiudere bottega ed andarcene all’estero? No,basterebbe andare nei campetti di periferia ,degli oratori o comunque in quelli ,dove si gioca per i tornei  minori.
“IL CALCIO E’ DI CHI LO AMA” ! E allora  cominciamo ad amare le nostre squadre  ,tutte, nessuna esclusa,nelle quali  ancora è possibile ammirare  il calcio dei   ricordi,quello “quando i pali erano quadrati” e i terreni  eternamente in terra battuta.E mentre  da Messina  arrivano voci terrificanti su inchieste della Procura federale per  un giro di scommesse milionarie sulla partita Messina-Lamezia, che, se accertate,porterebbero molto probabilmente alla scomparsa della squadra  peloritana per l’ennesima volta dal calcio professionistico, a Milazzo siamo in molti a ricordare quella stranissima partita del primo campionato di Lega Pro proprio contro il Lamezia al Grotta di Polifemo,che ci vide soccombere inaspettatamente  (il Lamezia era una squadra in disarmo, che non vinceva da mesi  perché affidata a dei giovani  senza esperienza a causa delle difficoltà economiche societarie) e su cui si riversarono sospetti di combine per un gioco di scommesse,che non è stato mai possibile documentare,ma che si sussurra ancora sia stato sicuramente portato a termine da personaggi  ben identificati,che,guarda caso,si sono trasferiti a Messina. Certamente i  guai  dei nostri dirimpettai possono lenire i nostri rimpianti,addolcire le pillole amare ,che abbiamo dovuto ingoiare,ma non basta. Dobbiamo guardare avanti e il futuro è proprio a portata di mano .Oggi si chiama Città di Milazzo,domani  forse si libererà anche di quel  termine:Città per farci di nuovo gridare :Forza Milazzo!
“IL CALCIO  E’  DI CHI LO AMA” ,non dimentichiamolo. Questa squadra comincia a divertire,gioca al pallone anche su una risaia come quella di domenica al Grotta di Polifemo .Contro  l’Atletico Villafranca ha realizzato  4 reti , potevano essere 6 o 7 ,ma ha deciso di fermarsi a 4 per non venire meno alla tradizione che ormai si porta dietro,quella di vincere con un poker d’assi. In quello stagno ha danzato un cigno nero,si chiama Hien Sasà,ma sembrava che in Costa d’Avorio,la sua terra, avesse sempre fatto quel lavoro anche a 50 gradi all’ombra. Non ha danzato solo lui,ma un po’ tutti .Se aveste visto il terzo gol (splendida triangolazione fra Maisano-un giovane milazzese interessante dal tocco pulito-e Hien) ,vi sareste spellate le mani  per applaudirli. Tutti bravi e innamorati della loro maglia:Crisafulli-autore della quarta ed ultima rete- Romeo –il capitano e papà di questi ragazzi-Miroddi .un altro milazzese che per la squadra della sua città ha rinunziato ad altri palcoscenici,Fleri ,che si porta dietro la gioia della cavalcata con il Milazzo di Cannistrà,Torre ,una spina  nel  fianco di tutte le difese avversarie,Salmeri ,un milazzese che ,nonostante la giovine età,dà sicurezza  in difesa  e  spinta  instancabile sulla sua fascia.Dovremmo continuare a citarli tutti,uno per uno,ma lo faremo nei  prossimi numeri perchè se lo meritano.
Dove arriveranno? Boh,il bello di questa squadra è che si gioca per vincere ,senza obiettivi  da raggiungere.A  Maggio si  faranno i conti.Il tecnico Gaetano Accetta non li assilla,ma li tiene concentrati  sull’applicazione degli schemi provati in settimana. Insomma un ambiente tranquillo,che ci riconcilia con il calcio dopo la bufera dell’anno scorso. “IL  CALCIO E’ DI CHI LO AMA” : teniamocelo dentro questo motto,anzi  trasmettiamolo ai ragazzini delle scuole,portiamo  la nostra squadra fra i banchi di scuola,simpatizziamo con i futuri tifosi ,creiamo le condizioni  per riavvicinare i bambini al calcio,come è stato fatto a Torino approfittando della chiusura delle Curve,facciamoli innamorare della nostra squadra.
Essi  rappresentano l’assicurazione sulla vita per il calcio,noi, tifosi di ieri e di oggi, forse lo abbiamo amato il calcio un tempo,ma dopo,mi spiace confessarlo,lo abbiamo tradito senza pietà né ripensamenti!
                                               
Attilio Andriolo
 

IlCalcio24 Redazione