Ci sono partite di calcio che per la grande intensità
emotiva, riesce difficile raccontare anche a noi cronisti che da molti anni
narriamo le gesta dei calciatori sul terreno di gioco. Torino – Sassuolo è uno
di quei match in cui se racconti l’inizio, la metà e poi la fine della gara, ti
accorgi di avere scritto cose diverse, perché differenti sono state le
situazioni tecniche e agonistiche capaci di farti cambiare umore e persino
giudizi affrettati su questo o quel giocatore e anche sull’allenatore. Così è
il calcio, così è questo mondo del pallone capace di farti perdere il senso
logico dell’equilibrio e disperderti tra i meandri di sentimenti ed emozioni
contrapposti tra loro. Ma la partita che il Toro ha giocato in casa contro il
Sassuolo all’ora di pranzo, era una di quelle che equivalgono una grande finale
per situazione di classifica e per emozioni garantite fin dall’inizio. E poi,
nello sviluppo della gara, ti accorgi che proprio queste forti emozioni così
altalenanti, immediate e capaci di toglierti il respiro, sono adatte soltanto ai
forti di cuore. Ma questa volta il cuore granata ha retto bene, perché non è
stato facile assorbire la prima delusione della gara, proprio quando il gallo
Belotti al 16’ del primo tempo su calcio di rigore scheggia la traversa con la
palla che va alta. Poi, al 27’ il Sassuolo è andato in vantaggio con un gol di
Bourabia, il quale si fa espellere dall’arbitro per un doppio giallo causato da
un suo precedente fallo e poi dall’essersi tolto la maglia nell’esultare.
Dunque, un Sassuolo rimasto in dieci uomini ma in grado di continuare a dare
filo da torcere ai granata che non ci stanno a subire una sconfitta davanti a
uno stadio gremito di tifosi. E intanto sugli spalti abbiamo visto soffrire il
popolo granata che, come sempre, ha incitato la squadra nel suo eterno ruolo di
dodicesimo giocatore in campo. Passano i minuti e l’ansia si fa ancora più
forte, i battiti del cuore si acuiscono ad ogni tiro fallito dai granata e
soprattutto di Belotti, il quale al 35’ tira addosso al portiere Consigli un
pallone che avrebbe potuto riequilibrare le sorti della prima frazione della
gara. Si va così all’intervallo tra l’esultanza dei sostenitori del Sassuolo e
l’angoscia di quelli del Toro.
Ma si ricomincia, non c’è tempo da perdere,
il Toro non può fare svanire nel nulla un’Europa che è lì, a portata di mano,
anzi di piede e di cervello. In campo rientrano gli stessi 22 che avevano
cominciato la partita, ma poi al 49’ Mazzarri fa entrare Zaza che prende il
posto di Lukic. Così, si evince subito l’intenzione di un Toro arrembante che
appare a trazione anteriore con la presenza in campo di Belotti, Zaza, Iago
Falque e Berenguer in contemporanea. E non è un caso che il Toro, sanguigno più
che mai, pareggi i conti con Belotti al 56’. Al 64’ anche i nero verdi cambiano
Djuricic con Rogerio, ma è il Toro che attacca a testa bassa e con forza costringe
il Sassuolo ad arretrare il proprio baricentro, fino a chiudersi nella propria
metà campo. Ma, ironia della sorta, il calcio beffardo riserva ancora ai tifosi
del Toro un’altra delusione nel vedere segnare il Sassuolo con un eurogol di
Lirola. Incredibile, un gol che avrebbe stroncato gli animi di chiunque, ma non
dei giocatori granata che invece di perdersi in disarmanti ed effimeri atteggiamenti
negativi, ricominciano a macinare chilometri con straordinaria forza fisica, a
testa bassa, quasi a combattere il destino avverso ancor più che il Sassuolo
stesso. Proprio com’è scritto nella sua gloriosa storia che si rivede sempre
tra le sagome e le gesta del Grande Torino. Così, con il cipiglio di chi non ci
sta a essere sconfitto, all’81’ arriva il pareggio di Zaza. Un boato di
speranza si capta tra il popolo granata che riprende animo, proprio come fanno
i suoi campioni in campo. Ed è proprio adesso che si avverte il picco di un’adrenalina
che sale dritta in cielo e crea emozioni che tolgono il respiro. Adesso lo
stadio innalza al cielo le sue urla di speranza, le cromature granata si
uniscono tra lo sventolio di sciarpe e l’alzare delle sciarpe in segno di
carica verso i calciatori del Toro, a cui si chiede un ultimo sforzo. Un
presagio al gol del gallo Belotti che arriva all’82’ e pone fine alla grande
paura. Torino 3 – Sassuolo 2. Una bellissima rete che non si ha nemmeno il
tempo di magnificare per la bellezza del gesto tecnico con cui il gallo l’ha
messa lì, alle spalle del portiere Consigli che nulla ha potuto contro un’imparabile
sforbiciata al volo. Sempre nella stessa porta, sempre con lo stesso gesto
tecnico che il gallo Belotti aveva fatto contro il Sassuolo lo scorso
campionato. Un segno del destino, un qualcosa che racconta un Toro da
assaporare, che fa soffrire e poi gioire i suoi tifosi. E chissà che gli
Invincibili del Grande Torino siano i veri autori di questo sogno granata che
si sta avverando dopo tanti anni. Il Toro di Mazzarri c’è, è volenteroso,
arrembante anche se non perfetto. Ma che importa, la classifica al momento parla
di un sesto posto e di 60 punti che fanno felice il popolo granata, il
presidente Cairo, Mazzarri e i suoi ragazzi. Adesso restano due partite da
giocare, una ad Empoli e l’altra in casa con la Lazio. I deboli di cuore sono
avvertiti. Le emozioni saranno ancora intensissime!
Salvino
Cavallaro
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