INTERVISTA A RAYDEN: OLTRE LE DONNE E IL CALCIO


Intervista esclusiva al rapper Rayden
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Catania, 10/09/2012 -

Rayden (Marco Richetto), conosciuto anche col nome di "Faccia d'angelo", è uno dei rapper italiani che ultimamente ha riscosso più successo (grazie anche al boom che questo genere ha avuto negli ultimi mesi nel nostro paese) riuscendo a fare avvicinare sempre più anche coloro che erano più diffidenti nei confronti di questo tipo di musica e ad imporsi sulla scena musicale italiana e nelle classifiche dei brani più ascoltati e venduti insieme anche ad altri suoi colleghi. Ma prima del meritato successo, tanto sudore, tanto lavoro, tanta gavetta che hanno portato "Faccia d'angelo" ad essere l'artista completo che oggi è, dopo una carriera iniziata nel 1999 e che annovera alcuni dei pezzi migliori dell'hip hop italiano degli ultimi anni, se si considera il lavoro sia da solista che in gruppo del cantante. Rayden è infatti tra le altre cose uno dei tre componenti degli One Mic, insieme a Ensi (uno dei freestyler più famosi e bravi della scena italiana) e Raige. 5 album all'attivo (2 One Mic, 3 da solista, l'ultimo di questi "L'uomo senza qualità" uscito pochi mesi fa), Rayden vanta all'attivo anche numerose collaborazioni con diversi pezzi grossi dell'hip hop italiano, nonché una carriera (e una capacità) da freestyler di tutto rispetto, che lo ha visto arrivare fino in fondo in alcune delle più famose competizioni di freestyle in Italia e che ci permette di considerarlo, senza troppi problemi, uno dei migliori anche in questo ambito. Contattato in esclusiva per Ilcalcio24, il rapper torinese ha parlato di una delle sue grande passioni (oltre alla musica si intende): il calcio. Numerosi i riferimenti sia nei testi sia nei titoli delle canzoni al mondo del pallone (si pensi anche alla canzone intitolata "Samuel Eto'o"), uno dei pezzi più recenti dell'artista torinese si intitola "Le donne e il calcio", pezzo che ha riscosso parecchio successo diventando anche sigla di uno dei programmi di punta della rete di Sportitalia.


Ciao Marco. Sei conosciuto con il nome di "Rayden" e "Faccia d'Angelo". Puoi spiegare ai nostri lettori come sono nati questi nomi?
"Ho scelto il nome Rayden perché "Rayden" è una divinità giapponese, rappresentata come un guerriero saggio, mi piaceva l'accostamento e ho scelto questo nome. "Faccia d' angelo" mi è stato invece "affibbiato" alle battle di freestyle, se non ricordo male al Tecniche Perfette (nota competizione di freestyle ndr) da Mastafive, è un nome che mi è piaciuto e che ho tenuto come secondo nome, anche perché contrapponeva un pò il fatto dell'aggressività delle battle all'aspetto tipico magari del bravo ragazzo che ho".


Da cosa nasce una canzone come "Le Donne e il Calcio"?
"In ogni lavoro che faccio, specie in quelli solisti in cui comunque ho un margine decisionale più ampio, amo fare canzoni nuove e adottare soluzioni diverse dai miei lavori precedenti.
In quella che era la mia discografia mancava un pezzo più leggero e ironico. Perciò ho voluto cimentarmi in questa canzone, senz'altro autentica, che rispecchia la mia persona nei lati più leggeri, meno introspettivi e descrittivi. Ho deciso dunque di fare questa canzone che paragona l'universo femminile a quello che è il mondo del calcio, in chiave prettamente ironica, giocando anche su quelli che sono gli stereotipi-luoghi comuni. E' nata poi dal fatto che Vox aveva fatto questo beat (poi riarrangiato e modernizzato) qualche anno fa, le cui sonorità sembrano quasi da villaggio vacanze (ride ndr). Ascoltando la base mi è venuto in mente il ritornello e poi le strofe le ho scritte molto in fretta. Ci tengo però a precisare che non è che mi sia stato detto da quelli di Sportitalia (la canzone è diventata sigla di uno dei programmi di punta della rete sportiva ndr) di fare una sigla per loro, è stato un pezzo proprio nato da me in modo del tutto spontaneo. Dopo avere sentito la canzone l'hanno scelta come sigla e per me è stato un onore, dato che sono un fan di Criscitiello, Pedullà e tutti i giornalisti che lavorano a Sportitalia".

In molti hanno criticato la canzone definendola "commerciale". Come rispondi a chi critica e cosa rappresenta secondo te una canzone del genere?
"Secondo me il discorso è molto semplice: mettere delle etichette alle canzoni è una perdita di tempo fondamentalmente. Nel mio vissuto, se io ascolto una canzone e mi piace continuerò ad ascoltarla, altrimenti non perdo tempo a dire "questa è commerciale, non va bene" oppure "questa è hip hop-underground, va bene". Secondo me bisogna vivere la musica in modo molto più spensierato, senza paletti e pregiudizi. Detto questo, credo che ognuno abbia i propri gusti e io rispetto tutti i tipi di giudizi e pareri, specie se stimolano a riflessioni originali e intelligenti. "Le donne e il calcio" è strutturata come un tormentone, proprio per la tipologia di canzone: se uno fa un pezzo di questo tipo di certo non vuole salvare il mondo, vuole fare una cosa che sia semplice e immediata e che faccia sorridere.
Questa canzone non è frutto di un'operazione commerciale col fine di vendere qualche disco in più, è solo una canzone in cui parlo di 2 mondi che mi piacciono e li metto a confronto ironicamente/provocatoriamente. Io sono io, in tutte le mie sfaccettature e ci tengo a dimostrare che riesco a fare anche pezzi più leggeri. Il fatto che persone di 50 anni, 60 anni, genitori di amici miei mi cantino la sigla del programma divertendosi non può che farmi piacere.  Un'artista debba dimostrare a 360° quello che è in grado di fare e mi piace fare proprio questo, perché se no mi cullerei sui traguardi già raggiunti. Preferisco invece sempre re-inventarmi facendo musica autentica. Ho fatto una canzone che parla delle mie passioni se ti piace l'ascolti altrimenti ascolti qualcos'altro".


Ci sono sempre stati dubbi sulla tua fede calcistica. Cosa ci puoi dire a riguardo?
"Da piccolo ero un tifoso granata perché mio nonno era tifoso del Toro e guardavo le partite con lui. Nella mia famiglia però sono tutti juventini, quindi era bella questa "diatriba" e questo derby casalingo. Poi ho iniziato a interessarmi al calcio a 360°, gli anni dei primi importanti investimenti in Premier League etc. Etc. Quindi il fattore del tifoso mi si è proprio spento, mentre sono andato ad apprezzare altri aspetti Mi è capitato addirittura di andarmi a leggere le tesi di Coverciano sul sito della FIGC e ho cercato sempre di informari comunque il più possibile su questo fantastico mondo.  Simpatizzo per i granata proprio per questo ricordo affettivo che ho di quando mio nonno era in vita, però allo stesso tempo quando lo scorso anno ha vinto il campionato la Juve sono stato contentissimo perché è una squadra della mia città ed è la realtà meglio proiettata al futuro attualmente nel calcio italiano. Però veramente non è roba tanto per non schierarsi (ride ndr), mi piace informarmi, seguire un pò di tutto e guardare il calcio come un vero e proprio spettacolo piuttosto che come un tifoso accanito e non obiettivo".

Quale sarebbe l'11 ideale della serie A di Rayden?
"Come modulo credo che opterei per un 4-3-1-2. In porta sicuramente Gigi Buffon; centrali punterei sulla coppia Barzagli-Samuel, una sicurezza; mentre come terzini con Lichtsteiner a destra e Balzaretti a sinistra le fasce sono coperte; centrocampo a 3 con Pirlo in regia, e Guarin-De Rossi ad affiancarlo; in attacco sicuramente la coppia Cavani-Jovetic e a supportarli come trequartista scommetterei su Lamela".


E' nota la tua amicizia con il giocatore del Napoli Behrami. Sei amico di altri calciatori?
"Oltre a Valon (Behrami), per il quale ho una stima infinita sia come calciatore sia come uomo, ho avuto la fortuna di conoscere Luca Marrone, centrocampista della Juventus e della nazionale under 21. E' un ragazzo (classe 90) con tutte le possibilità di fare molta strada perchè ha culto del lavoro e la serietà necessaria per gestire al meglio la sua carriera.
Inoltre, nelle prime uscite stagionali della Juventus, ha dimostrato una sicurezza, senso della posizione e visione di gioco da veterano, anche schierato da perno centrale della difesa a 3".

In chiave musicale, con quali artisti italiani, con cui non l'hai ancora fatto, ti piacerebbe collaborare?
"In ambito rap mi farebbe piacere collaborare con Marracash, Dargen D'Amico, Guè Pequeno e Vacca; fuori da quest'ambito con Giorgia, Elisa e Battiato".

Chiudiamo con la seguente domanda: cosa c'è per Rayden oltre alle donne e al calcio?
"C'è la musica, che è la mia grande passione da quando ho 14 anni ed ora è il mio lavoro. Il bello di tutto questo è che pur essendo arrivato a un livello professionale, dove è necessario ottenere dei risultati tangibili e concreti, non ho ancora perso la componente romantica, il che è fondamentale".

Alessio Nicotra