Al Grotta di Polifemo: Milazzo 0 Forlì 4. Rare volte davvero, c`é capitato di commentare un simile punteggio a seguito di una partita ufficiale del Campionato di calcio Professionisti. E, onestamente, non sappiamo cosa dire, cosa scrivere, dinanzi a uno spettacolo che, chiamarlo calcio, è davvero un eufemismo. Disarmante la prestazione dei padroni di casa che, in una giornata ancora estiva, hanno palesato tutti i limiti derivanti non solo dal ritardo di preparazione, ma anche e, soprattutto, da una preoccupante mediocrità tecnica che lascia davvero esterrefatti e preoccupati, in considerazione del prosieguo in campionato della squadra mamertina. Solo i primi dieci minuti di partita hanno dato una lontana parvenza di gioco da parte del Milazzo, poi il nulla. Mancanza di idee, nessun movimento senza palla e gioco sugli esterni, sono stati elementi assenti in assoluto. Poi il 4-3-3 voluto da mister Tosi, appare obiettivamente velleitario e pretenzioso di una squadra che non può supportare un carico di lavoro mentale, tecnico e atletico che non è nelle corde di questa insufficiente compagine. Ciò che ci apparso maggiormente evidente è la quasi totalità dei giocatori che non sono compatibili con una categoria professionista di Lega Pro che prevede ben altre caratteristiche. I romagnoli del Forlì che sono primi in classifica a punteggio pieno con Renate e Savona, hanno vinto la partita senza strafare e, dopo il 3 a 0 rifilato in casa nella prima partita contro il Mantova, hanno superato agevolmente un Milazzo praticamente inesistente. Emblematico il commento di mister Attilio Bardi del Forlì: I miei ragazzi hanno interpretato la partita nel giusto modo. Non so, onestamente, quanto ci sia di merito da parte nostra e quanto di demerito da parte del Milazzo. So solo che, dopo aver segnato il secondo gol, i miei ragazzi hanno giocato in scioltezza, anche per la mancata reazione degli avversari milazzesi. I neo promossi romagnoli sono già in palla, dunque, con caparbietà e con la volontà nitida di chi si prefigge di ben figurare con obiettivi importanti. Per il Milazzo, che è un cantiere ancora aperto, si prospettano giorni difficili che creeranno certamente notti insonni alla nuova cordata imprenditoriale capitanata dal gruppo del giovane, rampante e volitivo presidente Peditto. E` necessario studiare in tempo, non solo l`assetto tattico e tecnico della squadra mamertina (a proposito, auguri mister Tosi), ma, soprattutto, l`organizzazione interna della società che non ha avuto il tempo necessario per collocare nei punti nevralgici della sua azienda calcio, le persone giuste al punto giusto. Il tempo per riparare il ritardo accumulato, c`è abbondantemente. Ora, è inevitabile ravvedersi e non perseverare in una conduzione dirigenziale approssimativa e raffazzonata, basata soprattutto nella superficialità e nel caso. Il calcio non è questo. Due più due fa quattro, non cinque. La qualità della conduzione aziendale della pelota professionista ha altre connotazioni, non queste. Milazzo merita un`immagine diversa. Le luci della ribalta e la vetrina della curiosità continentale del pallone che conta è un`occasione da non perdere assolutamente. Facciamo tesoro di questa opportunità e, soprattutto, non bruciamo banalmente e in maniera inconsapevole e minimalista, questo appetibile appuntamento con la notorietà oltre i confini meridionali perché potrebbe non ripresentarsi più.
Salvino Cavallaro
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