PESOLI CHIEDE GIUSTIZIA: «SONO INNOCENTE E NON PATTEGGIO!»


«Palazzi non mi ha mai ascoltato e mi ha dato tre anni»
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17/08/2012 -

L'unico risultato che ha ottenuto Emanuele Pesoli dalla sua protesta shock è stato quello di esser ascoltato dalla Figc: praticamente, dei suoi obiettivi iniziali (Gervasoni, Carobbio o Palazzi, ndr) non ne ha ottenuto manco uno.

"Ringrazio la Figc che mi ha voluto ascoltare, ma non sono riuscito a ottenere quello che chiedevo.  Volevo incontrare Gervasoni e Carobbio ma non mi è stato concesso. Palazzi ha creduto a quanto gli hanno detto e io con lui non ho mai avuto modo di parlare, di difendermi. Ha creduto a loro e mi hanno squalificato tre anni, mentre a Gervasoni han dato tre mesi", dice il difensore del Siena, che poi spiega i suoi contatti con Gervasoni: "Ero a casa, mi squillò il cellulare, numero sconosciuto, era Gervasoni. Non lo conoscevo. A quella telefonata seguirono tanti messaggi, più che altro si informava su chi avrebbe giocato la domenica successiva. Non erano domande dirette, ma tendenti a sapere qualcosa di specifico. Capii che c'era qualcosa che non andava. Il Varese già ai playoff giocava contro il suo Piacenza che lottava per non retrocedere. Il punto oscuro di tutto è che con Gervasoni parlai spesso di Varese-Piacenza, mentre sono stato messo in mezzo per Siena-Varese per la quale mi sono sentito con Gervasoni solo perché voleva sapere in che albergo avremmo alloggiato. Qualcosa di folle anche perché mi ritrovo condannato per tre anni per una partita che secondo Gervasoni doveva finire in parità, che è finita 5-0 e nella quale ho giocato appena mezz'ora, entrando sul 4-0".

In caso d'incontro coi due accusatori? Dovrei sforzarmi di tenere la calma, -continua Pesoli-Potrei non rispondere delle mie azioni se non lo facessi. Intanto aspettiamo l'appello del 20 agosto. Se andasse male ci rimetteremmo al TNAS ma comunque dovrei farmi sei mesi di squalifica".

Appello finale del giocatore: "Non chiedo la grazia e non patteggerò mai perché sono innocente. La mia unica colpa è stata quella dell'ingenuità ma sono un uomo e un calciatore pulito".

Luca Bonaccorso