QUANDO IL CALCIO È UMANITÀ


Chi vive di emozioni come fatto essenziale
dell’esaltazione dei sentimenti, sa che a volte basta un gesto, una parola o
riflessioni su tematiche profonde di vita, per suscitare brividi che coinvolgono cuore e cervello. Il
calcio, mezzo di comunicazione e grande aggregazione sociale, è uno dei
principali sviluppatori di emozioni dettati non solo dai gesti tecnici o dai
gol segnati in campo, ma anche dalle parole dei giocatori e dagli addetti ai
lavori, capaci di rafforzare il senso dell’umano. Già, perché tutto ciò che
mette al centro l’uomo attraverso il suo fare e il suo dire, può suscitare
emozione. E così succede che smaltita l’adrenalina del match, capita pure di
trovarsi in sede di conferenza stampa e capire che in fondo non sono solo
parole di circostanza, quelle che si dicono in quella particolare sede, ma c’è
anche qualcosa che ti fa pensare e scrivere di getto ciò che neppure t’aspetti.
Dopo la partita di domenica scorsa tra Torino e Fiorentina, l’allenatore del
Toro Sinisa Mihajlovic ha dato
dimostrazione di grande umanità nel rispondere di getto a un collega
giornalista, il quale gli ha chiesto se per un ragazzo di 22 anni come Benassi, non sia difficile portare la
fascia di capitano. A questo punto, senza neanche pensarci un attimo, il
tecnico serbo ha detto: “ Non è facile
alzarsi ogni mattina alle 4 e mezza, andare a lavorare alle 6 per tutto il
giorno e non arrivare a fine mese. Questo non è facile. La fascia da capitano,
invece, è un piacere, un orgoglio: lui è una persona fortunata come tutti noi che facciamo questo lavoro”. Grande
riflessione capace di sconvolgere il piano di lavoro di noi giornalisti, che
prevede come sempre considerazioni di tipo tecnico. Ma questa volta no, Sinisa
ha colpito in pieno ed ha suscitato sentimenti di grande stima nei suoi confronti.
Poi, parlando sempre dei fatti umani che suscitano emozioni nel calcio,
vogliamo citare le parole di Leonardo
Bonucci, anch’egli in conferenza stampa da Coverciano, dove la Nazionale
sta preparando l’importante incontro con la Spagna, allo Juventus Stadium di
Torino. Ebbene, in questa circostanza, abbiamo visto le lacrime del centrale difensivo
della Juventus, che nel ricordare il recente periodo difficile da lui vissuto a
seguito della malattia di suo figlio Matteo, ha detto: “Quello che ho vissuto negli ultimi due mesi mi ha dato una grande
forza, ringrazio mio figlio e mia moglie, sono stati momenti duri. Matteo mi ha
trasmesso tanta forza, così come Lorenzo e la stessa cosa ha fatto mia moglie.
Sono situazioni che ti fanno crescere, che ti fanno vedere la reale importanza
delle cose. Adesso, alcune critiche, alcune discussioni, alcuni rimproveri e
certi mugugni mi fanno capire che sì c’è sempre da migliorare, ma l’importanza
di quello che ti accade nella vita è molto più importante di un passaggio
sbagliato. Quando stai bene con la testa e con il cuore, funziona tutto”. Ecco,
possiamo proprio ritenerci fortunati noi giornalisti, quando si presenta l’occasione
di fare informazione di così alto spessore umano. In fondo, sono proprio queste
riflessioni che ci inorgogliscono, di un mondo del pallone non sempre
meritevole di fatti da raccontare.
Salvino
Cavallaro