SAMBA: STORIE DI RAGAZZI NEL RITIRO DI UNA SQUADRA DI CALCIO


Calcio
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12/08/2012 -

Il calcio non è quel mondo dorato che può apparire dall`esterno ad un lettore poco interessato e questa storia, un po` inventata, è stata scritta affinché tutti coloro che amano questo sport, imparino a rispettare  oltre le regole anche i sentimenti di tutti quei ragazzi, che a questo sport affidano  le speranze e i sogni, che in quei  pochi giorni vedranno svanire.
 Ogni anno ad inizio stagione si parte in ritiro,tutti insieme: giocatori, allenatori, dirigenti; sembra una rimpatriata fra vecchi compagni di scuola, ma in effetti non lo è, perché in gran parte non ci si conosce. E così dopo i convenevoli di rito, ad ognuno viene assegnata una camera da condividere con un altro ragazzo che non hai mai visto prima. Speri tanto di andarci d`accordo, scambi le prime battute e magari ti accorgi che alla fine ti è andata bene:pensi che puoi fartelo amico, in fondo è sincero, lo capisci  dallo sguardo, dall`espressione del suo viso, dalle premure che ti rivolge,anche se in fondo non sei tanto più grande di lui. Peccato che giochi anche lui, lì in avanti come te;quindi può diventare un concorrente temibile per una maglia. Ma non ci pensi più di tanto ,c`è posto per entrambi&.forse,chissà. Tu lo speri perché credi di aver trovato l`amico,più che il compagno di squadra, con cui dividerai la camera,quando si andrà in trasferta; magari potrai rivelargli qualche tuo segreto, che non hai mai avuto il coraggio di dire ai tuoi, confidare i  timori prima della partita, confessare gli innamoramenti o le tue delusioni in amore.
Quest`anno siamo in tanti,più del doppio; ci sarà da impegnarsi e soffrire  per convincere il mister a tenerci in squadra. Ogni giorno ci ritroviamo a tavola con qualche sedia vuota : è quella di chi ha già avuto il responso, che è sempre lo stesso:Non rientri nei piani della società. Più che un responso, suona come una sentenza di condanna. Il ragazzo che l`ha ricevuta, sale in camera,con gli occhi abbassati, in silenzio passa davanti ai compagni,con cui ha rincorso quel maledetto pallone fino a qualche ora prima;prepara le sue cose,che stavolta mette alla rinfusa,spingendole con rabbia in fondo alla valigia e va  via di corsa con un cenno di saluto, a chi è rimasto, per non perdere l`ultima corsa di autobus, dice, scusandosi, ma la verità la conosciamo tutti: ce l`ha con noi in quel momento e non gli va giù che noi si resti mentre lui è costretto ad  andare via.
Tornare a casa è ciò che gli importa più di ogni altra cosa: lì potrà sfogare la sua rabbia per poi ripartire e sperare in attesa di una nuova chiamata.
Ma io come mi comporterò quando toccherà a me? E se invece toccasse al mio amico? Uno dei due là in attacco è di troppo, così ci hanno fatto capire. Domani forse si decide. Il mister ha combinato un`amichevole con una selezione di giovani  del posto. La notte prima,sdraiati sul lettino, non ci va di scherzare come le altre sere; questa è la sera prima degli esami: non si dorme e si sta a guardare il soffitto, mentre le nostre palpebre reclamano un po` di riposo. Ma che calcio è mai questo?Pensiamo entrambi. No, non è quello che noi tutti, fin da quando iniziamo a giocare nei campionati minori,sogniamo. E` un calcio crudele,che mette a dura prova anche i sentimenti più profondi dell`animo umano: l`amicizia, la solidarietà, la gioia di diventare complici,di provare le stesse emozioni; quelle di due ragazzi ,che,lontani da casa e dalla famiglia,hanno ritrovato in quel posto così lontano e così anonimo il calore dell`amicizia, che il calcio, questo maledetto calcio, vorrebbe spegnere.
Si fa presto mattina in questa cittadina sonnecchiante nella sua vallata; la nostra camera s`illumina con i primi tiepidi raggi del sole; i nostri sguardi finalmente si possono incrociare: è un attimo,ma tanto basta per spingerci l`uno fra le braccia dell`altro. Non è possibile che questo maledettocalcio rovini un`amicizia così vera, forte, genuina, senza  ombre o verità  nascoste per macchiarla. Ma il patto è siglato e suggellato  con quel giuramento degli scout, a cui entrambi terremo fede per la vita.
Arriva la partita .Il mister ci fa giocare entrambi dall`inizio,ma è pronto a sostituire uno dei due, non appena si sarà fatto le sue convinzioni. Lui è il giudice; l`unica legge, che conosce,è quella del calcio: fai gol e potrai continuare a sognare!  I minuti scorrono  e noi cominciamo ad ubriacare gli avversari con le nostre serpentine,ci passiamo la palla in velocità,scattiamo e andiamo in rete prima io e poi lui,il mio grande ed inseparabile amico. Non c`è differenza fra noi : gol, gol e poi ancora gol!!!
Chissà come farà il mister adesso a condannare uno dei due. La partita finisce con  i nostri giovani avversari frastornati dalle nostre giocate che  ci fanno i complimenti. Che bello però sotto la doccia scherzare e urlare di felicità. All`improvviso cala il silenzio nello stanzone,entra il mister ed emette la sentenza: Voi due, dice rivolgendosi a noi, potete restare: siete una coppia formidabile, ma la società ha bisogno di ridurre l`organico,per cui ho deciso di mandare via Samba, un centrale senegalese, che in quei giorni in verità aveva parlato molto poco e se ne era stato seduto in un angolo dello spogliatoio, sempre quello, isolato da tutti fin dall`inizio senza alcun apparente motivo . Sembra strano, ma forse ci siamo accorti di lui soltanto adesso che in fondo aveva preso il posto di uno di noi.
No, davvero, il calcio non è il mondo dorato,che avevamo sognato. Lo abbiamo capito scrutando negli occhi di Samba:strano questo nome, che richiama balli di allegria e musiche a ritmi sfrenati,ma che adesso fa da terribile contrasto con lo sguardo triste di un giovane di colore,che ha subito forse l`ennesima ingiustizia. Al ritorno in albergo, mentre lo salutiamo senza nascondere qualche lacrima sincera, Samba ci sorride e ci prega di non avere alcun rimorso per lui. Tornerò a Rimini a vendere le mie collanine sul lungomare; si guadagna bene ,sapete. La mia partita l`ho già vinta il giorno che mi avete ospitato nella vostra terra ed il mio gol  l`ho segnato oggi, perché con il mio sacrificio ho salvato la vostra amicizia e, forse, di quel sogno nel pallone, che voi avete nel cassetto, un pezzetto, ricordatevi ,che appartiene anche a un uomo di nome Samba, che si è guadagnato la libertà dando calci ad un pallone!
                                                  
Attilio Andriolo

IlCalcio24 Redazione