TASSOTTI, L`ETERNO SECONDO


Tuttavia
tempo: 24ms
RSS
14/01/2014 -

Dismessi gli abiti del vice Allegri, Mauro Tassotti da 34 anni al Milan, diventa per brevissimo tempo primo allenatore dei rossoneri in attesa di ritornare a fare il secondo di Seedorf. Non sappiamo se quella di continuare a essere l’aiuto di chi periodicamente viene chiamato a essere l’allenatore del Milan sia una sua libera scelta. Tuttavia, pensiamo che dopo tanti anni Tassotti voglia parlare a quattr’occhi, prima con il presidente Berlusconi e poi con sua figlia BB e Galliani, per chiarire la sua posizione. Che il diavolo rossonero sia in via di smobilitazione dei vecchi ranghi, sembra ormai scontato. E forse anche per questo il “vecchio” Tassotti vuole sapere a chiari lettere quale sarà il suo futuro nel Milan. L’idea di lady BB di iniziare un processo di rinnovamento nell’ambito tecnico della società è già in fase di attuazione, nonostante in apparenza Galliani sembri il responsabile di faccende tecniche, con Barbara Berlusconi responsabile della parte amministrativa e commerciale della società. Ma, di fatto, la lady sembrerebbe già l’unica vera responsabile di tutto. Galliani, infatti, fa quel che può e, nonostante avesse difeso fino all’ultimo la panchina di Allegri, la manager figlia di Berlusconi ha aspettato con sornioni fattezze che il Milan naufragasse a Sassuolo per attuare il piano Clarence Seedorf che, peraltro, era già stato portato sul tavolo dei progetti rossoneri molti mesi fa. Intanto Tassotti parla con malinconia dell’addio ad Allegri. “Quando uno di noi svuota definitivamente il proprio armadietto, è un momento triste” dice Tassotti con fare malinconico. Un segno inequivocabile che i sentimenti nel calcio sono ancora radicati nonostante tutto. D’altra parte si avvertiva ormai da tempo che Allegri aveva già fatto il suo tempo sulla panchina del Milan e la mancanza di risultati positivi, non peroravano certamente la sua causa nonostante la strenua difesa di Galliani. Noi siamo convinti che il Milan sia da rivedere nella sua parte tecnica e non da rifondare interamente come ormai predica da diverso tempo Barbara Berlusconi. Il cambio di allenatore non produrrà certamente effetti miracolistici, anche se siamo sicuri che l’arrivo di Seedorf darà una ventata di freschezza, almeno momentanea, all’ambiente. Ma è sulla squadra che bisogna intervenire e anche sugli errori che si sono fatti ripetutamente nel sostenere soltanto l’attacco senza rinforzare difesa e centrocampo, soprattutto dopo certe cessioni eccellenti. Thiago Silva, Ibrahimovic, Gattuso, Nesta, Seedorf, Zambrotta e Inzaghi non si inventano tutti i giorni.   Poi, sulla scelta di Clarence Seedorf nuovo coach del Milan pesa certamente il fatto che non ha esperienza in questa nuova veste, anche se la simpatia verso il calciatore che da anni ha giocato tra le fila rossonere è scontata. Bisognerà vedere quale sarà la sua abilità nella gestione dello spogliatoio, prima ancora delle scelte tecniche date dal suo disegno tattico che vorrà apportare alla squadra. Tuttavia, l’esperienza ci insegna che non sempre un grande calciatore diventa un bravo allenatore. Noi aspettiamo per vederlo all’opera e valutarlo. Nel calcio, come in altri settori, i risultati sono quelli che parlano chiaro a discapito di certe demagogie populiste di rottamazione che tanto di moda vanno oggi.

Salvino Cavallaro

Salvino Cavallaro