TORINO, POLEMICHE E RECRIMINAZIONI MA LA SQUADRA GIOCA MOLTO BENE


Com’è strano e imprevedibile il calcio
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25/02/2013 -

Com’è strano e imprevedibile il calcio. Un gioco capace di emozionarti, entusiasmarti e deprimerti nell’arco di pochi minuti. Nel deserto dell’Is Arenas di Cagliari privo di spettatori, è successo di tutto; sette gol ( di cui tre negli ultimi cinque minuti), numerosi capovolgimenti di fronte, tre rigori concessi dall’arbitro Peruzzo (due per il Cagliari e uno per il Torino) e due espulsioni per il Toro (Ogbonna e Diop). Così vince il Cagliari per 4 a 3, in una partita a dir poco rocambolesca in cui l’alternanza repentina di situazioni ha creato non poco scompiglio tra gli umori delle due contendenti. Diciamo subito che, a onor del vero, se il Torino visto a Cagliari avesse solo pareggiato avrebbe avuto da recriminare, figuriamoci dopo una sconfitta così immeritata. Il Torino, infatti, continua a offrire scampoli di bel gioco e idee chiare. Le sue azioni d’attacco sono armoniche e non danno mai, come appariva prima, la sensazione di improvvisazioni personali, frutto di qualche sparuto calciatore più rappresentativo. Ora la squadra di Ventura esprime una logica di calcio vero con evidente spirito di compattezza di gruppo, capace di offrire ottimi legami tra difesa, centrocampo e attacco. Il Cagliari è stato aggressivo per buona parte della gara, ma non ha dimostrato la qualità di gioco espressa dai granata. Poi, l’arbitro Peruzzo ci ha messo del suo decretando due rigori a favore del Cagliari che, a nostro parere (e non solo) sono sembrati alquanto dubbi. L’unico imputato è stato Angelo Ogbonna che, reo di avere atterrato in area di rigore prima Sau e poi Pinilla, viene espulso causando due rigori a sfavore del Toro. Ma andiamo per ordine di cronaca. Dopo il vantaggio del Cagliari che, come si è detto, è stato siglato su calcio di rigore da Sau, il Torino nella ripresa e in soli sette minuti, confeziona un ribaltone che dà la dimensione della concretezza e della volontà espressa in campo da parte dei granata. Trascinato da un incontenibile Cerci che dimostra una forma strepitosa, il Toro pareggia il conto proprio con l’ex fiorentino che, con un violento sinistro, batte Agazzi dopo una bella azione di Darmian. Immediatamente dopo, come se non bastasse, il Toro determinato e volitivo capovolge la situazione con Stevanovic che, in area di rigore, approfitta di una maldestra smanacciata di Agazzi, a seguito di un cross del solito indomabile Darmian. A questo punto Pulga corre ai ripari, e sostituisce Avelar apparso in evidente confusione di fronte a Cerci. Poi è la volta di Ibarbo (non eccelsa la sua prestazione) che lascia il posto a Pinilla. Ed è proprio ora che il capitano di mille battaglie del Cagliari Daniele Conti, sempre bravo nei suoi inserimenti senza palla, raccoglie di testa un cross di Cossu e insacca alle spalle di Gillet. E adesso comincia il bello! Pinilla atterrato in area di rigore da Ogbonna, che viene espulso per doppia ammonizione, trasforma dal dischetto e porta in vantaggio il Cagliari. Ma, quando tutto faceva pensare a un risultato acquisito, ecco venir fuori il cuore granata. L’arbitro Peruzzo, prima assegna un calcio di rigore a favore del Toro che Bianchi trasforma in rete, e poi espelle Diop che, entrato in campo da pochi secondi, si rende autore di un fallo di gioco provocato più dall’impeto che dalla volontarietà. Diop, infatti, nel tentativo di dribblare sullo stretto due avversari, alza il braccio destro e nella foga dell’azione, colpisce sul volto l’avversario che era già stato superato. Per l’arbitro è rosso diretto. Ma la partita riserva ancora una ennesima emozione. Proprio all’ultimo respiro, è ancora Conti a segnare il quarto gol del Cagliari e la vittoria finale per la sua squadra, con un tiro maligno sferrato da fuori area che, toccando l’incolpevole Glik, s’insacca in rete ingannando l’uscita di un esterrefatto Gillet. Termina così la gara più pazza di questi ultimi tempi, dove nulla di logico c’è stato e dove l’imprevedibilità l’ha fatta da padrona. Una cosa è certa, pur con tutta l’amarezza per una sconfitta immeritata, il Toro dimostra di essere una bella squadra, caparbia e difficile da domare, proprio come i suoi tifosi da anni l’aspettano con orgoglio. Adesso Ventura dovrà lavorare nel correggere certe ingenuità evidenziate nell’amministrare il vantaggio in maniera più concreta e senza abbandonarsi a un furore agonistico che spesso è controproducente. La squadra di Pulga, invece, ha approfittato di un insperato successo per migliorare la sua classifica sulla strada della salvezza.

Salvino Cavallaro               


 

Salvino Cavallaro