Tempo da lupi a Torino ma, nonostante la copiosa nevicata proseguita per tutto l’arco dell’incontro, il campo dell’Olimpico ridotto al limite della praticabilità, ha garantito a malapena la disputa della partita tra Torino e Lazio, match valevole per la 29ma giornata di Serie A. Il Torino vince 1 a 0 una gara che, nonostante lo collochi forse definitivamente al riparo di ogni brutta sorpresa di non rimanenza nella massima serie, ha sofferto più del dovuto nel superare una Lazio che già al 16’ del primo tempo si è trovata in dieci uomini per l’espulsione di Ciani, punito per somma di ammonizioni. Ma andiamo ordinatamente alla cronaca della partita. Al 3’ minuto sugli sviluppi di un’azione del Torino, il portiere Marchetti entra in scivolata su Glik il quale è ammonito per aver reclamato il calcio di rigore. Al 6’ ancora Toro in avanti, ma il tiro di Barreto si perde a lato. Intanto la Lazio agisce in contropiede e al 10’ coglie il palo esterno della porta difesa da Gillet con Cana che, sugli sviluppi di un cross proveniente da destra colpisce la palla di testa. Come dicevamo pocanzi, al 16’ la Lazio si trova in dieci uomini per effetto dell’espulsione di Ciani, espulso dall’arbitro Tagliavento per somma di ammonizioni. Il difensore della Lazio, infatti, nello spazio di pochi secondi, prima atterra in scivolata a metà campo Barreto e poi compie lo stesso fallo sull’out destro del campo sempre su Barreto. Ingenuo il difensore della Lazio che non mettendo in previsione la precarietà di equilibrio sul terreno innevato, si lascia andare in scivolata contro il granata, il quale finisce inevitabilmente per le terre. Scorrono i minuti, ma la partita stenta a decollare anche a causa delle condizioni climatiche che inibiscono spettacolo e tecnica calcistica. Troppa la difficoltà di restare in equilibrio da parte dei giocatori. Al 37’ un tiro di Meggiorini va a lato di poco e, intanto, il primo tempo si avvia al termine con il risultato di 0 a 0 che rispecchia esattamente quanto visto in campo. All’inizio del secondo tempo, la Lazio spinge in attacco con più decisione rispetto alla prima parte della gara, ma è il Toro che si rende più pericoloso con il solito Cerci (da oggi rientrato nei ranghi azzurri) che s’invola con insistenza sul lato destro del campo seminando gli avversari. Intanto, continua imperterrita la fitta nevicata e l’arbitro Tagliavento sospende momentaneamente la partita per far ripulire dai fiocchi di neve il delimitarsi delle rispettive aree di rigore. Certo, non fosse per gli inevitabili problemi arrecati dai fiocchi di neve, si potrebbe dire che l’effetto magico evidenziato dai riflettori dello stadio, sembrerebbe più adatto a una romantica cartolina che a una partita di calcio. Al 56’ il Toro sostituisce Meggiorini con Bianchi. Poi, al 60’, altro cambio per il Toro che sostituisce Santana con Birsa. Passano i minuti e il Toro sembra non sapere approfittare del vantaggio della sua superiorità numerica, anzi è la Lazio che sembra essere più concentrata e volitiva. Al 78’ la Lazio sostituisce Gonzales con Biava e Kozak con Ederson, mentre Ventura decide di mandare in campo Jonathas al posto di Barreto. Ed è proprio lui che, all’81’, porta in vantaggio il Toro. Infatti, approfittando di un calcio d’angolo battuto da Cerci, Jonathas di destro batte Marchetti in un’area di rigore molto affollata. La Lazio, nella speranza di pareggiare il match, sul finire della partita sostituisce Onaz con Saha, ma il tentativo di mister Petkovic non sortisce gli effetti desiderati e, al triplice fischio dell’arbitro Tagliavento, i granata di mister Ventura gioiscono nella consapevolezza di avere raggiunto una vittoria casalinga che vale davvero doppio. Una volta tanto il Toro si è riconciliato con quella buona sorte che tante altre volte l’ha penalizzato. La Lazio, rabberciata per l’assenza di alcuni suoi giocatori più rappresentativi, sembra essere più squadra adatta al campionato europeo che al Campionato italiano. Grandi le potenzialità espresse soltanto sporadicamente dai biancocelesti. Poca la continuità di risultati. Segno evidente di una maturazione non ancora acquisita.
Salvino Cavallaro
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