TORO, INEBRIARSI DI DERBY.


Un derby che per il Torino ha molti significati.
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Torino Stadio Olimpico, 19/03/2016 -


Purtroppo in casa granata si vive ancora di piccole soddisfazioni. Il derby è rimasta l’unica occasione per “salvare” una stagione insipida, senza sussulti ed emozioni. Diremmo pure che si tratta di un campionato granata che ha fatto indietreggiare ciò che l’anno precedente aveva fatto illudere di progredire. Ma c’è ancora un altro record da far crollare per scrivere la storia: i tre minuti che separano Buffon dal record di imbattibilità. 180 secondi per segnare un gol al portiere bianconero e passare alla storia. Sarà Immobile, piuttosto che Belotti o Glik, non importa; serve buttare dentro la porta il pallone della storia di tutti i tempi. Che magra consolazione, diciamo noi. Che mentalità piccola e che mancanza di carattere. Non è certo questa la strada giusta per crescere e ambire a diventare una grande società e una grande squadra di calcio. Il derby è giusto vederlo sotto l’aspetto di una logica calcistica cittadina, che vincerlo fa sicuramente esaltare i propri tifosi. Ma la logica perversa di pensare che il derby con la Juve sia l’unico obiettivo rimasto al Torino in una stagione dai connotati pressoché fallimentari per espressione di gioco, di risultati e quindi di classifica deludente, ebbene, a nostro avviso è indice di immaturità. Il Toro è il Toro, non è squadra qualsiasi cui gli basta godere delle disgrazie dei tanto “odiati” cugini. Il Toro deve pensare a se stesso per presentarsi alle partite di sempre con lo stesso spirito e lo stesso orgoglio, cui fino a qualche tempo fa si presentava davanti alle stracittadine. Pensare a se stessi, alla propria storia, al proprio presente ancora da costruire e al proprio futuro che resta sempre più un’incognita, deve essere il motivo conduttore di una società che deve avere l’aspirazione di ambire ad alti livelli. Altrimenti, che significato ha dire : “Torino siamo noi” oppure “Chi non salta bianconero è?”. Il calcio è cambiato e anche gli sfottò hanno un senso quando tu produci un calcio ad alti livelli, vinci, diverti, sei in alto alla classifica e fai invidia a chi sta dietro. Meglio essere invidiati che compatiti sempre. Il Torino deve cambiare nella mentalità, nell’organizzazione, deve costruire un ambiente più moderno senza cancellare il suo passato. Poi si potrà anche discutere sulle non eccelse potenzialità economiche della società granata, ma se si riuscisse una volta per tutte a dare un calcio a quello stantio conservatorismo, siamo sicuri che si farebbero grandi passi di qualità. E’ il calcio d’oggi che ci spinge a fare certe considerazioni che non vogliono rappresentare una critica distruttiva, ma che desiderano invece aiutare a pensare in grande. C’è bisogno di altri stimoli. Alla gente granata non basta più accontentarsi di distruggere le ambizioni dell’avversario, ma c’è bisogno di imporre la propria personalità perduta nel tempo.

Salvino Cavallaro                      







Salvino Cavallaro