VENTURA: ”DOPO 5 ANNI, CREDO DI AVER CAPITO COSA VUOL DIRE ESSERE DEL TORO”


Salvino Cavallaro - Una lettera vera, quella di
Giampiero Ventura, il prossimo CT della Nazionale che con questo messaggio di commiato
dalla società e dal popolo granata, ha dato un segno di stile. Parole di
ringraziamento che danno l’immagine dell’uomo, prima ancora del tecnico. Spesso
lo abbiamo criticato per le sue scelte tecniche, per certe testardaggini
tattiche che talora sono apparse penalizzanti nel gioco, ma nulla gli si può rimproverare
sulla serietà, la professionalità e il lavoro dimostrato sul campo.
«E’
arrivato il momento del commiato. Vado via dal Torino perché, come nei migliori
cicli della vita, mi rendo conto che uno di essi si è concluso. Ci siamo
divertiti, abbiamo soprattutto costruito qualcosa di molto solido, sicuro e
duraturo. Adesso è il momento, nell’interesse di tutti e soprattutto per
migliorare quanto realizzato, di dare spazio a nuovi stimoli. Per me è un momento difficile perché
il distacco è doloroso e perché nonostante la mia lunga esperienza c’è qualcosa
che ancora non so allenare: il momento dei saluti. Questo è ancora più
difficile di molti altri perché arriva dopo cinque anni in cui ci siamo dati
tutto, reciprocamente, senza risparmiarci mai. Cinque anni dove tutti siamo
andati al massimo, attraversando sofferenze, regalandoci gioie che hanno
benedetto ogni giorno di lavoro. Sono stati soprattutto cinque anni di emozioni
forti, sconosciute e inimmaginabili, come il giorno della commemorazione di
Superga: lì ho vissuto quello che trascende il calcio per farti sentire parte
di una storia che è e resterà sempre più grande di qualsiasi singolo uomo passi
e passerà da queste parti. Sul campo abbiamo raggiunto insieme tutti gli
obiettivi che ci eravamo prefissati: il ritorno in serie A, il ritorno nel
calcio europeo, la vittoria nel derby. Sono questi risultati che tutti insieme
abbiamo raggiunto, giorno dopo giorno, tappa dopo tappa. Abbiamo trasformato in
forza la diffidenza iniziale e lo abbiamo fatto con l’unica cosa che sappiamo
fare: lavorare, con passione e dignità, forza e rispetto, lavorare con il
massimo della dedizione e di ogni capacità e talento di cui siamo dotati. Personalmente
sento di dovere dire grazie: grazie a Don Aldo per quello che mi ha trasmesso,
grazie a tutti i calciatori per la disponibilità; grazie al mio primo capitano,
Rolando Bianchi; grazie al mio capitano di questa stagione, Kamil Glik; grazie
al gruppo storico, che con noi ha cominciato questa straordinaria avventura:
dai Vives ai Darmian. E grazie a tutti quelli che quotidianamente rimangono
nell’ombra con l’obiettivo di dare a tutti noi che siamo sul campo il solo
pensiero di rendere al massimo: medici, fisioterapisti, magazzinieri,
dirigenti, segretari. Un grazie a Gianluca Petrachi, il primo che ha colto la
possibilità di scrivere questa storia e che mi ha dato la possibilità di
conoscere un uomo come Urbano Cairo, che per me oggi è molto più del
presidente; è un uomo col quale ho un legame che va oltre quello professionale
e dal quale ho ricevuto più di quanto ho dato. E’ grazie a tutte queste
persone, e al mio staff, che siamo riusciti a vivere questi cinque anni
esaltanti, anni in cui le soddisfazioni per le vittorie hanno superato di gran
lunga le amarezze per le sconfitte. Porterò sempre nel mio cuore tutti questi
momenti, vittorie e sconfitte, queste ultime inevitabili per costruire i
successi di questo lungo periodo e, sono sicuro, altri successi che
arriveranno. L’ultimo ringraziamento voglio rivolgerlo a Torino, al legame che
questa città e i suoi abitanti hanno con la loro squadra. E’ difficile da
spiegare, devi entrare nelle strade e nel cuore di questa gente per capire fino
in fondo cosa voglia dire per loro il Toro. Io credo di averlo capito, ed è per
questo che considero la mia più grande vittoria non quella singola ottenuta su
un qualsiasi campo di gioco ma quella di avere contribuito a riportare
l’orgoglio del vecchio cuore granata a battere nel corpo dei più giovani. Di
questi cinque anni non dimenticherò alcuna faccia, non dimenticherò alcun
momento, alcun episodio, di certo non dimenticherò la gioia di avere rivisto i
bambini che oggi nuovamente vanno alle elementari indossando la maglia del
Torino.Non mi dimenticherò mai di voi e spero dal profondo del cuore che non vi
dimentichiate di me. Vi auguro tutti i successi che questa Società, questa
tifoseria e questa maglia meritano.
Giampiero
Ventura