Antonio Venuto da Villafranca Tirrena in provincia di Messina, è stato allenatore della S.S. Milazzo dal 2008 al 2011 conquistando due promozioni tra Campionato di Eccellenza e poi di Serie D, raggiungendo il terzo posto nel Campionato di Lega Pro di Seconda Divisione nell’anno 2010’11. Una scalata professionale che l’ha visto crescere fin da quando, allenatore dilettante di terza categoria nel 1989 ha deciso di continuare i suoi studi calcistici per conquistare l’abilitazione di allenatore di seconda categoria fin dal 2007. Poi, non contento di quanto ottenuto, si misura con se stesso per verificare le sue potenzialità. Si iscrive al Corso di Allenatori Professionisti di Prima Categoria a Coverciano nell’anno 2011’12 e, con notevoli sforzi economici personali (visto l’ingente esborso che richiede l’iscrizione), s’incammina nell’avventura con l’ardire di chi ama il calcio, desidera studiarne approfonditamente i sistemi di preparazione, l’individuazione e l’abilità nel percepire la chiave tattica giusta (anche a partita in corso), conoscere le varie scuole di pensiero e l’anima da tirar fuori dai giocatori per poterli motivare positivamente. Ma è soprattutto la psicologia di gruppo e anche individuale per ogni singolo giocatore, che lo porta alla fine del corso a discutere la sua interessantissima tesi dal titolo: “Leadership e motivazione: il ruolo dell’allenatore”. Non è un caso che mister Antonio Venuto abbia scelto di ricercare e discutere questa tesi davanti a una commissione d’esame competente, (tra gli altri c’era pure mister Spalletti). Infatti, chi lo conosce bene, sa che il suo desiderio di approfondimento teorico - pratico sulle più moderne discipline tecniche calcistiche europee, lo caratterizza come uomo-allenatore dai connotati personali talmente chiari che non si possono confondere con chi vede la professione di coach in maniera minimalista, raffazzonata e senza l’opportuna etica . Lui sa che nel calcio non c’è nulla di improvvisato e neanche di definitivo e che i risultati positivi sono la chiave del successo ripartito tra società, allenatore, giocatori e tifosi, ma sa anche che ai primi insuccessi chi paga per primo è l’allenatore. Troppo navigato è mister Venuto per illudersi di successi facili che in prospettiva non danno alcuna garanzia. Lui sa come lavorare sodo con i suoi ragazzi, dai quali pretende impegno, serietà e vita ordinata fuori dal campo. Ma è anche pronto a capire se un giocatore non rende come potrebbe a causa di problemi psicologici che non rientrano propriamente nell’infortunio fisico. Ed è questa la peculiarità più naturale e importante di mister Venuto: saper capire i suoi ragazzi e motivarli ad un impegno maggiore dal quale possa scaturire il meglio di loro. Senza stress, ma con la naturalezza e la consapevolezza che si ha quando si ama qualcosa, quando si sogna di raggiungere un obiettivo che è frutto della fatica e del lavoro serio. Sono queste le caratteristiche naturali di Venuto, un allenatore che non ha solo imparato attraverso i libri e gli studi tecnico-calcistici certi valori che sono insiti nel suo DNA, semmai le ha affinate confrontandosi con i suoi compagni di corso dai nomi altisonanti come Roberto Baggio, Valerio Bertotto, Benito Carbone, Benoit Fabiens Cauet, Alessandro Dal Canto, Davide Dionigi, Gianluca Festa, Emanuele Filippini, Devis Mangia, Fabio Pecchia, Lamberto Zauli, Zè Maria, per citarne solo alcuni tra i più famosi. Ma lui, mister Venuto, pur non vantando un curriculum altisonante di calciatore importante, non si è lasciato intimidire da nessuno, anzi si è confrontato consapevolmente con grinta e determinazione di chi deve dimostrare a se stesso e agli altri la propria preparazione. E non è un caso che ha ottenuto uno dei più alti punteggi finali di tutto il corso: 97/110. Eppure, sembrerà strano che un allenatore di tale levatura tecnica e umana non abbia, almeno in questo preciso momento, una panchina a sua disposizione. Ma lui sa aspettare, con pazienza e senza fretta. Sono le sue armi migliori di uomo saggio e di allenatore preparato che aspetta una chiamata da società che possano garantirgli un progetto serio fatto di concretezza e non di effimere parole. Quelle, non possono interessare a chi, come lui, crede nella serietà di allenare e curare con competenza e professionalità un gruppo di ragazzi seri i quali si prefiggono il raggiungimento di un obiettivo che concorda con quello della società. Il resto non interessa, sono solo chiacchiere. I fatti sono quelli che contano, nel calcio e nella vita.
Una storia, tante storie. Quando cuore e pallone sono una cosa sola
Era la fine del 2012, quando ho scritto e pubblicato questo articolo sul profilo professionale e umano di Antonio Venuto, un allenatore in cerca di panchina. Ebbene, ancora oggi dopo un travagliato campionato di Lega Pro nell’Hinterreggio di Reggio Calabria cominciato in maniera eccelsa e poi finito con la retrocessione per motivi non solo a lui imputabili, oggi mister Venuto attende ancora quella chiamata importante che possa coronare il sogno della sua vita: quello di allenare in una società professionistica a un certo livello. Egli, nella vita, è Prof. di Educazione Fisica in un Istituto di Scuola Superiore di Messina. Ama l’insegnamento, i suoi ragazzi, il suo gruppo scolastico, il suo quotidiano vissuto tra colleghi che conosce da anni. Ma la panchina, il profumo dell’erba emanato da un campo di calcio, ebbene, quello gli ronza sempre fisso nel cervello come fosse un qualcosa che prima o poi deve essere raggiunto. Sì, perché quello è il vero significato della sua vita. Certo, il calore degli affetti più cari che gli stanno accanto sono decisamente importanti per lui. Ma la sua testa è sempre là, in mezzo a una squadra di calcio sua, attorno a dei ragazzi forti dalle grandi capacità caratteriali come lui, capaci di raggiungere l’obiettivo fissato attraverso il sacrificio e l’abnegazione. E’ così, Antonio Venuto da Villafranca Tirrena in provincia di Messina. Lui ama la sua terra di Sicilia, con i suoi profumi e le affascinanti tradizioni. Per questo è orgoglioso delle sue radici. D’altra parte, non è un caso che la sua carriera da allenatore si sia sviluppata principalmente in Sicilia, con soli due parentesi nella vicina Calabria. Tuttavia, lui sa che la sua professione non preclude destinazione. Quando il destino chiama, il mister chiude la valigia e si tuffa in una nuova avventura. E’ la vita, è la speranza di chi crede in qualcosa d’importante, in una chiamata che, prima o poi, deve arrivare. Mister Venuto è pronto, è già lì che aspetta, perché si conosce e sa che chiunque lo chiamerà a guidare una squadra di professionisti, state sicuri che non si pentirà.
Salvino Cavallaro
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