Ho sempre pensato e scritto che la forza dei media, quale io appartengo, non debba limitarsi all’informazione che deve essere necessariamente corretta dal punto di vista etico, ma debba in qualche modo fare anche opera di sensibilizzazione sociale. E, per fare questo, è necessario far passare dei messaggi corretti e rafforzare le coscienze attraverso la propria penna, portando avanti la logica della cultura nei suoi diversi aspetti. E’ il nostro mestiere, è la nostra responsabilità che deve emergere spontanea su ogni altro interesse di parte. E, quando si parla di salvare delle vite umane, ecco che il discorso si fa delicato ed occorre informare con la dovuta delicatezza. Molti di noi hanno sentito parlare del defibrillatore salva vita, e quasi tutti sanno l’importanza di averlo a portata di mano nel caso in cui qualcuno di noi dovesse sentirsi improvvisamente male, perdere coscienza, non respirare più e non sentire più il battito del cuore attraverso il polso o auscultando attraverso il torace. Io che mi occupo di calcio, nel corso degli anni non mi sono limitato a scrivere soltanto di cronaca sportiva ma, purtroppo, ho dovuto informare di tanti improvvisi arresti cardiaci durante una partita di calcio. La recente storia ci dice che sono stati davvero tanti i casi di mortalità improvvisa in un campo di calcio, non ultimo il caso del calciatore Morosini che a Pescara, dopo essersi accasciato al suolo, è morto. In casi come questo la tempistica di soccorso e rianimazione è brevissima, pensate che non possono passare neanche cinque minuti dal momento in cui il soggetto perde conoscenza, proprio perché la mancanza di ossigeno può dare danni irreversibili a carico del cervello. Sono informazioni che abbiamo letto e sentito svariate volte, tuttavia, ritengo non sia mai troppo informare su come comportarsi nel momento in cui ci si trova in situazioni di questo tipo. Ma la cosa che più sconvolge l’immaginario collettivo, convinto com’è che l’arresto cardiaco si verifichi quasi sempre sotto sforzo fisico, è proprio nell’ineluttabilità della morte improvvisa, anche quando il nostro fisico si trova in stato di riposo. Cosa fare dunque per soccorrere immediatamente chi è colpito da arresto cardiaco? La eCampus Università degli Studi di Torino, in collaborazione con l’Associazione Live Onlus e la Progetti S.r.l. fabbrica defibrillatori di Trofarello in provincia di Torino, ha organizzato “Gimmi Five” che non è il testo della canzone di Jovanotti e neanche il popolare saluto dei giovani che tanto di moda va oggi in tutto il mondo dopo essere nato in America, ma è il simbolo di cinque, e cioè i minuti che non devono essere superati per soccorrere chi improvvisamente si accascia al suolo, perde conoscenza e battito cardiaco. Numerose figure professionali si sono alternate per spiegare l’importanza del defibrillatore in casi come questo. Molto attenti sono apparsi i giovani studenti dell’Istituto Sommeiller di Torino che gremivano l’aula magna dell’Istituto Tecnico presso il quale si è svolto l’evento culturale. Ogni anno in Italia, circa 50.000 persone muoiono per arresto cardiaco. Un numero impressionante, soprattutto in considerazione del fatto che in un alta percentuale dei casi, la morte è avvenuta per non essere stati tempestivi nel soccorso. Ecco, questo è il punto nevralgico. Mai attendere, ma agire in fretta premendo fortemente il torace con le due mani e usando immediatamente il defibrillatore salva vita. Oskar Schindler, imprenditore tedesco famoso per aver salvato durante la seconda guerra mondiale circa 1.100 ebrei dallo sterminio, disse: “Chiunque salva una vita, salva il mondo intero”. Una citazione che ci fa riflettere sull’importanza e sulla responsabilità che abbiamo tutti noi, indistintamente, di essere utili alla causa nel momento in cui necessita il nostro aiuto per salvare una vita. All’inevitabile sbigottimento e legittima impressionabilità, deve seguire l’immediatezza dell’agire. Chiamare il 118 dando chiaramente i dati del luogo dove ci si trova è basilare, ma è anche essenziale provvedere nel frattempo a rianimare il paziente con l’ausilio del defibrillatore, che deve essere sempre a portata di mano. Nei campi di calcio o dove si fa sport in genere, ma anche durante la vita di tutti i giorni e nei luoghi più comuni. La ONLUS LIVE è un’associazione no profit che si occupa di beneficenza al fine di donare defibrillatori salvavita. Il suo costo si aggira intorno ai 966,00 euro + iva e non tutti possono permetterselo. Ma, affinché questo non diventi un alibi, l’Associazione Live Onlus raccoglie fondi alfine di potere elargire questo necessario strumento salvavita. Questa Associazione può contare sull’apporto di immagine di diversi calciatori di chiara fama. Sono infatti testimonial Leonardo Bonucci della Juventus, Alessandro Lambrughi del Livorno e altri autorevoli sportivi che si adoperano gratuitamente per il bene comune. La Progetti S.r.l. di Trofarello in provincia di Torino è costruttrice italiana dei defibrillatori. Il logo di questa azienda di progettazione di strumenti e soluzioni mediche è molto chiaro: “Per salvare una (vita), la tua”. Questo, in fondo, è il messaggio corretto che deve accompagnare la nostra presa di coscienza sull’importanza della prevenzione, un fatto culturale che deve essere rafforzato nella nostra società contemporanea. Salvare una vita non s’intende solo quella degli altri, perché quella vita da salvare, un giorno, potrebbe essere anche la nostra!
Salvino Cavallaro
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